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venerdì 29 marzo 2019

Il PRP è ancora valido ? Lettera alle autorità portuali


Antonio Spina                                                                                      via Giorgione 3    65125 PESCARA-I                                                                                                                          Tel/Fax: +39. 085.74.94.2      Cell: +39.368.73.62.133        Skype:  antoniospina7      
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Pescara 27 marzo 2019

Oggetto: PORTO DI PESCARA

Gentile dott. Marsilio, Governatore d’Abruzzo                                               
Gentile ing. Carlea, Presidente del Consiglio Superiore   LL.PP.,                                                  Gentile dott. E. Rixi, Sottosegretario alle Infrastrutture con delega ai porti                   
Gentile dott. Costa, Ministro dell’Ambiente                                                              
Autorità Portuale del Centro  Adriatico                                                                                                  Direzione Marittima Abruzzo Molise Isole  Tremiti                                                                            
Gentile dott. Alessandrini Sindaco Città di Pescara


sono con la presente a denunciare il fatto che il porto di Pescara ancora di nuovo  si trova in una situazione di “empasse” che ne pregiudica la sua funzione di stimolo naturale e secolare dell'economia di tutta la città.

Il Piano Regolatore Portuale, licenziato da codesto Consiglio Superiore con la clausola del silenzio-assenso (!!!), e già questo è clamoroso per uno strumento urbanistico di tale importanza, viene oltretutto completamente disatteso negli scopi e nell'uso con modifiche in corso d’opera non avallate da alcun organismo pubblico di programmazione: è stata silenziosamente eliminata la darsena dedicata ai pescherecci, a nord del fiume deviato, data l'opposizione fin dall’inizio dell’iter ad essa degli stessi pescatori (v. immagini PRP allegate).

Figura 1: il Piano Regolatore Portuale del 2006


Figura 2: il PRP ridotto, senza la darsena pescherecci a W del fiume deviato. In colore marrone le opere esistenti, in grigio quelle previste.  Nelle immagini a fianco la rosa dei venti e sotto il grafico del moto ondoso prevalenti in questi  paraggi marittimi secondo la Boa Ondametrica Nazionale di Ortona.


E’ sufficiente a nostro avviso questa estrapolazione della darsena pescherecci dal PRP per inficiare completamente gli scopi e le destinazioni  d’uso dello stesso.

In particolare l’aspetto più eclatante è che ci sembra oltremodo difficoltoso per i pescherecci, la cui lunghezza è oramai superiore ai 30 metri e comunque non inferiore ai 20 metri,  rientrare attraverso il varco creato nella diga foranea (1° lotto del PRP già attuato) in quella che sarà poi la stretta imboccatura del fiume deviato, ingresso che era riservato nel PRP ai piccoli motoscafi di 5/6 metri che ormeggiano  nei club nautici lungo le sponde del  fiume.                                                                                                                                             
Come faranno i grossi pescherecci a rientrare nel porto-canale attraverso quella imboccatura con appena un po’ di mare mosso, senza dover accendere ogni volta un cero alla Madonna, è un mistero glorioso.                                                                 
Sfidiamo il neo Presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo Sospiri, che ha dichiarato alla stampa nei giorni scorsi che è pronto il bando per il 2° lotto dei lavori (la deviazione del fiume), a  convincere gli ignari pescatori della bontà di rientare in porto per quella stretta imboccatura, senza essere preso a male parole.                                                                                                                                                                                                         
Si consideri che essi  si lamentano ora dell’attuale imboccatura di scirocco, larga 180 metri, e qualche volta con mare molto mosso devono rifugiarsi in Ortona: come faranno a rientrare per la nuova imboccatura di levante del fiume deviato, larga appena 70 metri ? Desta meraviglia che il presidente dei pescatori-armatori , Francesco Scordella, rimanga silente a tal proposito.

Comunque è chiaro che lo strumento regolatore non è più tale, restando della sua composizione oltre alla deviazione del fiume soltanto il bacino commerciale per i traghetti a est di esso, peraltro affetto dai difetti illustrati in fase di VAS: forte rischio di interrimento e imboccatura pericolosa perchè rivolta a levante-scirocco, anomala per i due moti ondosi prevalenti in Adriatico (1° quadrante e 2° quadrante).

