Torniamo sulla questione delle imboccature dei
porti e in particolare di quella di Pescara, dopo che giovedì scorso 29
dicembre la Maria Teresa, la barca più lunga del porto di Pescara è stata
costretta dalla burrasca a rifugiarsi nel porto di Ortona, dopo aver invano
tentato di entrare in quello di Pescara:
Figura 1: la Maria Teresa in porto ad Ortona il 2 gennaio 2016 |
Figura 3: l'imboccatura di scirocco del porto di Pescara, vista dal molo guardiano di sinistra (N), la mattina. |
Quel giorno c’era una burrasca da nord e la Maria
Teresa, che è una barca che sta in pesca con ogni tempo, dopo un paio di
tentativi di entrare nel porto di Pescara attraverso l’attuale imboccatura di
scirocco, ha dovuto desistere e dirigere verso Ortona (dove però si troverà in difficoltà
all’ormeggio con traversia di levante-scirocco, come è noto, se lì resta).
Il problema dell’imboccatura sbagliata del porto
attuale, come quello del PRP da poco approvato dalla Regione, rientra in quella
abitudine dei progettisti di porti di dare soluzione, quando progettano, a uno solo
dei due aspetti critici dei porti: o l’imboccatura o l’agitazione interna al
porto (condizioni di calma all’ormeggio).
Questo lo abbiamo già spiegato nel nostro lavoro: Le
imboccature di porti e porticcioli – Il porto-lumaca.
Nel caso dell’attuale ingresso a scirocco del
porto di Pescara, abbiamo denunciato questo problema fin dall’inizio (nel 2001)
prima della costruzione del braccio di levante (2005), e abbiamo detto che
avrebbe creato difficoltà al rientro in porto con burrasca da nord:
Figura 4: l'attuale porto di Pescara. L'ingresso è nell'avamporto tramite l'imboccatura a destra (di scirocco). |
Il motivo è che le barche, per entrare nell’imboccatura
di scirocco, devono mettersi di traverso alla burrasca da nord mettendo in
pericolo barca ed equipaggio.
Inoltre sottovento alla diga lo spazio per
manovrare in tranquillità è ridotto (150 metri) ed una barca grande (o un
traghetto) si trova subito addosso agli scogli del braccio di levante
sottovento alla diga.
Già è capitato diverse volte che i pescherecci
siano andati a “strusciare” su di essi e per fortuna non ci sono stati danni
gravi alle barche e agli equipaggi.
La Capitaneria di Porto ha pensato di
salvaguardare l’Amministrazione emanando anni fa una ordinanza in cui si dice
che le barche (o i traghetti) già con mare forza 4 (cioè mezzo mare mosso, come
si dice in banchina) si devono mettere alla cappa o devono dirigere su un altro
porto: ad Ortona per i pescherecci; ad Ancona i traghetti (come succedeva in
passato quando c’era il servizio con Spalato).
Ora, i progettisti del nuovo Piano Regolatore
Portuale (che sono gli stessi di quello sbagliato attuale) hanno pensato bene
di rivolgere di nuovo le imboccature verso le due traversie prevalenti nei
paraggi: la darsena per i pescherecci ha l’imboccatura rivolta a maestrale; il
bacino commerciale per i traghetti ha l’imboccatura rivolta a levante-scirocco.
Di modo che sia i traghetti sia i pescherecci si
troveranno in difficoltà a rientrare ciascuno nel proprio porto con traversia
opposta a quella dell’imboccatura, perché dovranno offrire il fianco alla
burrasca.
E’ questo il modo di progettare la parte marittima
di un porto ?
Figura 6: il PRP con gli ingressi. In colore marrone le strutture attuali; in colore grigio quelle da costruire. |
Figura 7: le due principali traversie dei paraggi abruzzesi, misurate in venti anni dalla Boa Ondametrica Nazionale di Ortona |
(Qui tralasciamo il problema degli interrimenti
futuri che la nuova e la vecchia diga creeranno nei due bacini, avendone già
parlato a sufficienza nelle Osservazioni
ufficiali in fase di VAS e di VA e di VIA).
Un traghetto che deve rispettare orari e giorni di
arrivo in porto come faranno ad offrire un servizio puntuale ?
Come si può pensare di creare una tratta di
collegamento stabile se poi un traghetto si trova costretto a sbarcare
automobili e passeggeri in un altro porto ?
Abbiamo spiegato e rispiegato questi aspetti nelle
varie occasioni e allora l’Amministrazione (il Governatore D’alfonso) ha
pensato (male) di eliminare la darsena pescherecci dal PRP e di far rientrare i
pescherecci nel fiume deviato (50 comandanti su 50 hanno firmato contro il PRP
e contro la darsena ad essi riservata).
Ma il problema rimane, anzi si complica, perché l’imboccatura
del fiume deviato è rivolta a levante e i problemi si moltiplicano invece di
ridursi:
Figura 8: il PRP senza la darsena pescherecci. |
perché, come
abbiamo spiegato nelle Osservazioni, l’imboccatura sarà soggetta ai depositi
del fiume che lì vi arriva con lentezza (il fiume lento aumenta i depositi di
limo) e agli interrimenti che il nuovo tratto creerà (quello marrone nell’immagine
di progetto).
Inoltre, lo spazio sottovento per manovrare in
caso di rientro con burrasca è di soli 70 metri e quindi troppo piccolo, anzi
più piccolo di quello attuale di 150 metri.
L’Amministrazione (il Governatore D’alfonso) non
ancora si rende conto che delle tre parti del PRP (la darsena per i
pescherecci, il fiume deviato, il bacino commerciale) non ce n’è nemmeno una
buona da salvare.
Anche prese singolarmente tutte e tre hanno delle
grosse criticità, tutte già spiegate (lo ripetiamo) abbondantemente nelle Osservazioni.
Se poi l’Amministrazione pensa di risolvere il
problema dell’inquinamento delle spiagge a nord del porto con l’apertura del
varco nella diga, si sbaglia: perché il flusso del fiume non si incanalerà nel
varco ma continuerà come adesso a defluire verso quelle spiagge:
Figura 9: il flusso del fiume sbatte contro la diga e si divide in due: uno verso nord-ovest e uno verso sud-est |
L’unico modo di risolvere l’assetto del porto di
Pescara è quello di adottare la soluzione da noi prospettata, la quale, per
concludere, costa circa 25 milioni invece dei circa 250 milioni del PRP, e creando
il varco nella diga dritto davanti ai due vecchi moli guardiani, rivolti a
nord-est:
Figura 10: la nostra Proposta alternativa: in colore rosso i nuovi moli da costruire su palafitte. In colore grigio le strutture attuali e (tratteggiata) il tratto di diga da tagliare. |
Quando l’Amministrazione dimostrerà di aver capito
quali sono i problemi del PRP, allora avrà reso un servizio utile per il futuro
del porto e della città.
Nessun commento:
Posta un commento