Questa seguente
è la prima edizione del Piano Regolatore Portuale di Pescara (2006) prevista dalle Amministrazioni
di centro-destra e di centro-sinistra del Comune e della Regione.
Le prime contestazioni
al PRP vennero dai pescatori stessi che si rifiutarono di essere messi nella
darsena pescherecci a W del fiume deviato (per l’ingresso pericoloso, per
l’avamporto piccolo e sotto maestrale, per l’ormeggio in acqua di mare, etc…) e
ad esso si opposero sia con una raccolta
di firme all’unanimità presentata in Capitaneria, sia con le Osservazioni fatte in fase di VAS
regionale, da essi e
anche dagli ingegneri di Pescara.
Di fronte a
questa opposizione, le Amministrazioni decisero d’accordo con i progettisti di eliminare dal PRP la darsena
pescherecci e permettere che il porto-canale e
il fiume deviato siano utilizzati anche dai pescherecci (era previsto solo per i
piccoli motoscafi).
Questa seguente
fu la prima modifica al PRP:
Figura 2: il PRP ridotto. Nel cerchio rosso la strettoia del Ponte del Mare (42 metri di larghezza, -4 metri di profondità). |
Ma anche così la
nuova soluzione non andava bene perché i pescherecci sarebbero stati costretti
a rientrare nella stretta imboccatura del fiume deviato (70 metri, verso
levante), dedicato originariamente ai piccoli motoscafi ormeggiati nei circoli
nautici disseminati lungo le sponde del fiume.
Infatti i pescatori, che già si
lamentano dell’attuale ingresso di scirocco largo 180 metri, come potrebbero
rientrare in quello di 70 metri (verso levante) ?
Poco dopo si
scoprì che il fiume deviato, che avrebbe dovuto avere una larghezza di 70 metri
e una profondità di -4 metri, progettato così per permettere il deflusso dei
sedimenti dal canale interno ed evitare
nuovi dragaggi, non passava sotto il Ponte del Mare, dove c’è una larghezza
possibile di soli 42 metri fra i due pilastri principali del ponte stesso.
Così l’ultima
soluzione del PRP fu questa:
Cioè i
progettisti hanno pensato di risolvere il problema della strettoia aumentandone
la profondità. Ma per compensare la larghezza di 42 metri la profondità
dovrebbe essere di circa -7 metri. Infatti se si riduce la larghezza, secondo i
principi della fluido dinamica, si deve aumentare la profondità di una misura
tale da avere una sezione di uguale area (v. figura seguente).
Ma tale sezione
dovrebbe essere mantenuta fino alla foce per evitare l’effetto scalino sul
fondo del fiume (-4, poi -7, poi di nuovo -4 metri): cioè bisogna mantenere la
profondità di -7 metri e la larghezza di 42 metri dal ponte fino alla foce, e
allargarla di nuovo in raccordo con la nuova imboccatura di 70 metri del fiume
deviato (il varco aperto nella diga foranea), mantenendo la stessa profondità.
Ora, tutto il
progetto del PRP si basa sull’esigenza dell’Amministrazione di eliminare il
problema del dragaggio del porto-canale, ma, restando la strettoia sotto il
Ponte del Mare, esso dovrà essere dragato come sempre sia per permettere ai
pescherecci di manovrare sia per il rischio esondazione del fiume.
Ma ciononostante
gli Amministratori e i progettisti del PRP hanno pensato di risolvere il
problema della difficoltà dei pescherecci a rientrare nel fiume deviato
(perlomeno i più grossi) spostando il loro ormeggio sull’ultimo tratto della
canaletta attuale, che invece secondo il PRP doveva essere tombato a cemento.
Se questo fosse un porto progettato bene, si sarebbe previsto che
l’ormeggio dei pescherecci nell’ultimo tratto della canaletta attuale non è
possibile:
sia perché non c’è posto per tutti i pescherecci (sono 40 circa) per
l’ormeggio a quella banchina;
sia perché le sponde della banchina in quel
tratto sono così alte rispetto al bordo dei pescherecci da rendere impossibile
le normali manovre di scarico del pescato, di carico-scarico delle reti, di
manovra per l’ormeggio (viene a mancare la corrente del fiume che agevola lo
scostamento dalla banchina);
sia perché la strada di quella banchina è dedicata
al traffico dei passeggeri e delle auto o dei camion verso la darsena e la
commistione con i camion e le auto dei pescatori non è possibile, perché si intralcerebbero
fra di loro.
