RITORNO SUL MOLO NORD
stamattina siamo tornati sul molo nord del porto, dopo un po’ di tempo.
Il molo nord è sempre stata la passeggiata preferita dai pescaresi e la domenica anche dai “terrazzani” (come li chiamiamo lì a Borgo Marina): gli abitanti dell’entroterra.
Siamo arrivati piano piano fino al vecchio faro verde posto in cima ad esso.
E abbiamo visto i lavori di preparazione della vasca di colmata sulla banchina di levante, fatti esattamente come andiamo dicendo da più di un anno all’Amministrazione (centrale, regionale, comunale).
Ci fa piacere che le nostre linee guida per il dragaggio e per l’accoglimento dei fanghi inquinati sulla vasca di colmata siano state recepite nel modo migliore e nel rispetto dell’ambiente.
C’è una punta di rammarico per il tempo perso, ma si può comprendere, date le traversie terrene, più di quelle marine, che hanno condizionato il porto in questo ultimo trentennio. Riteniamo che quanto prima le attività portuali, a cominciare da quella della flotta peschereccia già dai primi di maggio, possano ricominciare.
E siamo grati al Provveditorato e all’Amministrazione per aver dato una svolta alle operazioni.
Ma i segnali positivi si vedono già dai primi passi sul molo.
Oltre i circoli velici sulla spiaggia della Madonnina, è stata delineata, nella maniera più semplice e bella che si poteva, l’oasi naturale che si è creata lì davanti, dove hanno trovato rifugio uccelli rari, che adesso vi nidificano.
Con la sinergia fra il Comune e il WWF quell’area è stata ripulita dalle porcherie che si erano ammucchiate negli ultimi anni e adesso è rifugio naturale di piante rare e uccelli.
Non c’è porto al mondo che ha un’oasi naturale al suo fianco (o c’è ?) e non c’è porto-canale al mondo al cui fianco ci sono un’oasi naturale e la spiaggia libera che la diga sta creando sempre di più e che si sta delineando quasi esattamente come previsto ne “Il porto: la soluzione secondo noi”. In cui si spiega che quella spiaggia libera avrebbe oltretutto l'acqua più pulita dell'Adriatico, se il fiume sfociasse al largo come in passato.
Perché deve essere chiaro a TUTTI che è la diga che crea la spiaggia della Madonnina e non le correnti da nord, come qualche illustre scienziato va ancora ripetendo.
Una volta accettata la nostra proposta per il porto-canale, entro un anno di tempo e con pochi soldi, sarebbe già tutto a posto per il traffico peschereccio, per quello delle petroliere e per quello dei traghetti.
(Petroliere che non hanno il bisogno nè dovrebbero avere l'opportunità di fare il campo-boe davanti al porto per scaricare i combustibili dalle navi cisterna. Secondo noi, oltre che costoso per quegli imprenditori, il campo-boe è pericoloso per l'ambiente, visto che qualche perdita durante le operazioni è e sarà sempre possibile. Nel qual caso i carburanti dispersi con venti di levante-scirocco andrebbero a finire sulla spiaggia a nord del porto, e con venti di tramontana andrebbero a finire sulle spiagge a sud.
E inoltre è, pressapoco (non sappiamo le coordinate precise), sulla rotta d'ingresso al porto.
E' un triste ricordo l'incendio e il naufragio nel 1991 del traghetto Moby Prince, di 131 mt, davanti al porto di Livorno, entrato in collisione con la petroliera Agip Abruzzo, ormeggiata nell'area antistante il porto. Ci furono 140 morti su 141 persone a bordo.
Moby Prince (foto Wikipedia) |
Se invece lo scarico avvenisse nella darsena dentro il porto-canale, già pronta all'uso con la sua pipe-line, come nella nostra Proposta di soluzione, un'eventuale perdita resterebbe circoscritta dentro il porto e potrebbe essere recuperata nel modo migliore.
Su questo siamo confortati anche dal parere del WWF, che è d'accordo con noi.
Quindi bene farebbe la commissione VIA della regione a negare l'autorizzazione alla realizzazione del campo-boe, come è stata richiesta da quegli imprenditori).
