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venerdì 30 settembre 2016
venerdì 23 settembre 2016
CONSIGLI NON RICHIESTI SUL TAGLIO DELLA DIGA FORANEA
Nel mese di luglio scorso abbiamo letto la notizia
che, con la nomina di Gianluca Marcantonio al Consiglio Sup. dei LL.PP., la
priorità sarà il taglio della diga foranea, come asseriva il professionista in un’intervista al quotidiano Il Centro del
14/7.
Il prossimo 26 settembre, il Consiglio Superiore
dei LL.PP. si pronuncerà sulla definitiva soluzione da dare all’assetto del
porto di Pescara con l’approvazione del PRP o della nostra Proposta alternativa.
Ora, se il taglio della diga è quello previsto dal
PRP, cioè a ¾ circa di essa verso NW per creare lo sfogo al fiume deviato, qui non
ci pronunciamo di nuovo avendo già espresso la nostra forte avversione alla
deviazione del fiume nelle Osservazioni fatte in fase di Valutazione Ambientale
(http://portodipescara.blogspot.it/2015/12/osservazioni-allavviso-di-deviazione.html ) e anche precedentemente nelle Osservazioni
allo studio di compatibilità idraulica del DHI
(http://portodipescara.blogspot.it/2015/10/i-commenti-alla-verifica-idraulica-di.html
).
Ma se il taglio della diga riguarda i circa 100
metri della sua punta sud, volendo dare realizzazione ad un porto-canale con
l’assetto verso NE come previsto nella nostra
Proposta, allora bisogna che il Consiglio adegui il piano delle
priorità dei lavori, altrimenti la
risacca da levante, una volta tagliata la punta sud della diga per circa 100
metri, farà scempio dei pescherecci ormeggiati nel canale fino a quando sarà
completato il nuovo molo sud, così come è venuto fuori dalle consultazioni verbali
e scritte con la marineria locale.
La
scaletta dei lavori insomma dovrà essere rivista in funzione della presenza nel
canale dei pescherecci ormeggiati durante i lavori, pescherecci che torneranno
in mare la prossima settimana dopo il fermo-tecnico di un mese e mezzo.
Ricordiamo a tale scopo che i problemi più grossi,
negli anni ’80, i pescherecci e le navi li ebbero quando furono lisciate le
palafitte dei due vecchi moli guardiani e dentro il canale, dove essi ormeggiano,
l’acqua “ribolliva” per la risacca che si creava soprattutto con mare da
levante, procurando ad essi non pochi danni e disagi ai loro comandanti.
Figura 1: il taglio della diga previsto dal PRP |
E’
ben visibile del disegno di progetto e fra le batimetrie l’accumulo di secca che
si forma sottovento alla punta del braccio di levante, secca che si vuole
evitare in fase di sistemazione dell’assetto del porto con l’arretramento della
banchina di levante e una diversa angolazione della punta del braccio di
levante.(v. immagine seguente)
Figura 2: il taglio della punta sud diga previsto nella Proposta alternativa, tratto che verrebbe ad insistere nel nuovo canale della nuova imboccatura del porto. |
Se la soluzione che adotterà il Consiglio sarà quella
di realizzare la nostra Proposta, secondo
noi bisogna che la priorità venga data alla costruzione del nuovo molo sud, che
comprende anche l’arretramento della banchina di levante della darsena e il
taglio della punta nord del braccio di levante (di colore rosso nel disegno).
L’arretramento della banchina prevede infatti che
venga smussata la punta del braccio di levante per evitare che sottoflutto ad
essa si formi quel piccolo cumulo di interrimenti che abbiamo visto raffigurato
nelle batimetrie ufficiali della figura 1 e che ha creato non pochi problemi
alla navigazione dei pescherecci e della petroliera anche in tempi recenti.
L’ideale perciò, secondo noi, sarebbe che venga non
solo smussata quella punta ma che venga arretrata la banchina di levante, con
lo scopo di allungare anche quella di riva, di circa 30/50 metri, in modo da avere più spazio per il bacino di
evoluzione al centro della darsena e due banchine (quella di riva e quella di
levante) più lunghe.
