Translate

giovedì 23 aprile 2015

Ordinanze n° 34, 35, 37 del mese di aprile 2015 della CP_regate veliche

Campi di regata delle Ordinanze CP  n° 34, 35, 37 ( aprile 2015): il campo è delimitato dal CERCHIO  di raggio 0,42 e 1 MN dal segnapunto delle relative coordinate _
vedi www.pescara.guardiacostiera.it 

giovedì 16 aprile 2015

venerdì 10 aprile 2015

Confronto fra il PRP-ridotto e la Proposta alternativa

Lettera spedita con posta certificata a:

al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi; 
al Ministro per le Infrastrutture; 
al Consiglio Superiore dei LL. PP.; 
al Governatore d'Abruzzo, Luciano D'alfonso; 
al Sindaco di Pescara, Marco Alessandrini; 
al Presidente della CCIAA di Pescara, E. Becci;
al Direttore Marittimo di Pescara, Enrico Moretti;

Gentile Presidente,
gentili Signori,

si allega 
un documento di analisi sul porto di Pescara, da noi redatto dopo la visita nei 
giorni scorsi dell'Ammiraglio Angrisano alla Direzione Marittima di Abruzzo/Molise/Is.Tremiti, durante la quale si è parlato, riteniamo, anche del futuro del porto e a cui l'Ammiraglio ha promesso davanti ai microfoni del TGR 
di dedicarsi fin dal prossimo lunedì.
Dal comunicato su questa visita emesso dalla Direzione Marittima si rileva che "“La globalizzazione dell’indifferenza è l’eutanasia della speranza” . 

Per cui, ancora una volta, vogliamo non essere indifferenti ma speranzosi.

Poichè quel lunedì è vicino, e poichè nulla è trapelato ai portatori di interesse delle intenzioni dell'Amministrazione 
sulla possibile evoluzione dell'assetto portuale, ci preme indicare ancora un'ultima volta il nostro parere su di esso, ritenendo che siamo prossimi alle decisioni dell'Amministrazione.

Nell'occasione, abbiamo confrontato il PRP-ridimensionato (come sembra che sarà) alla nostra Proposta alternativa, in modo che sia più chiaro il quadro a chi quelle decisioni deve assumere.
Dopo di che riteniamo di non dover aggiungere altro.

Con l'occasione porgiamo i nostri 
migliori saluti,

p. I firmatari della Proposta alternativa

Antonio Spina




Confronto
fra l’Ipotesi di soluzione ridotta del PRP di Pescara
e la Proposta alternativa

sabato 28 marzo 2015


Dopo la visita a Pescara dell’Ammiraglio Angrisano, comandante in capo delle C.P., che si è impegnato a valutare già da lunedì prossimo il P.R.P., abbiamo recepito una illustrazione che sembrerebbe essere la soluzione verso cui tende l’Amministrazione per il porto di Pescara, ridotta rispetto al PRP originale, in cui la darsena pescherecci viene eliminata.

Dopo le proteste dei pescatori, le osservazione alla VAS del PRP e le disposizioni del Consiglio Superiore del LL.PP. si ritiene evidentemente che, eliminando la darsena pescherecci, il PRP possa proseguire il suo iter regolarmente.

Ma secondo noi non è così. 
Perche, abbiamo sempre detto che il PRP è fatto di tre parti (la darsena, il fiume deviato, il bacino commerciale) singolarmente progettate male, e ognuna, anche  presa da sola, è impostata male. 
Le nostre Osservazioni sul perché siano sbagliate le abbiamo già spiegate in fase di VAS.                                                                                                                        
Comunque le vogliamo qui ripetere brevemente:

·         La darsena pescherecci ha l’imboccatura sbagliata, perché verso maestrale NNW e i pescherecci per rientrare in porto in caso di burrasca dovrebbero esporre il fianco al moto ondoso per un lungo tratto, sia nel caso di burrasca da NE sia in caso di burrasca da Levante-ESE, che sono i due moti ondosi prevalenti dei paraggi. Inoltre l’avamporto è aperto alla burrasca da N e soggetto al rimbalzo delle onde sulle strutture dello stretto spazio (praticamente una vasca ribollente di onde). L’ormeggio non è agevole perché è di poppa e non in andana. Lo spezzone di diga che lo protegge sarebbe ancora causa di interrimenti (quindi causa di ulteriori dragaggi). L’opera costringerebbe allo spostamento di tutti i vecchi trabocchi.

