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giovedì 7 gennaio 2016

CP_ord. 01-2016_regata velica PESCARAPERDUE "La scuffia"_31 gennaio e 17 febbraio (recupero 14 gennaio)

Ordinanza CP n. 01/2016: DIVIETI: www.pescara.guardiacostiera.it

regata velica PESCARAPERDUE organizzata dal circolo velico LA Scuffia per il 31 gennaio 2016 e 17 febbraio 2016 (recupero 14 gennaio 2016) nel campo MS2 di raggio 0,7 MN dal segnapunto con le seguenti coordinate: 49°29'31" N - 14°13'31" E

www.pescara.guardiacostiera.it
  

mercoledì 6 gennaio 2016

Osservazioni di PescaraPuntozero e Staz.ne Orn.ca Abr.se alla VA per la scogliera soffolta del PRP

                                                                              



Pescara, 04/01/2016                          

INVIATA VIA PEC ,   a:

-Comitato CCR-VIA della Regione Abruzzo - via@pec.regione.abruzzo.it
-Provveditorato alle OO.PP. del Lazio, Abruzzo e Sardegna - oopp.lazio-uff8@pec.mit.gov.it
-Comune di Pescara - protocollo@pec.comune.pescara.it
-Capitaneria di Porto di Pescara - dm.pescara@pec.mit.gov.it
-Procura della Repubblica di Pescara - prot.procura.pescara@giustiziacert.it

OGGETTO: Valutazione di Assoggettabilità - intervento di realizzazione di una barriera soffolta - Porto di Pescara

In relazione all'intervento prospettato dal Provveditorato alle OO.PP. del Lazio, Abruzzo e Sardegna, depositato lo scorso 19 novembre 2015 presso la Regione Abruzzo si osserva quanto segue:

1) DIFFIDA

La procedura di V.I.A. (compresa la V.A.) deve essere obbligatoriamente svolta il prima possibile quando tutte le ipotesi sono ancora percorribili, compresa l'opzione zero, visto che la fase di assoggettabilità può concludersi con la necessità della successiva V.I.A. completa. Ne deriva che deve essere svolta in assenza di fattori che possono influenzare l'andamento della procedura, orientandola.
Ora, risulta che il Provveditorato alle OO.PP. abbia già appaltato e addirittura assegnato lo scorso 16 dicembre i lavori dell'opera in questione:
  • l'appalto è stato già assegnato in forma preliminare lo scorso 16 dicembre alla società MAC: qui si trova il documento (http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=25584)

L'appalto conteneva gli elaborati progettuali dell'intervento ora in fase di Verifica di Assoggettabilità!
Ci pare una procedura del tutto illegittima e foriera di potenziali gravi conseguenze per la parte pubblica nonché una forzatura rispetto alle scelte dei soggetti chiamati ad una valutazione "postuma" rispetto all'affidamento della gara (con importi già definiti; elaborati visionati dalle aziende partecipanti alla gara; vincoli contrattuali già operanti ecc.).

2) EFFETTO CUMULO - "SALAMI SLICING"

Il 20 novembre lo stesso proponente ha presentato un secondo progetto strettamente connesso con questo, quello relativo all'apertura parziale della diga foranea esistente. Anche per questo progetto è stata già bandita la gara prima della conclusione della procedura di V.I.A. (il primo progetto che compare nella lista in questo momento a questo link (http://www.mit.gov.it/mit/site.php?p=cm&o=vd&id=1264; scadenza
presentazione offerte il 25 gennaio 2016).

La barriera soffolta termina nella parte distale rispetto alla costa sull'apertura della diga foranea.
E' evidentemente un unico progetto suddiviso in due interventi in maniera del tutto artificiosa (anche ai fini della gara d'appalto a nostro avviso) tanto che si arriva a citare e richiamare in quel progetto documenti (come la relazione del Prof. Gallerano sulla modellazione numerica) che invece sono depositati in questo, producendo una confusione incredibile ed inaccettabile. 
Ammesso e non concesso che i due progetti potessero essere depositati separatamente in ogni caso la documentazione doveva essere completa in ambedue i casi.

Pertanto appare una caso evidente di "SALAMI SLICING", volto a rendere meno corposo ciascun progetto preso singolarmente, magari per evitare che si proceda con la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale completa che di solito viene realizzata negli interventi più consistenti. 
Tra l'altro le relazioni affrontano solo parzialmente la questione dell'effetto cumulo tra i due interventi, mancando le valutazioni degli effetti sulla fauna e delle attività di cantiere (ad esempio, la questione del sollevamento di pennacchi durante le fasi di demolizione/costruzione delle due opere che potrebbero così interagire).

3) FLORA E FAUNA

E' del tutto inaccettabile che nella relazione ambientale si rappresenti una situazione completamente diversa dalla realtà per quanto riguarda la condizione del litorale dove si insedierebbe la porzione della barriera prossimale rispetto alla costa.
La relazione insiste nel negare qualsiasi presenza di specie appartenente alla vegetazione psammofila e di specie di fauna di interesse.



Si riportano due stralci inoppugnabili in tal senso (si cita la Pineta dannunziana come unica area con qualche specie di interesse...).
Ora, basta guardare le stesse foto inserite nelle relazioni (qui lo screenshot con l'area in questione evidenziata con una freccia), per scoprire che il litorale antistante la Madonnina si caratterizza per una serie di dune embrionali con una vegetazione psammofila consistente in cui dominano specie anche molto rare lungo l'intero litorale abruzzese!




