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giovedì 9 aprile 2020

Benvenuto e meteo


Benvenuto nel blog "Porto di Pescara".
Questa è la home page.
Questo blog funziona un po' come un sito nel senso che vi sono dei post approfonditi per ogni argomento e i post non sono numerosi. 
Il blog si occupa di: porti, spiagge, fiumi, correnti, interrimenti, erosione, etc...e del porto di Pescara in modo particolare.


il porto di Pescara_maggio 2019_immagine Google Earth

                                                                     
STORIA DEL PORTO 

17/04/2011Storia del Porto nel '900 - 2a parte, di A. Spina 
24/09/2013- "La Pescara" di Melchiorre Delfico, 1825
06/11/2012- Storia del Mercato Ittico, di Antonio Spina
15/05/2011- L'altra storia  (e il P.R.P. Piano Regolatore Portuale)di A. Spina



STUDI DI SETTORE
(chi volesse ricevere il documento in PDF degli studi può richiederlo scrivendo all'autore del blog)

Anno 2002 - Il fiume Pescara, rel. Istituto Idrografico Pescara, dell'ing. M. Russo 
19/11/2011  - Lo studio dell'arch. A. Polacco -esperto di pianificazione portuale (04/2000)
15/09/2011 - Della pesca ( e la Proposta di nuove regole)di Antonio Spina
22/02/2012- Studio della costa pescarese: da Francavilla a Montesilvanodi Marco De Marinis
22/02/2012- Difese di spiaggiadegli ingg. V. Marconi, G. Matteotti, M. De Sanctis
07/07/2012- Il PORTO di Pescara:la Proposta alternativa al Piano Regolatore,vari  a



30/04/2013- Il porto turistico Marina di Pescara: possibili soluzioni per l'imboccaturadi A. S.
04/12/2013- Relazione ANPA-De Girolamo, febbraio 2001dell'ing. De Girolamo e di quelli A.N.P.A.
04/08/2014- La foce del Salinedi Antonio Spina
05/08/2014- ex COFA/PP2: Appendice 2 alla Propostadell'arch. A. Polacco e di A. Spina
27/11/2014  - Le imboccature di porti e porticciolidi Antonio Spina
12/06/2015 - Strumenti alternativi per la difesa della costa italianadi Antonio Spina, Luca Mennella, 
                                                                                                                                                                                                         PaoloSerafini, Lucio Giardini
28/09/2019 - Correnti, venti costieri e interrimenti/2  di A. Spina




BLOG COLLEGATI

                     

   


Muore Mimmo Grosso, colpito dal Coronavirus




http://www.rete8.it/cronaca/234pescara-la-marineria-piange-il-suo-capitano-mimmo-grosso-sconfitto-dal-coronavirus/


La marineria di Pescara piange il suo storico rappresentante, Mimmo Grosso: è stato sconfitto dal Coronavirus. Era ricoverato in ospedale, le sue condizioni si sono aggravate negli ultimi giorni anche a causa di patologie pregresse. Aveva 58 anni. Una vita spesa per il mare, il fiume e il porto.