Anche lasciando
che una parte dei pescherecci (i più piccoli) rientrino nel fiume deviato, il
canale interno dovrebbe essere comunque dragato costantemente per permettere la
loro evoluzione in fase di ormeggio.
Già adesso anche i pescherecci più piccoli
toccano il fondo dovunque nel porto-canale (rompono le eliche, si otturano le
prese di raffreddamento dei motori, etc…) e l’intenzione dell’Amministrazione
di non dragarlo più non promette niente di buono né per le esigenze attuali né
per quelle future.
Se questo fosse un porto progettato bene, si sarebbe previsto che
comunque il dragaggio bisognerà farlo costantemente per evitare il rischio di
esondazione del fiume in caso di piena.
Anche ammesso che il problema della strettoia sotto il Ponte del Mare si risolva con una maggiore profondità della sezione del fiume deviato (a -7 metri) rimane il problema di fondo che il tratto porto-canale/fiume deviato negli anni è destinato a restare pieno di sedimenti, o a riempirsene di ulteriori, per la minore velocità del fiume rispetto a quella nella canaletta (minore velocità significa maggiore deposito di sedimenti).
Anche ammesso che il problema della strettoia sotto il Ponte del Mare si risolva con una maggiore profondità della sezione del fiume deviato (a -7 metri) rimane il problema di fondo che il tratto porto-canale/fiume deviato negli anni è destinato a restare pieno di sedimenti, o a riempirsene di ulteriori, per la minore velocità del fiume rispetto a quella nella canaletta (minore velocità significa maggiore deposito di sedimenti).
Se questo fosse un porto progettato bene, non si dragherebbe fin
dalla sua costruzione il bacino commerciale ad una profondità di -8 metri, innaturale per
le batimetrie in quel punto che sono di 6,5 metri (v. seconda immagine
seguente): i progettisti dovrebbero sapere (come sanno anche i bambini) che una
fossa nella sabbia si riempirebbe in poco tempo come prima.
E saprebbero che
un bacino aperto a Est (levante) è soggetto ad interrarsi per via del moto
ondoso da levante-scirocco prevalente nei paraggi marittimi di Pescara.
Quindi saprebbero
che non solo il dragaggio iniziale è inutile ma che il bacino così aperto a
levante-scirocco ha bisogno di dragaggi costanti negli anni per mantenere un
minimo di fondale adatto ad accogliere non solo la petroliera di Di Properzio
ma anche un traghetto per la Croazia.
E saprebbero
anche che nessuna nave da crociera potrebbe entrarvi (come ha asserito qualche politico nei giorni scorsi) perché esse hanno bisogno di
almeno 15 metri di profondità per manovrare.
Se questo fosse un porto progettato bene non si farebbe con
l’imboccatura rivolta a levante-scirocco perché rende l’ingresso difficile con
il moto ondoso da tramontana (l’altro moto ondoso prevalente nei paraggi
marittimi di Pescara): già adesso è in vigore una Ordinanza della Capitaneria
che vieta l’ingresso con moto ondoso da Nord-tramontana di forza 4.
Che è un
handicap non tanto per la petroliera, che può aspettare che il mare si calmi
per entrare in porto, ma soprattutto per un traghetto, che deve rispettare giorno
e orario di attracco.
Se questo è il porto che si vuole
costruire, le Amministrazioni che lo sponsorizzano cercherebbero di evitare
che i soldi dei contribuenti siano spesi male.
Per questi
motivi, noi e il M5Stelle di Pescara abbiamo chiesto al vice-ministro
Edoardo Rixi, che ha la delega per i porti, di annullare il Piano
Regolatore Portuale, che oramai non
corrisponde più al progetto iniziale, e di esaminare la nostra Proposta
alternativa, che non ha nessuno dei difetti fin qui elencati per il PRP, e che
impone alla Amministrazione soltanto lo storico annuale dragaggio del
porto-canale di 30.000 mc (la normale manutenzione del porto con l’uso della
vasca di colmata, da svuotare e riempire perché i fanghi sono oramai puliti.
Fanghi che in futuro potrebbero essere scaricati direttamente a mare, essendo
venute a mancare lungo il corso del fiume le industrie chimiche che li
inquinavano).
Un progetto di
porto dovrebbe limitare al massimo la sua manutenzione: perciò noi prevediamo
che sia uno solo, quello storico di 30.000 mc, il dragaggio del porto-canale;
invece il PRP ridotto ne prevede due: uno nel porto-canale/fiume deviato e uno
nel bacino commerciale.
Questa la nostra Proposta:
Questa la nostra Proposta:
maggio 2019