Basta consultare l'articolo sul sito (clicca quìhttp://abruzzomolisenatura.forumfree.it/?t=71765914) per scoprire che la realtà raccontata dal redattore sia completamente diversa da quella di campo.
Basta guardare una immagine tratta da google-earth anche senza muoversi dall'ufficio per rendersi conto di tutto ciò; si evidenzia la recinzione usata dai volontari di SOA e WWF per difendere l'area delle dune e del Fratino, anche durante i lavori di prelievo di sabbia per il ripascimento in altre aree. 
Il Comune di Pescara ha esaltato questo tratto di spiaggia davanti al Ponte del mare immortalandolo in un cartellone pubblicitario 6mt x 3mt lungo le strade la scorsa estate proprio per la bellezza di queste dune embrionali!









Sono presenti specie rarissime e protette ad ogni livello. Tra queste il Limonium virgatum con splendidi esemplari.




E' agile verificare consultando la planimetria allegata al progetto che la punta prossimale della barriera oltrepasserà l'ultimo trabocco verso monte per cui andrà ad attraversare integralmente l'area occupata attualmente dalla vegetazione dunale.




Tra l'altro sottolineiamo che lo stesso Piano del Demanio marittimo comunale destina quell'area a "Parco delle Dune" ed è incredibile che il redattore non l'abbia evidenziato.

Riportiamo integralmente l'estratto dell'articolo 10 del Piano del Demanio Marittimo comunale.




Ricordiamo che le piante psammofile sono sottoposte a tutela dalla Legge regionale 11 settembre 1979 n.45 e dal Piano del demanio marittimo regionale, anche sulla base delle segnalazioni provenienti dalle associazioni di tutela ambientale.

Per quanto riguarda le specie faunistiche altrettanto increscioso il fatto che si sia arrivati a negare l'esistenza nell'area di specie di interesse quando addirittura l'area è la più utilizzata in Abruzzo per la nidificazione del Fratino (Charadrius alexandrinus), specie particolarmente protetta a livello comunitario dalla Direttiva 147/2009/CE !

L'area è usata anche per 5-15 nidificazioni/anno, con punte di sei nidi in contemporanea posti proprio tra le dune in formazione. Gli adulti si alimentano nel tratto di battigia antistante.
Si tratta, ribadiamo, della maggiore concentrazione di nidificazioni nell'intero tratto di costa abruzzese!




Il fatto è così noto che sono innumerevoli gli articoli di stampa/servizi televisivi che hanno trattato l'argomento. Le scolaresche di Pescara vengono portate sulla spiaggia ad osservare i nidi. Sono stati installati anche cartelloni di grande formato.

Per rendersi conto di tutto ciò basta guardare questo servizio televisivo: 





La situazione dal 2013 ad oggi è ulteriormente migliorata, anche perché i lavori di prelievodella sabbia effettuati per il ripascimento di altre aree sono avvenuti escludendo le aree con presenza di piante (interessando quindi esclusivamente battigia) e con accorgimenti tali da limitare e compensare il disturbo causato dai mezzi meccanici all'opera.

VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE

Il progetto di marcatura individuale con anelli colorati coordinato dall'ISPRA ha comportato l'inanellamento in Abruzzo di un'ottantina di individui di Fratino. 
Di questi una ventina sono stati inanellati nell'area del Porto di Pescara che rappresenta anche un sito di svernamento; altri sono stati marcati nell'area della Torre di Cerrano, che è un Sito di Interesse Comunitario.

La lettura a distanza degli anelli ha permesso di stabilire che quella adriatica è una metapopolazione con individui che si spostano anche di centinaia di chilometri nella stessa stagione. 
Pertanto è dimostrato che la sopravvivenza dei nuclei riproduttivi e svernanti in SIC e ZPS adriatici è strettamente collegata agli interventi di gestione dei vari siti di svernamento e riproduzione al di fuori delle aree Natura2000. 
Pertanto, come prevede la Direttiva 43/92/CE, anche gli interventi esterni a SIC e ZPS che possono avere potenziali effetti sui siti deve essere sottoposta a Valutazione di Incidenza Ambientale. 
In questo caso stiamo parlando del principale sito di riproduzione in Abruzzo e uno tra i siti più importanti per lo svernamento.
Sulla base delle letture di anelli colorati, sono stati segnalati alla Madonnina individui che frequentano regolarmente siti Natura2000 per riprodursi e svernare.

CAMBIAMENTI CLIMATICI

Tutte le simulazioni effettuate, comprese quelle che sono alla base della soluzione scelta (simulazioni dello studio APAT) non tengono in alcun conto le modifiche del livello medio marino derivanti dai cambiamenti climatici in atto. 
Gli studiosi (si rimanda agli studi dell'IPCC) ritengono che il livello medio marino continuerà a crescere e, sulla base dei vari scenari, si prevede un innalzamento di alcuni decimetri in pochi decenni. 
L'opera, una volta realizzata, dovrà esplicare la sua funzione per alcune decine di anni (per il calcolo dei tempi di ritorno la struttura dovrà funzionare per almeno 25 anni). 
E' deprimente pensare che non sia stato considerato questo fattore per definire il funzionamento del sistema tra 20-30 anni.