Un uomo di mare, forte, abituato alle tempeste, ai marosi, a sfidare le onde e le maglie della burocrazia. Da sempre in prima linea, Mimmo Grosso, già presidente degli armatori di Pescara, conosciuto per le sue battaglie per il dragaggio del porto di qualche anno fa, per i pescatori e in prima linea nelle vicende annose riguardanti il fiume e il canale impraticabili e pericolosi per gli stessi marittimi a causa di fanghi, sabbie e della dimenticanza degli uomini. Non te lo aspetti, eppure il nemico invisibile non era nulla di tutto questo, ma il Coronavirus che Mimmo aveva contratto e di cui ne scherzava come era solito fare con la sua ironia, persino su Facebook. Lui che proprio dal social tuonava “Restate a casa!”. Era ricoverato all’ospedale di Pescara. Da qualche giorno i suoi post erano, però, sempre più rari fino a quando, stasera, non è arrivata la tragica notizia della scomparsa di Grosso a 58 anni. Già affetto, secondo le prime indiscrezioni, da alcune patologie pregresse che non gli avevano certo impedito di andare in mare come solo un vero capitano sa fare, Mimmo non ha saputo vincere il Coronavirus. Ma la sua non è stata una sconfitta, perché Mimmo ha vissuto per la sua gente e si è battuto come uomo di mare sa fare. Un carattere forte, impetuoso come sa essere il mare in tempesta che più e più volte ha affrontato. Come ha affrontato burocrazia, politica, istituzioni negli anni duri in cui la marineria di Pescara è stata costretta alla via crucis del dragaggio mancato, del fiume impraticabile, della resa e dei pescherecci ormeggiati impossibilitati a prendere il largo a causa dei bassi fondali. Per Mimmo la sicurezza del porto e dei suoi marittimi ma anche degli armatori e di tutte le persone che di mare vivevano, era la priorità. Solo poco più di un paio di settimane fa ci contattò telefonicamente per fare un reso conto del già fatto e di ciò che aveva intenzione di chiedere per i lavori del nuovo porto, gli indennizzi del fermo pesca, affrontare la situazione della categoria in tempo di Coronavirus, guarda caso, e mettere in campo altre idee per rivitalizzare la Pescara del mare e del fiume. Arriva il cordoglio dell’attuale presidente degli Armatori Francesco Scordella e di tutti coloro, tra armatori e pescatori, che lo conoscevano e anche tra politici, autorità portuali ed esponenti delle istituzioni. Grosso non aveva peli sulla lingua, più volte si è recato nei palazzi del “potere” per chiedere, anzi pretendere il dovuto per la categoria che a Pescara conta un cospicuo numero di pescherecci, senza contare l’indotto. E Mimmo ce l’ha fatta con tutta la marineria, le sue vittorie le ha avute: il dragaggio, il ritorno in mare dei pescherecci, il ristoro, ma non era soddisfatto appieno perché troppe cose sono rimaste irrisolte e sono tornate come prima. Proprio per questo assieme agli altri armatori e allo stesso Scordella voleva continuare a battersi. La sua ironia era la sua peculiarità, il suo modo di porsi, di farsi ben volere da tutti, persino quando si litigava, perché le liti, in famiglia, non mancano mai, poi amici come prima ed ha avuto forza e la diplomazia di rompere le maglie della burocrazia. Perché da uomo di mare era abituato ad attraversare le tempeste e a uscirne indenne, anzi, a fare uscire indenne prima tutti gli altri, poi come la legge del mare vuole, lui, capitano, l’ultimo ad abbandonare la nave. Il peschereccio di Mimmo, Nausicaa, ha sfidato le onde, il freddo e il caldo, le difficoltà della marineria e del porto impraticabile, ha chiamato a raccolta la “ciurma” nelle sue battaglie, anche con azioni eclatanti ed ha ottenuto risposte. Ma non si è arreso, Mimmo, nemmeno quando dopo anni la situazione del porto canale è tornata ad essere difficile. Ha seguito il progetto per il nuovo porto ma non è riuscito a vederne la conclusione che dovrà avvenire, si spera, in tempi rapidi. La marineria pescarese si stringe attorno alla famiglia di Grosso, non solo, anche tutti i cittadini che lo conoscevano. Conoscevano l’uomo, il combattente, il comandante, il pescatore e l’armatore, perché Mimmo era tutto questo e per anni ha rappresentato la sua categoria nei tavoli istituzionali. Di Mimmo si ricordano le “battute” in dialetto, i racconti delle avventure in mare, il lavoro duro di pescatore, l’essere “fumantino” al momento giusto per poi ritrovare la razionalità che gli ha permesso di rapportarsi con politici, istituzioni, autorità marittime e portuali.
Tanti i servizi realizzati dal Tg8 insieme a te perché attraverso i media volevi informare, denunciare, raccontare e tenere al corrente la tua gente e i Pescaresi della situazione del cuore della città marinara. Ciao Mimmo, che il mare ti sia lieve, perché chi come te ha combattuto fino alla fine e chi come te ha vissuto, non ha perso mai. Buon vento, Capitano. 

mercoledì 8 gennaio 2020

Verso la costruzione del Piano Regolatore Portuale


Dopo le ultime riunioni fra L'Autorità Portuale del Medio Adriatico di Ancona, il Provveditorato OO.PP. di Lazio-Abruzzo-Sardegna e la Regione Abruzzo è chiaro che l'Amministrazione si avvia a completare il progetto di Piano Regolatore Portuale (PRP), pur modificato con l'eliminazione della darsena pescherecci a ovest del fiume deviato (v. immagine seguente):