E, per tornare alla nostra Proposta di soluzione per il porto, d’estate, sarebbe possibile anche l’accosto sul nuovo canale di accesso al porto-canale storico di qualche grossa nave passeggeri.
Non ci sarebbe porto al mondo che ha la semplicità di strutture, la sicurezza di entrata, uscita e ormeggio (altrimenti che porto sarebbe ?), la nuova spiaggia libera davanti ai vecchi trabocchi (adibiti a bar e ristoranti), l’oasi naturale e i circoli velici, nel lato a nord; e il porto turistico nel lato a sud (porto che deve risolvere il problema dell’ingresso. Qui di seguito prospettiamo delle idee precise in proposito).
Tutte gratuite anche queste per la CCIA, proprietaria del porto turistico, come lo è l’idea di porto-canale da noi prospettata all’Amministrazione, che salva gli errori del passato, fatti sia da chi è stato "attento" a queste questioni sia da chi non lo è stato ?
Rimane un solo aspetto, ma che è principale: il fiume deve mantenere la sua portata d’acqua attuale di circa 40 mc/s medi annui, e quindi devono essere rimosse o rese inoffensive le nuove dighe di Villanova.
In modo che tutta la vita possa tornare a scorrere su di esso e vicino ad esso, e, come a memoria storica, anche il Circolo Canottieri (non si è mai visto un circolo canottieri sul mare, come è posizionato adesso a fianco alla Lega Navale Italiana. E nemmeno su di un lago grande. Ma solo sui fiumi o su piccoli laghi, dato che quelle imbarcazioni non sono fatte per correre in mare).
D'altronde il fiume è, psicanaliticamente e realmente, la vita.
Impedirgli di scorrere, e di scorrere in salute, dopo che sarà stato bonificato (chi se ne vuole occupare ?), sarebbe come impedire alla vita di scorrere.
LE NOSTRE PROPOSTE PER IL PORTO TURISTICO
Esse sono state maturate in progressione.
PORTO TURISTICO prima soluzione:
Porto turistico Marina di Pescara: prima soluzione per un nuovo ingresso |
Notoriamente, l’ingresso del porto, rivolto a sud, è sempre stato
problematico:
- - per gli interrimenti che si creano al suo interno e soprattutto all'imboccatura, che necessita di dragaggi continuativi (vedi Correnti, venti costieri e interrimenti).
- - perché il rientro in condizioni meteo-marine avverse (soprattutto greco-tramontana) costringe le imbarcazioni a vela a manovrare contro vento e quindi con l’uso necessario del motore non appena lo si è imboccato. E, soprattutto per quelle a motore, di traversarsi al mare mosso.
La soluzione illustrata prevede un ingresso per nord-est,
come per il porto-canale, progettato così alla fine del 1800 dall’ing. Mati per
permettere un ingresso agevole alle paranze a vela sia con mare e vento da nord
sia con mare e vento da levante –scirocco, mantenendo in entrambe le traversie
il mare al giardinetto.
Nel caso del porto turistico, questo tipo di ingresso permetterebbe
anch’esso le stesse condizioni del vecchio porto-canale e quindi il rientro a vela all’interno dei due
nuovi moli. I moli dovrebbero essere costruiti su camere di dissipazione per
smorzare il moto ondoso in ingresso (risacca) da entrambe le traversie.
Se dovesse essere costruito anche il prolungamento dell'attuale diga foranea, come nel PRP in fase di VAS, quindi una diga più grande e più lunga per proteggere il nuovo bacino commerciale, l'imboccatura sarebbe letteralmente invasa dagli interrimenti che essa creerebbe e il Marina di Pescara dovrebbe sicuramente chiudere.
PORTO TURISTICO: seconda soluzione
Porto turistico Marina di Pescara: seconda soluzione per un nuovo ingresso |
Come la prima soluzione, con la differenza che il molo sud dovrebbe
essere più lungo con l’intento di proteggere maggiormente l’ingresso dalla
risacca da levante.
E’ chiaro, come nella prima soluzione, che va tagliata la diga
esterna (antemurale) nel tratto compreso tra i due moli.