PERICOLOSITA'

La realizzazione della Diga Foranea pur creando gravissimi problemi (sedimentazione; qualità delle acque di balneazione) ha almeno azzerato i rischi derivanti dalle mareggiate per i fruitori del porto.
La cosa viene certificata dallo studio del Prof. Gallerano. 

Infatti nell'opzione 0 (configurazione attuale) la protezione del porto canale è assicurata e l'altezza delle onde arriva a poche decine di centimetri al massimo. 
Questa condizione è più favorevole non solo per la sicurezza della navigazione ma anche per il deflusso delle acque del fiume in caso di piena in quanto le acque dolci non trovano l'ostacolo del moto ondoso. 
Il Prof. Gallerano sottopone ad indagine le altre configurazioni (la 0, 1, 2 e 3), rimanendo d'altro lato esclusivamente nell'alveo dell'unica soluzione individuata nello studio APAT (e, cioè, la deviazione del fiume con la curva) aggiungendo esclusivamente, come varianti, il pennello di protezione esterno all'apertura della diga foranea e la barriera soffolta. 

Lo studio non approfondisce, quindi, altre soluzioni che pure sono state proposte da più parti (prolungamento dei bracci attuali verso la diga; allontanamento della diga foranea, ecc.).
Lo studio si dimostra a nostro avviso carente e parziale, e non soddisfa i requisiti minimi di una procedura di V.I.A. tenendo anche conto dell'estrema delicatezza dell'intervento. 
In ogni caso la simulazione porta a risultati estremamente preoccupanti ! 

Infatti, in alcune condizioni nella configurazione proposta (apertura diga + barriera soffolta + pennello di protezione esterno all'apertura) il moto ondoso entrerebbe addirittura nel porto canale venendo anche amplificato e rendendo addirittura impraticabile il Porto canale!
Si riportano gli stralci delle conclusioni della relazione per un altezza dell'onda di 2,0 metri. In questo caso il porto diventerebbe impraticabile per almeno 175 ore (cioè anche una settimana).




La cosa peggiora con onde alte 2,5 metri che produrrebbero onde alte 2,8 metri all'interno del porto-canale !





La questione è assai delicata in quanto da quella direzione, come chiarisce la stessa relazione idraulico-marittima allegata al progetto, seppur molto raramente, possono arrivare anche onde di altezza tra 4 e 5 metri, cioè più del doppio delle condizioni che secondo la relazione depositata dal provveditorato renderebbero impraticabile il porto !
Quindi i giorni di chiusura sarebbero anche di più.

Crediamo che ai fini del rischio idrogeologico debba essere assolutamente preso in considerazione l'effetto di una tale mareggiata nel caso avvenisse contestualmente ad una piena del Fiume Pescara. 
Il mare potrebbe impedire il deflusso delle acque del fiume causando un vero e proprio disastro sulla città.

Richiamiamo in tal senso quanto avvenuto a febbraio del 2015 nell'area di Ravenna-Cervia, con il mare che ha impedito il deflusso delle acque cadute nell'entroterra causando gravissime alluvioni.

SEDIMENTI

L'intervento in oggetto è stato in larga parte proposto per cercare di evitare il dragaggio.
Ebbene, la stessa relazione del Prof. Gallerano ammette che, nella configurazione scelta (apertura diga + barriera soffolta + pennello di protezione esterno all'apertura) in ogni caso rimarranno da dragare ogni anno 15.000-20.000 mc di materiali tra i più contaminati.
Anche in questo caso lo studio appare parziale e insoddisfacente ai fini della procedura di V.I.A. in quanto esamina di fatto un'unica soluzione (quella propedeutica alla deviazione del fiume) e non altre opzioni.

CONFORMITA' CON IL PIANO REGOLATORE PORTUALE

Il progetto non è conforme all'attuale Piano Regolatore Portuale. Il continuo richiamo contenuto negli elaborati al nuovo strumento di pianificazione è completamente fuorviante in quanto esso, non essendo approvato, non è efficace. 
Tra l'altro risulta che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici abbia richiesto diversi approfondimenti su quel piano.
Appare quindi come una ulteriore forzatura (dopo aver già assegnato l'appalto !) voler mettere tutti "davanti al fatto compiuto" realizzando una parte del nuovo P.R.P. ancora in fase di approvazione.

Il presente intervento, da un punto di vista procedurale, va quindi inquadrato come una variante al Piano Regolatore Portuale vigente e, di conseguenza, dovrebbe essere assoggettato ad una procedura coordinata di VAS (per la variante al Piano)-VIA-V.INC.A.

Per le ragioni sopra esposte si chiede:

a) di imporre il blocco di qualsiasi procedura di assegnazione definitiva della gara da parte del proponente pena la sospensione della procedura di V.I.A.;

b) lo svolgimento della Valutazione di Impatto Ambientale completa, comprensiva dello svolgimento della Valutazione di Incidenza Ambientale e della Valutazione Ambientale Strategica;

c) la segnalazione all'ordine dei Biologi del redattore dello studio ambientale per quanto affermato affinché valutino se il suo operato è rispondente ai requisiti previsti per gli studi di impatti ambientale;

d) alla Procura della Repubblica di valutare l'esistenza di possibili irregolarità nelle procedure connesse alla realizzazione dell'intervento, ivi comprese le procedure di appalto.