·         Il fiume deviato a forma di esse continuerebbe ad essere il deposito di quei sedimenti che adesso ristagnano nel canale interno dei pescherecci (50.000 mc all’anno).Quei sedimenti non verrebbero eliminati ma soltanto “spalmati” su un tratto più lungo. Quello che dovrebbe essere lo scopo secondario della deviazione del fiume sarebbe inutile (lo scopo principale è quello di allargare il bacino commerciale) perché dovrebbe essere ancora dragato, della stessa quantità, se non di più, di quella attuale, soprattutto se dovesse essere ancora il porto pescherecci. E forse l’operazione sarebbe più difficoltosa perché bisognerebbe dragare un tratto più lungo anziché concentrato nel canale interno, come ora. Inoltre l’assetto idraulico ne è stato fortemente “osservato” dall’Ordine degli Ingegneri in fase di VAS. E la risacca da levante non sarebbe eliminata: per cui l’ormeggio diventerebbe problematico. Quindi l’operazione di deviare il fiume risulta effettivamente molto dubbia.

·         Il bacino commerciale presenta una diga a protezione ancora più pericolosa, essendo allungata verso sud di circa 500 metri in più di quella attuale. La diga foranea è stata finora la causa principale degli interrimenti. Ripetere ancora lo stesso errore non ci sembra concepibile. A pagarne le conseguenze dei nuovi terribili interrimenti non sarebbe solo lo stesso bacino commerciale ma soprattutto il Marina. Il bacino, comunque, parte con un handicap iniziale di quasi 2 metri: le profondità naturali in quel punto sono di 6,5/7 metri, invece i progettisti ne prevedono 8. Per cui andrebbe dragato fin da subito (sarebbe dragata la sabbia, sic !). In aggiunta, la diga nuova e vecchia creerebbe ulteriori interrimenti che farebbero diminuire la sua profondità a -4, -5 metri e forse meno, non solo nel bacino e nell’avamporto del bacino ma soprattutto, e maggiori, all’imboccatura del porto turistico, il Marina, che già adesso se la passa male. Noi riteniamo che se dovesse essere allungata la diga, tempo 6 mesi,  l’imboccatura del Marina sarà completamente soffocata dagli ulteriori interrimenti (e nemmeno servirebbe creargliene una nuova). Per cui il bacino dovrebbe essere dragato continuamente (i dragaggi, rispetto a quello unico e storico del canale interno, diventerebbero quindi tre invece di uno: nella darsena, nel fiume deviato, nel bacino commerciale). Inoltre l’imboccatura è verso scirocco, ESE, come quella attuale per cui vige un’Ordinanza della CP di divieto di ingresso già con mare 4, “mezzo-mare” dicono i pescatori (la scala Douglas va fino a 10): cioè le navi dovrebbero esporre il fianco, in caso di burrasca, per un lungo tratto alle burrasche prevalenti nei paraggi: quelle da Nord, e in genere dal primo quadrante. Se la petroliera può aspettare alla fonda che il mare si calmi, un traghetto che deve rispettare gli orari (e la destinazione) come farebbe ? Quali disagi comporterebbe per i passeggeri se dovesse mettersi alla fonda o essere dirottato su un altro porto ?


il PRP con le frecce che indicano i problemi enormi a cui andrebbe incontro
legenda: il PRP devastato dagli interrimenti (rosso), che coinvolgerebbero anche il Marina. Inoltre i sedimenti (arancione) portati dal fiume si "spalmerebbero lungo il tratto ad esse, invece che fermarsi nel canale interno. La darsena sarebbe soggetta agli interrimenti (rosso) che già adesso sono visibili davanti alla spiaggia della Madonnina. Gli ingressi nella darsena e nel bacino (verde) sono  pericolosi.


Per cui se dal PRP viene eliminata una parte (la darsena) ne rimangono ugualmente due sbagliate. Se ne tolgono due (la darsena e il fiume deviato), ne rimane sempre una sbagliata (il bacino commerciale). Quindi, secondo noi, il PRP deve essere completamente cestinato.

