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martedì 22 gennaio 2019

Che ne sarà del porto di Pescara ? Lettera al Ministro Toninelli

Qui di seguito trovate la lettera inviata al Ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, e al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici:


ANTONIO SPINA
Portavoce ex-Comitato Portodipescara
VIA GIORGIONE 3
65125 
PESCARA


Pescara 16 gennaio 2019


Gentile Signor Ministro Toninelli,
gentile Presidente del Consiglio Superiore LL.PP.,

quale portavoce del Comitato Portodipescara sono con la presente a denunciare il fatto che il porto attualmente si trova in una "empasse" che ne pregiudica la sua funzione di stimolo naturale e secolare dell'economia di tutta la città.

Gli ultimi avvenimenti sono questi: 
•       lo scalo è di nuovo quasi chiuso, preda delle secche, praticamente nella situazione del 2012, prima del dragaggio diretto dal Provveditore di allora Ing. Carlea; i pescherecci più grandi si sono trasferiti ad Ortona (dove però soffrono l'ormeggio con venti di scirocco-levante) e fra poco lo faranno anche i piccoli. La città è a rischio esondazione del fiume Pescara.
•       i progettisti del PRP hanno scoperto solo ora che il fiume da deviare (che dovrebbe essere largo 70 metri) non passa sotto il Ponte del Mare (tra i due piloni che lo reggono ci sono solo i 42 metri della canaletta). 
Questo è un clamoroso errore progettuale, scoperto dopo che hanno già aperto il varco nella diga (primo bando eseguito del PRP) !

Il Piano Regolatore Portuale di Pescara (2006): in colore marrone la situazione attuale; in colore grigio le opere da costruire.


In modo che Il Piano Regolatore Portuale, licenziato da codesto Consiglio con la clausola del silenzio-assenso (!!!), viene completamente disatteso negli scopi e nell'uso: è stata eliminata la darsena dedicata ai pescherecci, a nord del fiume deviato, in quanto non è intenzione dell'Autorità portuale del Centro Adriatico di costruirla, data l'opposizione ad essa degli stessi pescatori (v. immagini PRP allegate). 
I pescherecci dovrebbero rientrare quindi in modo anomalo e con notevoli rischi nel fiume deviato, riservato ai piccoli motoscafi, aspetto non previsto dal PRP (v. immagine all.ta)

Il PRP ridotto, senza la darsena per i pescherecci. In colore marrone le opere esistenti; in colore grigio quella da costruire.


Quindi, tra la estrapolazione della darsena per i pescherecci e la scoperta della strozzatura lungo il fiume da deviare, che ne cambia l’assetto idraulico, cosa rimane del PRP ?
E' chiaro che lo strumento regolatore non è più tale, restando della sua composizione soltanto il bacino commerciale per i traghetti, peraltro affetto dai difetti illustrati in fase di VAS: forte rischio di interrimento e imboccatura pericolosa perchè rivolta a scirocco, anomala per i due moti ondosi prevalenti in Adriatico (Iquadrante e II quadrante).

Oltretutto così viene a ripresentarsi il problema che con il PRP si voleva eliminare: 
il dragaggio del porto-canale.
Già adesso, a distanza di 6 anni dall'ultimo dragaggio generale di circa 250.000 mc effettuato nel 2012/13, il porto-canale è di nuovo intasato dai sedimenti del fiume e l'avamporto dagli interrimenti creati dalla diga foranea, non essendo stata fatta la normale manutenzione annua. 

Le conseguenze sono come detto che i pescherecci più grandi hanno dovuto abbandonare lo scalo di Pescara per andare a rifugiarsi nel porto di Ortona; e che la città è di nuovo a rischio esondazione, in quanto un'eventuale piena troverebbe il porto-canale pieno di sedimenti. 
Per cui c'è ora bisogno di un nuovo dragaggio generale.

Ma i progettisti, secondo noi, non hanno calcolato neppure che il problema del dragaggio si ripresenterebbe comunque anche dopo la deviazione del fiume, soprattutto dopo che si è scoperta la presenza della strozzatura sotto il Ponte del Mare, che modifica l'assetto idraulico del PRP.                                          
Anzi i dragaggi sarebbero doppi una volta ultimato quel che resta del PRP: nel porto-canale/fiume deviato e nel bacino commerciale per i traghetti, che, come si è detto, sarà soggetto a notevoli interrimenti.

Praticamente sul porto, nato sotto il Re V. Emanuele II ai primi del ‘900 e che per quasi un secolo ha funzionato a meraviglia, si perpetuano ancora oggi gli errori progettuali che lo affliggono da trent’anni: il lisciamento delle pareti interne dei due moli guardiani poggiati su palafitte, che fu il primo errore (fine anni ’80); e poi la costruzione della diga foranea (1997); e poi la costruzione del braccio di levante con la darsena (2005), che ne ha decretato la fine.                                                                                                                                                                          

Errori di cui il primo, secondo il nostro Comitato, il lisciamento delle palafitte, è oramai irrecuperabile. Il secondo, la diga foranea, è in parte recuperabile. Il terzo, il braccio di levante, è salvabile.

Per questo, date queste premesse, poniamo alle vostre persone il seguente quesito: perchè non prendere in considerazione la Proposta alternativa del Comitato Portodipescara, che mantiene l'assetto attuale del porto a porto-canale invece che a bacino, ripetendo la impostazione originale degli ingegneri del Re, senza le complicate, costose e dannose opere previste dal PRP (2006-2014) ? 
Proposta che limita poi a quello storico e annuale di 30.000 mc il dragaggio necessario per la navigabilità nel porto-canale e per salvaguardare la città dal rischio esondazione ?
Alleghiamo allo scopo la relazione completa della nostra Proposta alternativa al PRP.

La Proposta alternativa al PRP del Comitato Portodipescara. In colore grigio le opere esistenti (braccio di levante e diga foranea); di colore rosso le opere da costruire.


Ringraziandovi per la cortese attenzione che vorrete prestare a questa nostra, che inviamo nell'interesse di tutta la città, cogliamo l’occasione per porgere i nostri migliori saluti,

Antonio Spina

Portavoce ex-Comitato Portodipescara