Le associazioni scriventi si riservano di sottoporre la questione alla Commissione europea per possibili violazioni delle direttive comunitarie relative alla V.I.A., V.A.S. e V.INC.A.


F.to Massimo Melizzi - Presidente Associazione Pescara PuntoZero
Augusto De Sanctis - Presidente Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus

ASSOCIAZIONE PESCARA PUNTOZERO
Associazione Pescara Punto Zero - Via Larino 10, 65121 Pescara P.iva 00338600687

STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE ONLUS
Sede: c/o Museo De Leone, Riserva Naturale Regionale Lago di Penne, 65010 Penne. 
Sede operativa : via A. De Nino 3, 65100 Pescara - C.F. 93022850692


Osservazioni di Pescara Punto Zero e Stazione Ornitologica Abr. Onlus a VA del PRP_DRAGAGGIO





Pescara, 04/01/2016 

INVIATA VIA PEC a:

-Comitato CCR-VIA della Regione Abruzzo - via@pec.regione.abruzzo.it
-Provveditorato alle OO.PP. del Lazio, Abruzzo e Sardegna - oopp.lazio-uff8@pec.mit.gov.it
-Comune di Pescara - protocollo@pec.comune.pescara.it
-Capitaneria di Porto di Pescara - dm.pescara@pec.mit.gov.it
-Procura della Repubblica di Pescara - prot.procura.pescara@giustiziacert.it

OGGETTO: Valutazione di Assoggettabilità - intervento di dragaggio e movimentazione sedimenti -Porto di Pescara

In relazione all'intervento prospettato dal Provveditorato alle OO.PP. del Lazio, Abruzzo e Sardegna, depositato lo scorso 19 novembre 2015 presso la Regione Abruzzo si osserva quanto segue:

1) DOCUMENTAZIONE NON CONGRUA CON IL D.LGS.152/2006

La documentazione depositata non risponde ai requisiti previsti dalla Direttiva 337/85/CE (oggi 2014/52/CE) e, in particolare, manca completamente il "cuore" della procedura di Verifica di Assoggettabilità e, cioè, lo STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE di cui all'Art.20 comma 1 del D.lgs.152/2006. Inoltre appare evidente che la stessa documentazione depositata non si può certo qualificare come "progetto preliminare", visto che consiste in alcune planimetrie, una relazione istruttoria di 17 pagine (di cui 8 per corrispondenza) che è poco più di un mero resoconto dell'attività amministrativa
svolta e due documenti a firma di una ditta (la L.M.D. spa), "Relazione di escavo" e "Relazione di Movimentazione" di 2 pagine ciascuna con riferimenti generici ad attività connesse ai dragaggi.

Pertanto manca del tutto un'analisi dei potenziali impatti quali, ad esempio:

a) qualità delle acque dei sedimenti posati sulle banchine; eventuale trattamento ecc.;
b) caratteristiche della vasca di colmata, visto che vi sono stati accumulati centinaia di                migliaia di mc di sedimenti senza alcuna copertura;
c) formazione di pennacchi di torbidità durante le operazioni di escavo e movimentazione          dei sedimenti ed impatto sull'ambiente.

2) PARAMETRI RICERCATI

L'ARTA ha ricercato pochissimi parametri (granulometria; mercurio; idrocarburi c>12, test Vibrio fischeri e Pheodactylum tricornutum) rispetto a quelli indicati nel Manuale per la movimentazione dei sedimenti dell'APAT-ISPRA utilizzato come testo di riferimento. 
Tale approccio, sbrigativamente giustificato richiamando non meglio specificate analisi precedenti, non appare corretto visto che la qualità dei sedimenti è fortemente variabile sia in base alla profondità dei sedimenti stessi su cui si interviene sia per le attività che sono state svolte nel bacino interessato (basta, ad esempio, un singolo sversamento
derivante dalle attività commerciali svolte nell'area per produrre una contaminazione differenziale all'interno della colonna di sedimenti). 
Tra l'altro un eventuale riutilizzo futuro del materiale stoccato nella vasca di colmata dovrebbe avvenire sulla base dell'esatta conoscenza del livello di contaminazione e delle varie sostanze presenti.

3) IL DECRETO 471/99 È ABROGATO!

Nelle tre relazioni depositate, per quanto riguarda la qualità dei sedimenti e i relativi limiti tabellari dei parametri, si fa un continuo riferimento al Decreto Ministeriale 471/99 che è stato abrogato dal D.lsg. 152/2006!

4) RIUTILIZZO DEI MATERIALI

Quando si parla di riutilizzo dei materiali (anche se poi si sostiene che saranno portati esclusivamente in vasca di colmata, a parte quelli movimentati in acqua) nelle relazioni si fa riferimento al rispetto della colonna A della tabella 1 dell'Allegato V parte VI titolo V del D.lgs.152/2006 (almeno nella relazione dell'ARTA) o a quella dell'abrogato D.lgs. 471/99.