Adesso, arrampicandosi sugli specchi, l’Amministrazione sta preparando un’Ipotesi ridotta del PRP. 
Che è questa:



 Ipotesi di PRP - RIDOTTO


dove si vuole inserire a protezione dell’imboccatura del fiume deviato una ulteriore diga esterna spezzettata. Ma non hanno considerato i progettisti che non sarebbe eliminata anche la risacca da levante, che è molto pericolosa non solo per l’imboccatura del fiume ma anche per l’ormeggio dei pescherecci nel canale interno, perché sicuramente la risacca da levante arriverebbe fin là. Fermo restando che i sedimenti “spalmati” nella S del fiume, invece che “ammucchiati” nel canale  interno, dovrebbero essere sempre dragati.




La nostra Proposta alternativa è invece questa:



la Proposta alternativa
legenda:  la Proposta alternativa. A nord è già delineata la spiaggia che adesso è visibile dal Ponte del Mare fino al vecchio faro verde, ma sotto il pelo dell'acqua (max 1 metro) arriva con quella forma arcuata fino alla punta di NW della diga. Se si allunga il molo nord, si sbarra l’avanzata degli interrimenti verso la darsena (E’ QUESTO IL PROBLEMA PRINCIPALE), e la spiaggia si completerebbe in poco tempo. La darsena conserverebbe sempre le sue naturali profondità di 6,5 /7 metri. La nuova imboccatura è larga circa 130 metri contro i 44 della vecchia, ma conserverebbe sempre l’orientamento sicuro a NE. Il marina non sarebbe condizionato dagli interramenti che invece la nuova diga allungata a sud creerebbe (ma deve modificare l’imboccatura).


dove l’attuale assetto del vecchio porto-canale viene mantenuto tal quale e il canale interno sarebbe bisognoso solo degli storici 50.000 mc di dragaggio annuale, che possono essere conferiti nella nuova vasca di colmata prevista nell’angolo fra la vecchia diga foranea e il nuovo molo nord (con laboratori annessi). 
La darsena avrebbe 3 banchine o accosti possibili: quello di levante lungo 170 metri, quello di riva lungo 180 min (max 210, se si volesse arretrare la banchina di levante), quello di ponente lungo oltre 200 metri. 
Inoltre sarebbe disponibile un accosto lungo il nuovo canale di ingresso/uscita –largo circa 130 metri invece dei 44 del vecchio porto- lungo circa 500 metri, dove potrebbe ormeggiare la petroliera per motivi di sicurezza o una nave da crociera di medie dimensioni, essendo in quel tratto le profondità naturali dai 7 metri agli 11 metri, che tali resterebbero una volta sbarrata l’avanzata degli interrimenti creati dalla diga foranea con la costruzione del nuovo molo nord. 
La petroliera, in alternativa, potrebbe attraccare alla banchina di ponente, ugualmente lontana dalle altre (né più né meno che nel PRP). 
Il Marina non sarebbe influenzato dalle nuove opere, anche se noi prevediamo che debba ugualmente modificare l’imboccatura se vuole svilupparsi ancora permettendo l’arrivo di barche con chiglia più profonda (nel nuovo bacino ci sono 7 metri di profondità, buoni sia per l’ormeggio che per un’imboccatura più sicura); inoltre a suo vantaggio si formerebbe una spiaggetta privata per il Club Nautico, buona anche per l’attività delle scuole di vela per i piccoli derivisti (Optimist, etc…). 
La banchina della darsena potrebbe essere attrezzata come “terrazza a veder le stelle” (in questo siamo d’accordo con il Governatore D’alfonso) o per la musica/teatro estivi, e/o anche avere un parcheggio sotterraneo per i passeggeri. 
L’area dell’ex-COFA, secondo noi, dovrebbe essere un’oasi naturale con un grattacielo in mezzo, parcheggi sotterranei per residenti e passeggeri, e …il faro di lunga portata in cima. Naturalmente la nuova spiaggia, che è già quasi tutta formata a nord del porto, sarebbe un’oasi caraibica: con i vecchi trabocchi a fare da pub e ristorantini tipici e un pontile in legno per l’alaggio delle derive. 
I nuovi trabocchi da pesca si posizionerebbero sui nuovi moli.

Allora, a questo punto, noi vogliamo fare un raffronto fra le due soluzioni, in modo che gli Amministratori, che hanno la responsabilità di scegliere, possano farlo avendo il quadro più chiaro possibile.
Quindi, faremo un raffronto, affiancando le due soluzioni e indicando di ognuna quali sono i VANTAGGI e quali sono gli SVANTAGGI:



      
Figura 4: il PRP ridotto                                    Figura 2: la Proposta alternativa