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Pescara 27 marzo 2019
Oggetto: PORTO DI
PESCARA
Gentile dott. Marsilio, Governatore d’Abruzzo
Gentile
ing. Carlea, Presidente del Consiglio Superiore LL.PP., Gentile dott. E.
Rixi, Sottosegretario alle Infrastrutture con delega ai porti
Gentile dott. Costa, Ministro dell’Ambiente
Autorità
Portuale del Centro Adriatico Direzione Marittima Abruzzo Molise Isole Tremiti
Gentile dott. Alessandrini Sindaco Città di Pescara
Gentile dott. Alessandrini Sindaco Città di Pescara
sono con la presente a denunciare il fatto che il porto di Pescara ancora di nuovo si trova in una situazione di “empasse” che ne pregiudica la sua funzione di stimolo naturale e secolare dell'economia di tutta la città.
Il Piano Regolatore Portuale, licenziato da codesto
Consiglio Superiore con la clausola del silenzio-assenso (!!!), e già questo è
clamoroso per uno strumento urbanistico di tale importanza, viene oltretutto
completamente disatteso negli scopi e nell'uso con modifiche in corso d’opera
non avallate da alcun organismo pubblico di programmazione: è stata silenziosamente
eliminata la darsena dedicata ai pescherecci, a nord del fiume deviato, data
l'opposizione fin dall’inizio dell’iter ad essa degli stessi pescatori (v.
immagini PRP allegate).
Figura 1: il Piano Regolatore Portuale del 2006 |
E’ sufficiente a nostro avviso questa estrapolazione della
darsena pescherecci dal PRP per inficiare completamente gli scopi e le
destinazioni d’uso dello stesso.
In particolare l’aspetto più eclatante è che ci sembra
oltremodo difficoltoso per i pescherecci, la cui lunghezza è oramai superiore
ai 30 metri e comunque non inferiore ai 20 metri, rientrare attraverso il varco creato nella
diga foranea (1° lotto del PRP già attuato) in quella che sarà poi la stretta
imboccatura del fiume deviato, ingresso che era riservato nel PRP ai piccoli
motoscafi di 5/6 metri che ormeggiano
nei club nautici lungo le sponde del fiume.
Come
faranno i grossi pescherecci a rientrare nel porto-canale attraverso quella
imboccatura con appena un po’ di mare mosso, senza dover accendere ogni volta
un cero alla Madonna, è un mistero glorioso.
Sfidiamo il neo Presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo
Sospiri, che ha dichiarato alla stampa nei giorni scorsi che è pronto il bando
per il 2° lotto dei lavori (la deviazione del fiume), a convincere gli ignari pescatori della bontà
di rientare in porto per quella stretta imboccatura, senza essere preso a male
parole.
Si
consideri che essi si lamentano ora
dell’attuale imboccatura di scirocco, larga 180 metri, e qualche volta con mare
molto mosso devono rifugiarsi in Ortona: come faranno a rientrare per la nuova
imboccatura di levante del fiume deviato, larga appena 70 metri ? Desta
meraviglia che il presidente dei pescatori-armatori , Francesco Scordella,
rimanga silente a tal proposito.
Comunque è chiaro che lo strumento regolatore non è più
tale, restando della sua composizione oltre alla deviazione del fiume soltanto
il bacino commerciale per i traghetti a est di esso, peraltro affetto dai
difetti illustrati in fase di VAS: forte rischio di interrimento e imboccatura
pericolosa perchè rivolta a levante-scirocco, anomala per i due moti ondosi
prevalenti in Adriatico (1° quadrante e 2° quadrante).
Oltretutto così viene a ripresentarsi il problema che con il
PRP si voleva eliminare: il dragaggio del porto-canale.
Se i pescherecci dovranno
rientrare ed ormeggiare nel fiume/porto-canale è chiaro che per permettere loro
di manovrare bisognerà tenerlo pulito da quei 30.000 mc di sedimenti che vi si
accumulano ogni anno, secondo i dati storici.
Già adesso, a distanza di 6 anni dall'ultimo dragaggio
generale di oltre 250.000 mc effettuato nel 2012/13, il porto-canale è di nuovo
intasato dai sedimenti (e l'avamporto
dagli interrimenti creati dalla diga foranea), non essendo stata più fatta la
normale manutenzione annua di dragaggio.
Le conseguenze sono che i pescherecci più grandi hanno
dovuto nelle scorse settimane abbandonare lo scalo di Pescara per andare a
rifugiarsi nel porto di Ortona; e soprattutto che la città è di nuovo a rischio
esondazione, in quanto un'eventuale piena, trovando i fondali del
porto-canale ostruiti dai sedimenti, non
scivolerebbe facilmente verso il mare, così come accaduto durante la piena del
dicembre 2013.
Per cui c'è già ora bisogno di un nuovo dragaggio generale.
A tal proposito, perché non sono stati
in tutti questi anni smaltiti i fanghi
del precedente dragaggio del 2012, accumulati nella vasca di colmata della
banchina di levante ?
E’ questa, secondo noi, la prima operazione da fare
per il bene della città.
Ma il problema del dragaggio si ripresenterebbe comunque
anche dopo la deviazione del fiume, perché il porto-canale non può essere
abbandonato a se stesso sia per permettere l’evoluzione dei pescherecci sia per
il rischio esondazione del fiume.
Anzi i dragaggi da fare sarebbero doppi una volta ultimato
quel che resta del PRP: nel porto-canale/fiume deviato e nel bacino commerciale
per i traghetti, che, come si è detto, sarà soggetto a notevoli interrimenti
essendo completamente aperto alla traversia di levante-scirocco.
Praticamente sul porto, nato sotto il Re V. Emanuele II ai
primi del ‘900 e che per quasi un secolo ha funzionato a meraviglia, si
perpetuano gli errori progettuali che lo affliggono da trent’anni: il
lisciamento delle pareti interne dei due moli guardiani su palafitte, che fu il
primo errore, irrecuperabile (fine anni ’80); poi la costruzione della diga
foranea, parzialmente recuperabile (1997); e infine la costruzione del braccio
di levante con la darsena (2005), salvabile, che ne ha decretato sostanzialmente
la fine.
Per i suddetti
aspetti tecnici, e anche per il fatto che il PRP non è stato sottoposto
a VIA nazionale ma solo a diverse VIA regionali per i singoli lotti, quello
realizzato e quelli da realizzare, non è il PRP da ritenersi nullo ?
E per altro verso,
per quale motivo non viene presa in considerazione la Proposta
alternativa del Comitato Portodipescara (v. immagine e doc. all.ti), che
mantiene l'assetto dell’attuale porto-canale, ma salvando la darsena, ripetendo
la impostazione originale degli ingegneri del Re, senza le complicate, costose
e dannose opere previste dal PRP (deviazione del fiume e nuova diga foranea a
protezione del bacino commerciale) ?
Figura 3: la Proposta alternativa al PRP. In colore grigio le opere esistenti. In colore rosso quelle da realizzare. |
Proposta che limita poi a quello storico e annuale di 30.000
mc il dragaggio necessario per la navigabilità nel porto-canale e per
salvaguardare la città dal rischio esondazione ?
Ringraziandovi per la cortese attenzione che vorrete
prestare a questa nostra, cogliamo l’occasione per porgere i nostri migliori saluti,
Antonio Spina,
Portavoce dell’ex Comitato Portodipescara