Visto che alcuni sedimenti potrebbero essere riutilizzati in ambito marino-costiero (ad esempio, ripascimento), si ignora incredibilmente il Decreto 14 aprile 2009 n.56 e i relativi limiti. 
Si evidenzia che recentemente ad una specifica interrogazione all'Europarlamento la Commissione ha così risposto:

 "IT E- 001936/2015 Risposta di Karmenu Vella a nome della Commissione (25.3.2015) La direttiva quadro in materia di acque e, in modo particolare, la direttiva sugli standard di qualità ambientale (SQA) fissano degli standard relativi a vari inquinanti chimici per le acque interne, di transizione e costiere. 
Tali standard sono fissati per il comparto dell’acqua o del biota, ma gli Stati membri possono, su questa base, elaborare e applicare standard anche per i sedimenti, a condizione di garantire un livello equivalente di protezione. 
Quando si utilizzano materiali di drenaggio nell’ambiente costiero bisogna tenere conto del fatto che contengono o rilasciano inquinanti che possono avere ripercussioni sull’ambiente in cui i materiali sono depositati. 
In particolare, il loro uso non dovrebbe determinare un superamento, nell’ambiente in questione, degli SQA (della direttiva “Acque”) pertinenti nell’acqua, nel biota o nei sedimenti. 
Spetta alle autorità italiane garantire che le disposizioni della direttiva sugli standard di qualità ambientale siano rispettati. 
In pratica quando si depositano grandi quantità di materiali di dragaggio, questi possono dover soddisfare gli SQA che si applicherebbero ai sedimenti ai sensi della direttiva “Acque”."

5) COMPATIBILITA' DELLO SPOSTAMENTO DI SEDIMENTI IN AMBITO                  SOMMERSO

L'assenza di qualsivoglia analisi ambientale appare ancor più grave se si pensa che l'intervento in questione si pone come una variante di un progetto in corso che, come evidenziato dalla nota della Capitaneria di Porto 14/04/2015 prot.09.02.05 allegata al progetto, ha già visto una prima movimentazione di 25.000 mc di sedimenti in ambito sommerso.
Pertanto questa variante porta la quantità complessiva di materiale interessato dallo spostamento in un unico progetto a ben 50.000 mc.
Riportiamo qui sotto l'estratto del paragrafo 4.4.2 del manuale APAT "Manuale per la Movimentazione dei sedimenti marini" in cui si evidenzia che il limite per tali operazioni sia di 25.000 mc affinché possa essere considerato come "ambientalmente compatibile".



7) RICORSO ALLE PROCEDURE EMERGENZIALI

Lo scorso 15/12/2015 con parere n.2602 il Comitato CCR-VIA della Regione Abruzzo si è espresso su una richiesta pervenuta dalla Capitaneria di Porto ritenendo opportuno richiamare quanto previsto dall'Art.6 comma 11 del D.lgs.152/2006 e, cioè, la possibilità di attuare e realizzare l'intervento con le procedure semplificate in presenza di situazioni di pericolo.
Ora, riteniamo che tale impostazione sia del tutto illegittima in quanto le ipotesi di sussistenza di situazioni di rischio di tipo emergenziale devono essere stabilite dagli organi competenti e non certo dalla Commissione VIA o dalla Capitaneria di Porto sulla base di valutazioni generiche.
Altrimenti qualsiasi intervento sottoposto a V.I.A. potrebbe essere teoricamente realizzato richiamando situazioni di pericolo al fine di eludere le procedure ordinarie (ad esempio, per una strada richiamando la prevenzione degli incidenti sulla viabilità esistente ecc.).
L'eccezionalità deve essere stabilita secondo le modalità proprie previste dall'ordinamento e dall'autorità che ne ha le competenze specifiche (Ordinanza di Protezione Civile; Ordinanza delle province per i rifiuti; Ordinanze dei sindaci per la tutela della salute pubblica ecc.).

Non ci risulta che per il porto di Pescara e, soprattutto, per l'area interessata dai lavori, possa essere richiamato un problema imminente. 
In presenza di un rischio effettivo per la navigazione basterebbe imporre limitazioni d'uso come già avvenuto in passato.

Per la questione delle esondazioni, sarebbero necessari studi specifici a supporto e non generiche indicazioni, tenendo anche conto che l'area di intervento è l'avamporto e non la canaletta o il porto vecchio dove eventuali accumuli di sedimenti potrebbero forse essere effettivamente fonte di problemi per quanto riguarda il rischio idrogeologico.

Le associazioni scriventi si riservano di sottoporre la questione alla Commissione europea per possibili violazioni delle direttive comunitarie relative alla V.I.A., V.A.S. e V.INC.A.

Per le ragioni sopra esposte si chiede:

a) lo svolgimento della Valutazione di Impatto Ambientale completa, comprensiva dello              svolgimento della Valutazione di Incidenza Ambientale e della Valutazione Ambientale          Strategica;
b) alla Procura della Repubblica, di valutare l'esistenza di possibili irregolarità nelle                      procedure connesse alla realizzazione dell'intervento.