Se l’Amministrazione non dovesse
ritenere opportuno l’arretramento della banchina di levante (di 30/50 metri)
riteniamo comunque che la punta nord del braccio di levante debba essere
smussato come nel disegno, proprio ad evitare che crei sottovento quell’accumulo
di figura 1.
Insomma, le ipotesi per la realizzazione dei
lavori sono due:
- o durante
i lavori i pescherecci si trasferiscono in Ortona: ma questo non lo vuole
nemmeno l’ultimo dei pescatori perché quel porto è scoperto a scirocco e
li costringerebbe a montare la guardia anche quando dovrebbero riposare
nelle loro case di Pescara, al minimo accenno di vento da SE, come hanno
verificato sulla loro pelle quando dovettero traslocare colà nel 2012 (il
porto di Pescara era chiuso alla navigazione);
- oppure i
lavori vengono fatti lasciando che i pescherecci continuino a lavorare
normalmente, entrando ed uscendo dal porto, di notte solitamente, quando
si presume che i lavori siano fermi.
In questo secondo caso, che riteniamo il migliore,
un’ipotesi di lavoro potrebbe essere quella di far avanzare la costruzione del
nuovo molo sud di 20/30 metri e contemporaneamente accorciare la diga di
altrettanti metri, in modo da lasciare sempre aperta una imboccatura di 80/100
metri, che man mano si sposterebbe da SE a ESE, poi ad E e infine a NE, che è
quella dell’assetto finale.
In pratica, i lavori dovrebbero avanzare come
veniamo a precisare in questi disegni seguenti:
Figura 4: progressione lavori TAVOLA II: taglio di altri 30 metri di diga foranea e costruzione di altro tratto di pari misura del nuovo molo sud. |
Se, durante i lavori, è possibile lasciare per i
pescherecci man mano un varco per entrare ed uscire dal porto, riteniamo che per
la petroliera Galatea sia impossibile scaricare nel periodo in cui il porto
sarà in costruzione.
Perciò i lavori dovranno procedere il più
alacremente possibile per non danneggiare il traffico petrolifero per troppo
tempo, dovendo la società Abruzzo Costiero far ricorso ai camion per
approvvigionarsi.
Figura 6: progressione lavori TAVOLA IV: costruzione del nuovo molo sud e allungamento della pipe-line per la petroliera. |
Sui due nuovi moli, naturalmente COSTRUITI SU
PALAFITTE E CAMERE DI DISSIPAZIONE (v. foto sottostante), dovranno essere
previste due pipeline per permettere alla petroliera di scaricare di volta in
volta sottovento ad uno di essi e fuori dalla darsena, allungando la pipeline
esistente fino ai due punti di attracco previsti per la petroliera.
Figura 8: progressione lavori tavola V: costruzione del nuovo molo nord a partire dall’attacco della diga foranea. |
L’ultimo tratto della nuova banchina di NW della
darsena, quello vicino alla diga e alla nuova vasca di colmata, dovrebbe essere
più inclinato rispetto al disegno redatto precedentemente (di colore rosso
chiaro) in modo da favorire maggiormente
il deflusso dei sedimenti del fiume e impedire che una posizione troppo a
traverso crei interrimenti sottoflutto.
Se si guarda con attenzione nelle immagini quel
tratto era stato disegnato più a traverso e con due tratti ad angolazione
diversa. In pratica bisognerebbe creare una diagonale fra i due punti estremi
di essi.
La
costruzione della banchina di NW della darsena si potrebbe anche anticipare per
evitare che le acque inquinate del fiume vadano ad invadere per un’altra
stagione le acque di balneazione, come è accaduto nel corso del 2016.
E perciò potrebbe essere il primo
lotto da costruire.
Infatti
si ritiene che passeranno alcuni anni prima che il nuovo depuratore di Pescara,
programmato dalla Regione nel Masterplan, venga realizzato e prima che il fiume
venga bonificato come ci impone la Unione Europea.