Oltretutto così viene a ripresentarsi il problema che con il PRP si voleva eliminare: il dragaggio del porto-canale. 
Se i pescherecci dovranno rientrare ed ormeggiare nel fiume/porto-canale è chiaro che per permettere loro di manovrare bisognerà tenerlo pulito da quei 30.000 mc di sedimenti che vi si accumulano ogni anno, secondo i dati storici.

Già adesso, a distanza di 6 anni dall'ultimo dragaggio generale di oltre 250.000 mc effettuato nel 2012/13, il porto-canale è di nuovo intasato dai sedimenti  (e l'avamporto dagli interrimenti creati dalla diga foranea), non essendo stata più fatta la normale manutenzione annua di dragaggio.

Le conseguenze sono che i pescherecci più grandi hanno dovuto nelle scorse settimane abbandonare lo scalo di Pescara per andare a rifugiarsi nel porto di Ortona; e soprattutto che la città è di nuovo a rischio esondazione, in quanto un'eventuale piena, trovando i fondali del porto-canale  ostruiti dai sedimenti, non scivolerebbe facilmente verso il mare, così come accaduto durante la piena del dicembre 2013.

Per cui c'è già ora bisogno di un nuovo dragaggio generale. 
A tal proposito, perché non  sono stati in tutti questi  anni smaltiti i fanghi del precedente dragaggio del 2012, accumulati nella vasca di colmata della banchina di levante ? 
E’ questa, secondo noi, la prima operazione da fare per il bene della città.

Ma il problema del dragaggio si ripresenterebbe comunque anche dopo la deviazione del fiume, perché il porto-canale non può essere abbandonato a se stesso sia per permettere l’evoluzione dei pescherecci sia per il rischio esondazione del fiume. 
                                        
Anzi i dragaggi da fare sarebbero doppi una volta ultimato quel che resta del PRP: nel porto-canale/fiume deviato e nel bacino commerciale per i traghetti, che, come si è detto, sarà soggetto a notevoli interrimenti essendo completamente aperto alla traversia di levante-scirocco.

Praticamente sul porto, nato sotto il Re V. Emanuele II ai primi del ‘900 e che per quasi un secolo ha funzionato a meraviglia, si perpetuano gli errori progettuali che lo affliggono da trent’anni: il lisciamento delle pareti interne dei due moli guardiani su palafitte, che fu il primo errore, irrecuperabile (fine anni ’80); poi la costruzione della diga foranea, parzialmente recuperabile (1997); e infine la costruzione del braccio di levante con la darsena (2005), salvabile, che ne ha decretato sostanzialmente la fine.                                                                                                                                                                                 
Per i suddetti  aspetti tecnici, e anche per il fatto che il PRP non è stato sottoposto a VIA nazionale ma solo a diverse VIA regionali per i singoli lotti, quello realizzato e quelli da realizzare, non è il PRP da ritenersi nullo ?

E per altro verso,  per quale motivo non viene presa in considerazione la Proposta alternativa del Comitato Portodipescara (v. immagine e doc. all.ti), che mantiene l'assetto dell’attuale porto-canale, ma salvando la darsena, ripetendo la impostazione originale degli ingegneri del Re, senza le complicate, costose e dannose opere previste dal PRP (deviazione del fiume e nuova diga foranea a protezione del bacino commerciale) ?


Figura 3: la Proposta alternativa al PRP. In colore grigio le opere esistenti. In colore rosso quelle da realizzare.



Proposta che limita poi a quello storico e annuale di 30.000 mc il dragaggio necessario per la navigabilità nel porto-canale e per salvaguardare la città dal rischio esondazione ?

Ringraziandovi per la cortese attenzione che vorrete prestare a questa nostra, cogliamo l’occasione per porgere i nostri migliori saluti,                                                                                                                                                          



Antonio Spina, Portavoce dell’ex Comitato Portodipescara