F.to
Massimo Melizzi - Presidente Associazione Pescara PuntoZero
Augusto De Sanctis - Presidente Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus


ASSOCIAZIONE PESCARA PUNTOZERO
Associazione Pescara Punto Zero - Via larino 10, 65121 Pescara P.iva 00338600687

STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE ONLUS
Sede: c/o Museo De Leone, Riserva Naturale Regionale Lago di Penne, 65010 Penne. 
Sede operativa : via A. De Nino 3, 65100 Pescara - C.F. 93022850692


Pescara PuntoZero e Staz. Ornit. Abruzzese: osservazioni V.A. realizzazione dell'apertura della Diga Foranea - Porto di Pescara






Pescara, 04/01/2016 

INVIATA VIA PEC a:

-Comitato CCR-VIA della Regione Abruzzo - via@pec.regione.abruzzo.it
-Provveditorato alle OO.PP. del Lazio, Abruzzo e Sardegna - oopp.lazio-uff8@pec.mit.gov.it
-Comune di Pescara - protocollo@pec.comune.pescara.it
-Capitaneria di Porto di Pescara - dm.pescara@pec.mit.gov.it
-Procura della Repubblica di Pescara - prot.procura.pescara@giustiziacert.it

OGGETTO: Valutazione di Assoggettabilità - intervento di realizzazione dell'apertura della Diga Foranea - Porto di Pescara

In relazione all'intervento prospettato dal Provveditorato alle OO.PP. del Lazio, Abruzzo e Sardegna, depositato lo scorso 20 novembre 2015 presso la Regione Abruzzo si osserva quanto segue.

1) DIFFIDA

La procedura di V.I.A. (compresa la V.A.) deve essere obbligatoriamente svolta il prima possibile quando tutte le ipotesi sono ancora percorribili, compresa l'opzione zero, visto che la fase di assoggettabilità può concludersi con la necessità della successiva V.I.A. completa. Ne deriva che deve essere svolta in assenza di fattori che possono influenzare l'andamento della procedura, orientandola.
Ora, risulta che il Provveditorato alle OO.PP. abbia già appaltato i lavori dell'opera in questione:
-qui si trova il bando (terzo progetto dall'alto): il primo progetto che compare nella lista in
questo momento a questo link http://www.mit.gov.it/mit/site.php?p=cm&o=vd&id=1264;
scadenza presentazione offerte il 25 gennaio 2016.

L'appalto contiene gli elaborati progettuali dell'intervento ora in fase di Verifica di Assoggettabilità!
Ci pare una procedura del tutto illegittima e foriera di potenziali gravi conseguenze per la parte pubblica nonché una forzatura rispetto alle scelte dei soggetti chiamati ad una valutazione "postuma" rispetto all'affidamento della gara (con importi già definiti; elaborati visionati dalle aziende partecipanti alla gara; vincoli contrattuali già operanti ecc.).

2) EFFETTO CUMULO - "SALAMI SLICING"

Il 19 novembre lo stesso proponente ha presentato un secondo progetto strettamente connesso con questo, quello relativo alla creazione di una barriera soffolta. Anche per questo progetto è stata già bandita la gara prima della conclusione della procedura di V.I.A. e, anzi, si è già proceduto con l'assegnazione.
La barriera soffolta termina nella parte distale rispetto alla costa sull'apertura della diga foranea.
E' evidentemente un unico progetto suddiviso in due interventi in maniera del tutto artificiosa (anche ai fini della gara d'appalto a nostro avviso) tanto che in questo progetto si arriva a citare e richiamare documenti (come la relazione del Prof. Gallerano sulla modellazione numerica) che invece sono depositati nell'altro, producendo una confusione incredibile ed inaccettabile. Ammesso e non concesso che i due progetti potessero essere depositati separatamente in ogni caso la documentazione deve essere completa in ambedue i casi.
Pertanto appare una caso evidente di "SALAMI SLICING", volto a rendere meno corposo ciascun progetto preso singolarmente, magari per evitare che si proceda con la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale completa che di solito viene realizzata negli interventi più consistenti. 
Tra l'altro le relazioni affrontano solo parzialmente la questione dell'effetto cumulo tra i due interventi, mancando le valutazioni degli effetti sulla fauna e delle attività di cantiere (ad esempio, la questione del sollevamento di pennacchi durante le fasi di demolizione/costruzione delle due opere che potrebbero così interagire).

3) FLORA E FAUNA

E' del tutto inaccettabile che nella relazione ambientale si rappresenti una situazione completamente diversa dalla realtà per quanto riguarda la condizione del litorale dove si insedierebbe la porzione della barriera prossimale rispetto alla costa.
La relazione insiste nel negare qualsiasi presenza di specie appartenente alla vegetazione psammofila e di specie di fauna di interesse.
Ora, basta guardare le stesse foto inserite nelle relazioni (qui lo screenshot con l'area in questione evidenziata con una freccia), per scoprire che il litorale antistante la Madonnina si caratterizza per una serie di dune embrionali con una vegetazione psammofila consistente in cui dominano specie anche molto rare lungo l'intero litorale abruzzese!




Basta consultare l'articolo sul sito (http://abruzzomolisenatura.forumfree.it/?t=71765914) per scoprire che la realtà raccontata dal redattore sia completamente diversa da quella di campo.
Basta guardare una immagine tratta da google-earth anche senza muoversi dall'ufficio per rendersi conto di tutto ciò; si evidenzia la recinzione usata dai volontari di SOA e WWF per difendere l'area delle dune e del Fratino, anche durante i lavori di prelievo di sabbia per il ripascimento in altre aree. 

Il Comune di Pescara ha esaltato questo tratto di spiaggia davanti al Ponte del mare immortalandolo in un cartellone pubblicitario 6mt x 3mt lungo le strade la scorsa estate proprio per la bellezza di queste dune embrionali !