Non è possibile, come si è sentito dire da qualcuno, nessun ingresso a
nord, data la presenza della darsena e del fiume. L’unico tratto di diga su cui
poter operare per migliorare l'ingresso è quello successivo al moletto interno del porto turistico e l’ultima parte dell'antemurale.
PORTO TURISTICO: terza soluzione
Come la seconda, ma
restringendo l’imboccatura si riduce l’angolo di traversia alla risacca da
levante.
PORTO TURISTICO: quarta soluzione
Invece di fare due moli paralleli come nelle precedenti
soluzioni e mantenendo sempre il taglio di un pezzo di diga si potrebbe mettere
il molo nord di traverso, costruendolo su palafitte per evitare interrimenti.
Così si creerebbero:
-
- le precedenti condizioni di comodità di ingresso a vela con entrambe le traversie;
- un avamporto, riparato dalla risacca di levante grazie al prolungamento del molo sud, dove si potrebbe entrare a vela fin dentro ad esso, e si avrebbe così il tempo di ammainare le vele e accendere il motore per manovrare all’interno del porto. Oppure, in alternativa, in caso di vento molto forte, la manovra si può effettuare con una virata o una strambata nell’avamporto per ammainare le vele e procedere poi con il motore.
-
L’avamporto può servire anche da ormeggio per
grandi imbarcazioni di passaggio, che già in passato hanno dovuto rinunciare a fermarsi nel Marina, con una banchina, come da disegno, e
con un corridoio da creare lungo il braccio di levante, che conduca dentro il
porto. Già attualmente le profondità fuori del braccio di levante sono di 6/7 metri e tali resterebbero.
-
Il molo sud sarebbe banchinato per tutta la lunghezza, e
nell’angolo interno, per uso delle derive, dovrebbe avere un varco all’altezza della
diga per accedere sul molo residuo e sulla spiaggetta che si creerebbe in poco
tempo per l’effetto d'interrimento in quell’angolo (vedi effetto diga foranea).
Quindi il Marina e il Club Nautico avrebbero la loro spiaggetta a mare, dalle acque pulitissime.
Ci sembra questo l'unico modo (la quarta soluzione è senza dubbio la migliore) di dare uno sviluppo futuro al Marina di Pescara, modificandone l'ingresso che è sempre stato il suo tallone d'Achille.
Rimane da verificare la possibilità di far passare, all'angolo di raccordo con il nuovo canale di accesso, un'eventuale draga che andasse a scavare la parte interna.
La leggera "maretta", che si insinuerebbe dal nuovo ingresso, non può che rendere migliore l'idraulicità di tutto il porto.
Ci sembra questo l'unico modo (la quarta soluzione è senza dubbio la migliore) di dare uno sviluppo futuro al Marina di Pescara, modificandone l'ingresso che è sempre stato il suo tallone d'Achille.
Rimane da verificare la possibilità di far passare, all'angolo di raccordo con il nuovo canale di accesso, un'eventuale draga che andasse a scavare la parte interna.
La leggera "maretta", che si insinuerebbe dal nuovo ingresso, non può che rendere migliore l'idraulicità di tutto il porto.
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NB: questi disegni sono solo il frutto delle "visioni" dello scrivente, senza il parere di esperti del ramo.
Non fiori ma opere di bene.
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PS del 1 maggio 2016:
Come dicevamo nel PS precedente, se dovessero realizzare il PRP, per il Marina la fine sarebbe assicurata.
Infatti secondo gli ultimi studi fatti, in occasione della verifica idraulica del PRP in fase di valutazione presso il Consiglio Superiore dei LL.PP., commentando la relazione della società DHI, incaricata a tale scopo, potrebbe succedere esattamente questo fenomeno disegnato nella figura seguente (leggi tutto):
Cioè che gli accumuli di fango del fiume e di sabbia trasportata dalle correnti e dal moto ondoso da sud vadano ad occluderlo ancora di più di adesso.
Già ancora di nuovo quest'anno la situazione dell'interrimento dell'imboccatura era questa, prima del solito dragaggio organizzato per liberarla dagli accumuli.