A tal proposito si leggano le Osservazioni fatte
in fase di Valutazione Ambientale per la creazione della scogliera soffolta:
Figura 11: progressione lavori TAVOLA VIII: costruzione della nuova imboccatura del Marina con moli su palafitte. |
Ci sembra strano che finora la Camera di
Commercio, proprietaria del Marina, non abbia richiesto dei finanziamenti per
modificare l’imboccatura del Marina, croce dei diportisti che vi ormeggiano le
loro barche più grandi e di quelli che vorrebbero fermarvisi ma non possono a
causa della bassissima profondità dell’imboccatura.
L’occasione della
sistemazione del porto commerciale è ghiotta per trovare una soluzione anche al
Marina, creando anche un bacino esterno profondo per gli yacht con maggiore
pescaggio, residenti o di passaggio. A tal proposito si leggano le valutazioni
fatte nel seguente studio: http://portodipescara.blogspot.it/2013/04/il-porto-turistico-marina-di-pescara.html
.
Figura 12: CREAZIONE DELLA BANCHINA DELLA MADONNINA |
L’ultima operazione da fare dentro al porto-canale
è la realizzazione della nuova banchina della Madonnina, che serve allo scopo
di velocizzare la corrente nel canale ed evitare il ricircolo dei sedimenti, e
inoltre creare delle nuove banchine per il cantiere e lo scalo di alaggio e una
banchina per lo scarico del pescato o per l’appoggio a quelle barche che
dovessero effettuare grosse operazioni di manutenzione: cambio motore, verricelli,
etc…
A tal proposito si leggano le Osservazioni fatte
in fase di V.A. di cui sopra: http://portodipescara.blogspot.it/2015/12/osservazioni-allavviso-di-deviazione.html
Inoltre sotto la nuova banchina bisognerebbe creare
un canale di scolo di emergenza per una piena eccezionale, che darebbe un
ulteriore sfogo alla maggiore quantità di acqua (si ricordi quella ultima del
2013).
Per terminare i lavori è necessario un dragaggio generale per riportare i fondali del
canale alle quote di progetto: quello interno alla batimetria di – 4 di
profondità (sono passati già 3 anni dall’ultimo dragaggio) a cominciare dal
Circolo Canottieri, usando la nuova vasca di colmata, e quello più esterno per riportare di nuovo la
canaletta a – 4 mt di profondità, e la darsena e il canale della nuova imboccatura
alle BATIMETRIE NATURALI indicate in pianta (-6,5/-7 nella darsena e da
-7 mt fino ai -12 metri della nuova imboccatura), che tali rimarranno negli
anni successivi secondo i nostri calcoli.
I fanghi del nuovo dragaggio dovrebbero essere
esenti dalla presenza di mercurio, o altre sostanze chimiche, essendo esso stato eliminato con quello del
2012/2013, salvo verifiche di nuove perdite dalla discarica Tremonti di Bussi
(come sembra dalle ultime notizie da noi ricevute).
E’ noto che il mercurio o altre sostanze chimiche
viaggiano attaccati ai sedimenti e non in sospensione nell’acqua del fiume,
come spiegato dal prof. Giaccio, dell’Università D’Annunzio, durante il
primo convegno sul porto, nel 2000.
E quindi anche la loro lavorazione nella nuova
vasca di colmata dovrebbe essere più semplice al fine di un loro riciclaggio a
terra.
A tal proposito è da valutare una possibilità, che
ci è stata prospettata ultimamente, di fare un dragaggio con idrovore e
laboratorio di lavorazione che abbiamo previsto sulla nuova vasca di colmata ( ing.
Vallese).
Dopo il primo anno si vedrà se i sedimenti del
fiume nel canale saranno 30.000 mc, come abbiamo previsto, o 50.000 come
potrebbe continuare ad essere, uguali cioè al volume storico annuale di
sedimentazione in esso.
Ma noi riteniamo che il raddrizzamento del canale
mediante la nuova banchina della Madonnina renderà più veloce la corrente ed
impedirà il deposito dei sedimenti del fiume nei pressi di essa, come spiegato
nelle Osservazioni
allo studio del DHI.
Tutto
quanto sopra è quanto ci preme segnalare
all’Amministrazione per la progressione dei lavori in modo che ci siano meno
problemi possibili alle attività dei pescherecci durante i lavori di
costruzione del nuovo porto.
Si
inviano codeste riflessioni, sperando di aver fatto cosa gradita.
giovedì 15 settembre 2016
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