Sono presenti specie rarissime e protette ad ogni livello. Tra queste il Limonium virgatum con splendidi esemplari:




Tra l'altro sottolineiamo che lo stesso Piano del Demanio marittimo comunale destina quell'area a "Parco delle Dune" ed è incredibile che il redattore non abbia evidenziato.

Riportiamo integralmente l'estratto dell'articolo 10 del Piano del Demanio Marittimo comunale:




Ricordiamo che le piante psammofile sono sottoposte a tutela dalla Legge regionale 11 settembre 1979 n.45 e dal Piano del demanio marittimo regionale, anche sulla base delle segnalazioni provenienti dalle associazioni di tutela ambientale.

Per quanto riguarda le specie faunistiche altrettanto increscioso il fatto che si sia arrivati a negare l'esistenza nell'area di specie di interesse quando addirittura l'area è la più utilizzata in Abruzzo per la nidificazione del Fratino (Charadrius alexandrinus), specie particolarmente protetta a livello comunitario dalla Direttiva 147/2009/CE !

L'area è usata anche per 5-15 nidificazioni/anno, con punte di sei nidi in contemporanea posti proprio tra le dune in formazione. Gli adulti si alimentano nel tratto di battigia antistante.
Si tratta, ribadiamo, della maggiore concentrazione di nidificazioni nell'intero tratto di costa
abruzzese !




Il fatto è così noto che sono innumerevoli gli articoli di stampa/servizi televisivi che hanno trattato l'argomento. Le scolaresche di Pescara vengono portate sulla spiaggia ad osservare i nidi. Sono stati installati anche cartelloni di grande formato.

Per rendersi conto di tutto ciò basta guardare questo servizio televisivo: 


VEDI VIDEO QUI

La situazione dal 2013 ad oggi è ulteriormente migliorata, anche perché i lavori di prelievo della sabbia effettuati per il ripascimento di altre spiagge sono avvenuti escludendo le aree con presenza di piante (interessando quindi esclusivamente battigia) e con accorgimenti tali da limitare e compensare il disturbo causato dai mezzi meccanici all'opera.

La stessa Diga foranea è utilizzata da numerosissime specie tra cui alcune protette dalla Direttiva 147/2009/CE. 

Ne riportiamo alcune: Cormorano (Phalacrocorax carbo), con presenza di un dormitorio con la maggiore concentrazione in Abruzzo, fino a 900 individui; Falco pellegrino (Falco peregrinus); Voltapietre (Arenaria interpres); Gabbiano corallino (Larus melanocephalus); Gavina (Larus canus); Airone cenerino (Ardea cinerea) con un dormitorio con oltre 10 individui; Gabbiano reale pontico (Larus cachinnans); Gabbiano reale nordico (Larus argentatus); Gavina (Larus canus); Fraticello (Sternula albifrons).

A tal proposito da 20 anni la Stazione Ornitologica Abruzzese assicura il conteggio delle specie nell'ambito del progetto IWC dell'ISPRA.

E' quindi incredibile che il redattore non riporti dati ufficiali che sono indispensabili per operare sul manufatto assicurando la mitigazione/compensazione del disturbo antropico su specie importanti che usano il manufatto per il riposo.

CAMBIAMENTI CLIMATICI

Tutte le simulazioni effettuate (riportate nella documentazione dell'altro progetto sulla barriera soffolta!), comprese quelle che sono alla base della soluzione scelta (simulazioni dello studio APAT) non tengono in alcun conto le modifiche del livello medio marino derivanti dai cambiamenti climatici in atto. 
Gli studiosi (si rimanda agli studi dell'IPCC) ritengono che il livello medio marino continuerà a crescere e, sulla base dei vari scenari, si prevede un innalzamento di alcuni decimetri in pochi decenni. 

L'opera, una volta realizzata, dovrà esplicare la sua funzione per alcune decine di anni. 
E' deprimente pensare che non sia stato considerato questo fattore per definire il funzionamento del sistema tra 20-30 anni.

PERICOLOSITA'

La realizzazione della Diga Foranea pur creando gravissimi problemi (sedimentazione -nell'avamporto, ndr-; pessima qualità delle acque di balneazione) ha almeno azzerato i rischi derivanti dalle mareggiate per i fruitori del porto.
La cosa viene certificata dallo studio del Prof. Gallerano. 
Infatti nell'opzione 0 (configurazione attuale) la protezione del porto canale è assicurata e l'altezza delle onde arriva a poche decine di centimetri al massimo. 
Questa condizione è più favorevole non solo per la sicurezza della navigazione ma anche per il deflusso delle acque del fiume in caso di piena in quanto le acque dolci non trovano l'ostacolo del moto ondoso.

Il Prof. Gallerano sottopone ad indagine le altre configurazioni (la 0, 1, 2 e 3), rimanendo d'altro lato esclusivamente nell'alveo dell'unica soluzione individuata nello studio APAT (e, cioè, la deviazione del fiume con la curva) aggiungendo esclusivamente, come varianti, il pennello di protezione esterno all'apertura della diga foranea e la barriera soffolta. 
Lo studio non approfondisce, quindi, altre soluzioni che pure sono state proposte da più tecnici e parti sociali di addetti ai lavori (prolungamento dei bracci attuali verso la diga; allontanamento della diga foranea ecc.).