Il PRP senza la darsena pescherecci a ovest del fiume deviato (croce di colore rosso)




























D'altronde con la realizzazione del varco nella diga foranea e la costruzione del pennello a protezione della nuova imboccatura è stata realizzata la prima parte del PRP (1° bando dei lavori, v. immagine seguente):



il porto di Pescar a Maggio del 2019: è stato aperto il varco nella diga foranea, che sarà la nuova imboccatura del porto-canale, ed è stato costruito il pennello a protezione della stessa.


I portatori di interesse del porto (la stessa marineria e la sua Associazione Armatori, gli spedizionieri e i petrolieri di Abruzzo Costiero -Di Properzio-) sono tutti d'accordo nel proseguire i lavori di costruzione del PRP, dopo aver concordato con il Provveditorato alle opere pubbliche e con l'Autorità Portuale l'eliminazione della darsena pescherecci: le barche dei pescatori rientreranno nel nuovo porto-canale che si formerà con la deviazione del fiume dal Ponte del Mare fino al varco aperto nella diga.

Per cui tornare indietro, a questo punto e con queste determinazioni, ci sembra difficile.

E difficile ci sembra che si possa cominciare una nuova procedura del PRP con l'adozione della nostra Proposta alternativa, che continuiamo a ritenere migliore del PRP, ma che allungherebbe ancora di anni la soluzione dell'assetto portuale della città di Pescara; ritardi che finora hanno privato l'economia cittadina di tutti i traffici marittimi, passeggeri e merci (carburanti).

Questo non significa che le osservazioni contrarie al PRP, da noi espresse finora, siano venute meno soprattutto per quanto riguarda i dragaggi futuri del porto-canale e del bacino commerciale e della sua difficile imboccatura.

Però, se ci sembra che quest'ultima non si possa modificare in meglio in alcun modo, invece per il nuovo porto-canale riteniamo possibili alcune modifiche che lo renderebbero almeno migliore sotto il profilo della sicurezza della navigazione all'imboccatura e della eliminazione della risacca all'ormeggio, che comprometterebbe l'agitazione interna nel porto-canale e quindi la sicurezza in banchina per i pescherecci.

Come da me descritto nel lavoro "Le imboccature di porti e porticcioli", la sicurezza all'imboccatura del porto e la sicurezza all'ormeggio sono i due elementi da cui, da entrambi, non si può prescindere nella costruzione di un porto. 
Venendo meno anche solo uno dei due aspetti, un porto non sarebbe quel rifugio sicuro in caso di burrasca, motivo che è alla base della sua costruzione.

Se un porto non è sicuro proprio quando c'è burrasca, che porto è ?

Per quanto riguarda il primo punto, la sicurezza all'imboccatura del nuovo porto-canale, scrivevamo nelle nostre Osservazioni al PRP che essa è troppo stretta (70 metri): infatti già adesso i pescatori si lamentano dell'imboccatura attuale del porto, che è rivolta a scirocco, ed è pur larga 180 metri, ma che li costringe a mettere la barca di traverso al mare mosso per rientrare quando c'è burrasca dal 1° quadrante (nord e nord-est).
Figuriamoci se l'imboccatura è stretta solo 70 metri !
I pescherecci, soprattutto i più grandi che sono quelli che con più probabilità devono rientrare sotto burrasca, non avrebbero lo spazio sufficiente a manovrare in sicurezza.

La proposta dei pescatori è quella di allargare l'imboccatura fino a 120 metri e sembra che il Provveditorato alle OO.PP. abbia già recepito questa osservazione e programmato di allargare l'imboccatura, come espresso dall'ing. Bentivoglio nel corso dell'audizione dei primi di luglio scorso con la Commissione Trasporti del Senato e della Camera presso il Ministero delle Infrastrutture.

