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Pescara, giovedì 16 giugno 2012
Osservazioni alla Proposta di Rapporto Ambientale (VAS) del Piano Regolatore Portuale – Porto Canale di Pescara
I sottoscritti,
Lucio Di Giovanni, nato a .....,il ...., presidente dell’Associazione Armatori
Romeo Palestino, nato a ....,il...., vice-presidente dell’Associazione Armatori
in merito all’oggetto di cui sopra e in figura 1, osservano che,
Figura 1: progetto del Piano Regolatore Portuale |
è stata delineata una configurazione del nuovo porto assai composita, di forma “satellitare”, che sporge macroscopicamente dalla linea naturale di costa, senza accompagnare tale previsione con le necessarie analisi macroterritoriali sulle conseguenze che tale assetto potrà provocare nel tempo sui litorali, non solo prossimi, a nord e a sud.
Si tratta di un assetto che andrà ad incidere pesantemente sulla morfologia della costa adriatica, con possibilità di ingenti danni alle economie abruzzesi.
1) Al fine di creare due distinti bacini separati dal corso del fiume Pescara, l’uno dedicato ai pescherecci, l’altro per le funzioni commerciali,è stato prolungato l’estuario del fiume stesso per oltre mezzo chilometro interrompendone il suo deflusso naturale ortogonale al mare, provocando due successive anse del tutto innaturali che rischiano di rallentare sensibilmente la capacità di deflusso del fiume, con conseguenze oggi imprevedibili anche di “chiusura” dello sbocco, con danni inimmaginabili per esondazione al tessuto urbano.
2) La configurazione del nuovo assetto del porto, oltremodo artificiosa e dispersiva, risulta per il posizionamento e le distanze delle diverse strutture funzionali, assolutamente estranea al contesto urbano, interrompendo così un secolare rapporto multifunzionale di vitalità con la città e gli abitanti di Pescara, con gravi ripercussioni di ordine economico e sociale sull’intera comunità civile.
3) Si tratta di una mastodontica opera con aspetti e caratteristiche di tipo territoriale specificatamente “terrestri” più che marittime, congegnata come se le diverse funzionalità portuali non dipendessero dalle condizioni del mare ma solo per rispondere a presunte opportunità di natura economica.
Si aspira ad una immaginifica portualità polifunzionale articolata:
- “sulla grande pesca”(bacino a ciò dedicato)
- “sulla piccola pesca”(nel fiume Pescara tramite l’apposito varco dal bacino pescherecci)
- “sul traffico commerciale ro-ro, su quello passeggeri e crocieristico, il tutto in convivenza con il porto turistico.
Ma quali sono le valutazioni previsionali per lo sviluppo di tali economie ?
La situazione reale è ben diversa e nulla fa presagire tale avvenire neppure se calibrato nel prossimo trentennio di dimensione internazionale per Pescara.
Si tratta solo di un orrendo esercizio di ingegneria peraltro senza nessun supporto scientifico, destinato né a sanare una presunta domanda di interesse ultradecennale, né a stimolare una qualsiasi offerta, non essendo documentabili i mercati di riferimento.
4) Nel particolare:
a- Non vi è alcuna garanzia che il previsto ripascimento a nord si configuri nella porzione di nuova spiaggia prevista; pare più naturale attendersi un massiccio interramento del tratto di mare compresa tra la diga foranea del porto pescherecci, le scogliere frangiflutti, e la spiaggia, tale da sovvertire l’intera economia balneare della città.
b- Non sono prevedibili gli effetti generabili dalle due dighe foranee disposte a fianco dell’ultimo tratto del fiume Pescara, non solo riguardo il trascinamento del materiale versato dal fiume stesso, che seguendo le correnti in senso parallelo alla costa potrebbe depositarsi nei litorali a sud e comunque interrare l’accesso del porto commerciale.
c- Non sono prevedibili gli effetti generabili dal pennello della diga foranea nord, sporgente sul mare, che potrebbe addurre gravi cambiamenti sui flussi delle correnti nord-sud con conseguenti ovvi interramenti del canale di accesso al porto peschereccio.
d- La dimensione delle opere previste contrasta nettamente con la reale funzionalità delle diverse darsene, condizionate per molti giorni all’anno dalla disposizione dei canali di accesso: infatti l’ingresso disposto a maestrale (310°) del bacino pescherecci sarà impedito in condizioni di moto ondoso di tramontana e greco-tramontana (da 345° a 45° - vedi figura 2 e 3 -), e l’ingresso disposto a scirocco (98°) del porto commerciale sarà impedito in condizioni di traversia da nord (da 330° a 30°- vedi figura 2 e 3).
Figura 2: provenienza del moto ondoso. Statistica boa ondametrica di Ortona by APAT- Idromare dal 1992 al 2011 |
Figura 3: moto ondoso in sovrapposizione su P.R.P. |
e -L’estremo frazionamento delle diverse funzioni portuali condizionerà pesantemente lo svolgimento dei servizi pubblici di soccorso e sicurezza con modalità unitarie.
f -Per la funzionalità dei diversi settori del porto a terra, necessiterà realizzare un sistema viabilistico assolutamente abnorme, con il conseguente impatto ambientale negativo sul territorio marittimo, sui fruitori del porto e sui cittadini.
Conclusione:
per le motivazioni sopraesposte si ritiene il disegno di assetto del nuovo piano regolatore del porto estremamente errato e dannoso per la comunità civile, la città, ed il territorio, oltre a rappresentare un enorme, inutile spreco di risorse pubbliche.
A tal proposito se ne chiede il ritiro immediato ed una nuova formulazione appropriata alla realtà pescarese.
Con osservanza,
Il Presidente Il Vice Presidente
Lucio Di Giovanni Romeo Palestino
Pescara, li 16 giugno 2012
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