Lo studio si dimostra, a nostro avviso, carente e parziale, e non soddisfa i requisiti minimi di una procedura di V.I.A. tenendo anche conto dell'estrema delicatezza dell'intervento. 
In ogni caso la simulazione porta a risultati estremamente preoccupanti ! 
Infatti, in alcune condizioni nella configurazione proposta (apertura diga + barriera soffolta + pennello di protezione esterno all'apertura) il moto ondoso entrerebbe addirittura nel porto-canale venendo anche amplificato e rendendolo addirittura impraticabile !

Si riportano gli stralci delle conclusioni della relazione per un altezza dell'onda di 2,0 metri. 
In questo caso il porto diventerebbe impraticabile per almeno 175 ore (cioè anche una settimana).

ndr: per 80° N si intende un mare mosso da levante, o tutt'al più greco-levante, che è stata la prima causa dei problemi del vecchio assetto del porto-canale, quando furono lisciate le palafitte dei due moli guardiani. Il mare da levante, trovando le pareti interne dei due moli lisciate, anzichè con le vecchie palafitte che lo smorzavano, arrivava con la sua onda lunga fin sotto il Ponte Risorgimento, facendo letteralmente "ballare" le navi, i pescherecci e le barche da diporto lì ormeggiate !!!

La cosa peggiora con onde alte 2,5 metri che produrrebbero onde alte 2,8 metri all'interno del porto canale (ma, incredibilmente, questo passaggio della Relazione Gallerano, depositata per l'altro progetto della barriera soffolta, non è riportato nella documentazione del presente progetto!).


La questione è assai delicata in quanto da quella direzione, come chiarisce la stessa relazione idraulico-marittima allegata al progetto, seppur molto raramente, possono arrivare anche onde di altezza tra 4 e 5 metri, cioè più del doppio delle condizioni che secondo la relazione depositata dal provveditorato renderebbero impraticabile il porto!

Quindi i giorni di chiusura sarebbero anche di più.

Crediamo che ai fini del rischio idrogeologico debba essere assolutamente preso in
considerazione l'effetto di una tale mareggiata nel caso avvenisse contestualmente ad una
piena del Fiume Pescara. 

Il mare potrebbe impedire il deflusso delle acque del fiume causando un vero e proprio disastro sulla città.

Richiamiamo in tal senso quanto avvenuto a febbraio del 2015 nell'area di Ravenna-Cervia, con il mare che ha impedito il deflusso delle acque cadute nell'entroterra causando gravissime alluvioni.

SEDIMENTI

L'intervento in oggetto è stato in larga parte proposto per cercare di evitare il dragaggio. Ebbene, la stessa relazione del Prof. Gallerano ammette che, nella configurazione scelta (apertura diga + barriera soffolta + pennello di protezione esterno all'apertura) in ogni caso rimarranno da dragare ogni anno 15.000-20.000 mc di materiali tra i più contaminati. 

Anche in questo caso lo studio appare parziale e insoddisfacente ai fini della procedura di V.I.A. in quanto esamina di fatto un'unica soluzione (quella propedeutica alla deviazione del fiume) e non altre opzioni.

CONFORMITA' CON IL PIANO REGOLATORE PORTUALE

Il progetto non è conforme all'attuale Piano Regolatore Portuale. Il continuo richiamo contenuto negli elaborati al nuovo strumento di pianificazione è completamente fuorviante in quanto esso, non essendo approvato, non è efficace. 

Tra l'altro risulta che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici abbia richiesto
diversi approfondimenti su quel piano.

Appare quindi come una ulteriore forzatura (dopo aver già assegnato l'appalto!) voler mettere tutti "davanti al fatto compiuto" realizzando una parte del nuovo P.R.P.
ancora in fase di approvazione. 

Il presente intervento, da un punto di vista procedurale, va quindi inquadrato come una variante al Piano Regolatore Portuale vigente e, di conseguenza, dovrebbe essere
assoggettato ad una procedura coordinata di VAS (per la variante al Piano)-VIA-V.INC.A.

Per le ragioni sopra esposte si chiede:

a) di imporre il blocco di qualsiasi procedura di assegnazione definitiva della gara da parte         del proponente pena la sospensione della procedura di V.I.A.;
b) lo svolgimento della Valutazione di Impatto Ambientale completa, comprensiva dello             svolgimento della Valutazione Ambientale Strategica;
c) la segnalazione all'ordine dei Biologi del redattore dello studio ambientale per quanto             affermato affinché valutino se il suo operato è rispondente ai requisiti previsti per gli studi     di impatti ambientale;
d) alla Procura della Repubblica di valutare l'esistenza di possibili irregolarità nelle                      procedure connesse alla realizzazione dell'intervento, ivi comprese le procedure di                    appalto.

Le associazioni scriventi si riservano di sottoporre la questione alla Commissione europea per possibili violazioni delle direttive comunitarie relative alla V.I.A. e V.A.S.

F.to
Massimo Melizzi - Presidente Associazione Pescara PuntoZero
Augusto De Sanctis - Presidente Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus


ASSOCIAZIONE PESCARA PUNTOZERO
Associazione Pescara Punto Zero - Via Larino 10, 65121 Pescara P.iva 00338600687

STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE ONLUS
Sede: c/o Museo De Leone, Riserva Naturale Regionale Lago di Penne, 65010 Penne. 
Sede operativa : via A. De Nino 3, 65100 Pescara - C.F. 93022850692