Naturalmente tale modifica deve essere attuata prima della costruzione del nuovo molo sud del nuovo tratto di foce del porto-canale, che sarà largo 70 metri, poichè l'imboccatura deve essere raccordata con tale tratto (v. immagine seguente):



il nuovo tratto di foce del porto-canale: dove si notano la nuova imboccatura larga 120 metri, il nuovo tratto di foce largo 70 metri (e profondo 5 metri) e la strozzatura immodificabile sotto il Ponte del mare, larga 42 metri (i due piloni del ponte certamente non possono essere spostati).




Secondo queste nuove determinazioni la nuova imboccatura sarebbe orientata per nord-est, greco-45°, come i moli guardiani della vecchia imboccatura del porto-canale, ma larga 120 metri, il che darebbe ai pescherecci più grandi (sono lunghi da 30 a 35 metri) la possibilità di manovrare in sicurezza sia in caso di burrasca dal I che dal II quadrante (v. particolare nell'immagine seguente):



particolare della nuova imboccatura del porto-canale di Pescara, larga 120 metri, con l'allargamento dell'imboccatura (croce di colore rosso) ottenuto con un ulteriore taglio della diga foranea.

Questo per quanto riguarda l'imboccatura.

Però per quanto riguarda il secondo punto di queste (nuove) osservazioni, cioè la sicurezza all'ormeggio, si ritiene che bisogna  evitare che la risacca arrivi dentro il nuovo porto-canale.

Secondo quanto stabilito dal PRP, il nuovo tratto di foce sarà costruito con pareti lisce, con una profondità di 5 metri e una larghezza fra i due nuovi moli di 70 metri.

Ora, soprattutto in caso di traversia da levante e greco-levante, è evidente che il moto ondoso si insinuerà fra i due nuovi moli (risacca) ed avrà anche un'accelerazione a causa del restringimento dai 120 metri dell'imboccatura ai 70 metri del nuovo tratto di foce fino al Ponte del mare (dove la larghezza, immodificabile a causa della presenza dei due piloni del ponte, passerà a 42 metri).

La risacca determinerà un rilevante moto ondoso dentro il porto-canale e comprometterà la sicurezza dell'ormeggio dei pescherecci alle banchine.
Cioè si riprodurrà quel fenomeno che decretò la fine del vecchio porto-canale, quando vennero lisciate con una soletta di cemento le palafitte su cui poggiavano i moli stessi.
Le palafitte erano state costruite proprio per smorzare la risacca e infatti fino a quando non vennero lisciate (anni '80) dentro il vecchio porto-canale c'era sempre calma piatta all'ormeggio anche se fuori del porto infuriava la burrasca.


Quindi la proposta che giriamo al Provveditorato OO.PP di Roma e all'Autorità Portuale del Centro Adriatico di Ancona è quella almeno di costruire su palafitte i due nuovi moli del fiume deviato, come nella foto sottostante, dal Ponte del Mare fino alla nuova imboccatura:


un'immagine del vecchio molo nord del port-canale: sono in evidenza le palafitte su cui poggiavano i moli e le celle anti-risacca, alternate ad esse.


Risolto il problema della risacca naturalmente rimane il problema della manutenzione dei fondali del nuovo porto-canale e del bacino commerciale con dragaggi costanti e annuali e con l'uso continuativo della vasca di colmata, che va annualmente svuotata e riempita di nuovo con i materiali dei nuovi dragaggi, almeno fino a quando i fanghi del fiume saranno inquinati e non potranno essere scaricati direttamente in mare.

Quindi le future Amministrazioni dovranno costantemente finanziare i dragaggi per evitare che i due bacini si interrino, ostacolando la manovrabilità dei pescherecci e dei traghetti o della petroliera, e evitando che la città corra il rischio di "andare sott'acqua" in caso di piena del fiume.

Ricordo a tal proposito che la piena del dicembre 2013 defluì facilmente in mare senza incontrare ostacolo nei fondali, e senza esondare quindi verso la città, proprio perchè il porto canale era stato da poco dragato con il dragaggio straordinario di 250.000 mc  (i fondali erano puliti).

L'Autorità Portuale del Medio Adriatico di Ancona e il Provveditorato alle Opere Pubbliche di Lazio e Abruzzo si faranno carico di queste attenzioni verso il Porto di Pescara per far sì che ritorni a funzionare sia come porto per i pescherecci sia per le attività commerciali e del traffico passeggeri, e salvaguardino la città dal rischio esondazione del fiume ?




Gennaio 2020