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sabato 23 febbraio 2013

Il dragaggio 10 / Ci siamo ?


fonte Provveditorato OO.PP.


Questa è la situazione dei fondali nel porto alla data odierna.
La scala dei colori e quella in 3D mettono in evidenza gli interrimenti nell'avamporto e nel bacino interno (o vecchio).
Nell'elaborazione grafica il colore sabbia più forte indica appunto gli interrimenti più forti e, risalendo nella scala, il colore blù indica le zone dove c'è più acqua (fuori dalla diga foranea). 

Se a questa elaborazione degli interrimenti accostiamo la seguente foto all'infrarosso del flusso del fiume, effettuata prima che venisse costruito il braccio di levante, il quadro è chiaro:


fonte Istituto Idrografico


se per il livello dei depositi fangosi nel bacino vecchio si può dare la "colpa" al disatteso storico dragaggio annuale (che mediamente comporta un asporto di 40/50.000 mc. di fango portato in esso dal fiume) per l'avamporto e per la zona sotto i trabocchi è evidente che gli interrimenti sono stati creati prima dalla diga foranea e poi dopo, insieme, dalla stessa e dal braccio di levante.
Infatti in queste zone il flusso del fiume e quindi il fango da esso trasportato non arriva. Gli interrimenti sono quindi creati solamente dalle due strutture trasversali (diga e braccio) e in alcuni punti con l'aggiunta del fango trasportato dal fiume. 
Che è solo un'aggiunta ma non la causa principale degli interrimenti.

D'altronde è molto difficile se non impossibile stabilire quanti del milione di metri cubi trasportati ogni anno dal fiume si fermino nell'avamporto, considerato che la corrente del fiume ha in quel punto una velocità di 2,5-3 miglia orarie, così come viene "sparata" dalla canaletta. Con quella velocità è difficile che se ne depositi molto così come non molto se ne deposita nella canaletta, che non ha mai avuto bisogno di dragaggi annuali come il bacino vecchio, ma solo saltuari, come adesso.   

Di questo assetto portuale nefasto invece si può dare la colpa agli amministratori pubblici, ai progettisti e ad alcune forze imprenditoriali della città degli ultimi 20 anni, che non hanno voluto dare ascolto agli allarmi dati per tempo per evitare o modificare la costruzione della diga e del braccio di levante (chi non vuole rileggersi i tanti articoli di questo blog può leggersi il riassunto fatto dal quotidiano on-line Primadanoi: clicca qui).  



Adesso la gara di appalto per il dragaggio di 200.000 mc. , indetta dal Provveditorato OO.PP., è stata vinta dalla ditta SIDRA di Roma (però secondo noi dovrebbero essere 500.000 mc. dopo tanti anni di mancata cura e di progettazioni sbagliate e distribuiti fra il bacino vecchio e l'avamporto). Ma ci sono degli intoppi.

Il primo è quello che ha visto vincere la ditta SIDRA con un programma che prevedeva l'aspirazione dei fanghi, la immissione degli stessi nella stiva di una grossa draga giunta sul posto, e il trasporto via mare in una grossa discarica nel Belgio che ha leggi un po' meno restrittive delle nostre (sic !).

Ebbene non sarà così. La SIDRA  ha portato in porto un pontone e ha poggiato sulle banchine della darsena una macchina per la lavorazione dei materiali inquinati simile a quella a suo tempo usata dalla ditta NICOLAJ, che fu accantonata perchè procedeva troppo lentamente. Se avessimo saputo tutti l'andazzo che ne sarebbe seguito da più di un anno a questa parte avremmo preferito il metodo "lento" della ditta NICOLAJ. A quest'ora avrebbe finito il lavoro. 

Quindi l'operazione "veloce" prevista non si farà perchè, dicono i responsabili della SIDRA, è troppo costosa. Ma allora perchè, ci chiediamo, è stata fatta una cosiffatta proposta nella gara di appalto ?

Intanto le batimetrie particolareggiate definitive del porto-canale e dell'avamporto saranno pronte oggi. Mentre le analisi dei campioni di carotaggio tarderanno ancora forse una settimana.


Il secondo intoppo è quello creato da alcuni dirigenti dei pescatori che hanno con leggerezza  proposto alla Capitaneria di far aprire una "strada" nell'avamporto, perchè intanto le barche possano uscire. Già, ma non hanno pensato a come faranno poi a rientrare nel porto-canale, dove oramai sono sedute sulle secche e non riescono nemmeno ad ormeggiare o fare le operazioni abituali di scarico del pescato, di rifornimento di carburante, di sbarco e imbarco delle reti, etc... Quindi, ammesso che riescano ad uscire, poi come rientrerebbero nel bacino vecchio e dove ormeggerebbero ?

Alla ditta SIDRA che proponeva di farle ormeggiare alle banchine della darsena abbiamo obbiettato che non è possibile perchè notoriamente quelle due banchine sono esposte ai venti del Nord e le barche potrebbero avere più danni di quelli che hanno già subìto.

Quindi, anche se riuscissero ad uscire, non saprebbero poi come rientrare e dove ormeggiare, non essendo pronto il bacino vecchio.
Allora è meglio secondo noi, e anche secondo i geologi, cominciare il dragaggio da monte, cioè dal bacino vecchio interno e ridare in questa zona galleggiamento e manovra d'ormeggio. Poi si potrebbe aprire "la strada" nell'avamporto. 
Anche se per completare il dragaggio si dovesse lasciare per ultima la zona dell'avamporto e quindi i pescatori dovessero restare fermi quindici giorni di più correrebbero certamente meno rischi che se dovessero ormeggiare nella darsena, e comunque sarebbero poi certi di trovare tutto il porto-canale agibile (e anche lo troverebbe un'eventuale traghetto).


Però c'è un però. Il terzo intoppo.
QUALCUNO non vuole che l'operazione di dragaggio sia fatta secondo le regole e il buonsenso. Perchè ? 
Perchè c'è in ballo il contestatissimo Piano Regolatore Portuale per agevolare il quale QUALCUNO spinge per fare il dragaggio a metà, quel tanto (il solo avamporto) che serve per il progetto del Piano Regolatore. Con il solo danno dei pescatori e gli interessi di QUALCUNO.
Ma questo è oramai il segreto di Pulcinella.


il Piano Regolatore Portuale contestato da pescatori, ambientalisti, geologi e ingegneri





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