Gli yacht con ciglia più profonda non si possono muovere o entrare nel Marina e quelli con chiglia meno profonda hanno la possibilità di entrare o uscire soltanto attraverso uno stretto passaggio segnalato da boe:
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aprile 2013 (ultimo aggiornamento 1 maggio 2016)
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PS del 3 aprile 2014:
le cronache locali hanno riportato le enormi difficoltà in cui si imbatte il porto turistico per gli interrìmenti all'imboccatura, soprattutto, ma non solo. Le barche non escono e non entrano più, quasi.
Gli interrìmenti attuali sono dovuti all'effetto dell'antemurale che la "protegge" e della diga foranea, che ha causato effetti devastanti anche al porto commerciale, come è noto.
Se dovesse essere approvato il PRP in fase di VAS, che prevede una diga ancora più lunga e spessa a protezione del nuovo bacino commerciale del porto, l'imboccatura del Marina ne subirebbe effetti devastanti di interrìmenti.
Praticamente, potrebbe chiudere, "tout court":
il PRP in fase di VAS (di colore marrone le attuali strutture. Di colore grigio quelle nuove previste dallo stesso. Le frecce di colore rosso gli interrimenti progressivi provocati dalla vecchia e nuova diga: Di colore blu la provenienza dei moti ondosi prevalenti): se già ora il Marina se la passa male, con la nuova diga i dragaggi necessari a liberare l'imboccatura dagli interrìmenti sarebbero infinitamente onerosi e "impossibili". |
PS del 1 maggio 2016:
Come dicevamo nel PS precedente, se dovessero realizzare il PRP, per il Marina la fine sarebbe assicurata.
Infatti secondo gli ultimi studi fatti, in occasione della verifica idraulica del PRP in fase di valutazione presso il Consiglio Superiore dei LL.PP., commentando la relazione della società DHI, incaricata a tale scopo, potrebbe succedere esattamente questo fenomeno disegnato nella figura seguente (leggi tutto):
Fig. 12 del commento alla relazione idraulica del DHI per il PRP di Pescara. |
Cioè che gli accumuli di fango del fiume e di sabbia trasportata dalle correnti e dal moto ondoso da sud vadano ad occluderlo ancora di più di adesso.
Già ancora di nuovo quest'anno la situazione dell'interrimento dell'imboccatura era questa, prima del solito dragaggio organizzato per liberarla dagli accumuli.
Gli yacht con ciglia più profonda non si possono muovere o entrare nel Marina e quelli con chiglia meno profonda hanno la possibilità di entrare o uscire soltanto attraverso uno stretto passaggio segnalato da boe:
Le batimetrie dell'imboccatura del Marina prima del dragaggio 2016 |
Quindi, secondo noi, in occasione della sistemazione dell'assetto del porto passeggeri e peschereccio di Pescara, si dovrebbe modificare anche l'imboccatura del Marina così come previsto in questo ultimo disegno aggiornato:
Praticamente i due nuovi moli dovrebbero essere costruiti su palafitte, sia quello sud che interseca l'antemurale del Marina (che deve essere tagliato per una sessantina di metri per permettere il passaggio degli yacht) sia quello a nord per evitare che il bacino esterno sia troppo chiuso e quindi a sua volta vi si creino nuovi interrimenti (come si è visto verificarsi con la diga foranea per l'avamporto del porto-canale.
Sottovento all'incrocio del nuovo molo sud con l'antemurale (il suo spezzone che rimane dopo il taglio) si verrebbe a creare una spiaggetta naturale e dalle acque pulitissime (in quanto il fiume non vi manderebbe più le sue acque dolci e inquinatissime) che diventerebbe la spiaggetta privata del Marina dove si potrebbero svolgere più agevolmente tutte le attività di alaggio delle derive delle scuole di vela.
Sarebbe sufficiente creare un varco a livello di superficie stradale nel nuovo molo sud per permettere il passaggio dal Marina alla spiaggetta delle derive delle scuole di vela del Circolo "La scuffia" e del Club Nautico, lì vicini.
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aprile 2013 (ultimo aggiornamento 1 maggio 2016)
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