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mercoledì 20 novembre 2013

Il dragaggio/11: è arrivata la Restaurazione.


E' accaduto di nuovo !
E' accaduto quello che pensavamo non potesse accadere, soprattutto adesso con il Governo Letta, impegnato a rimettere ordine, capacità professionali ed etica nelle faccende dello Stato. Siamo indignati.

Colui che è riuscito a portare avanti il dragaggio, senza che la Procura avesse da dire niente sul rispetto delle norme ambientali e procedurali, e con la soddisfazione dei pescatori che sono riusciti a tornare in mare (a breve sarebbe venuta anche quella degli operatori commerciali della darsena -carburanti e traghetto passeggeri-), cioè l'ing. Carlea, il Provveditore per l'Abruzzo/Lazio/Sardegna, è stato rimosso dall'incarico e destinato al Provveditorato Campania/Molise, dal 15 settembre scorso.


l'ing. Donato Carlea



L'abbiamo saputo due giorni fa, tra il silenzio assordante della stampa locale (non tutta: leggi qua), presi per tutta l'estate da altri problemi e sicuri che le operazioni di dragaggio procedessero normalmente come previsto. 
Pensavamo che il Provveditore, gran galantuomo e tecnico di grandi capacità, dovesse essere piuttosto promosso ad altro superiore incarico, se proprio lo si voleva spostare.
Invece, è stato rimosso, per far posto di nuovo a quei dirigenti del Ministero, del Provveditorato, e a quei tecnici che tanti guasti hanno fatto al porto di Pescara (e alla città de L'aquila, come riferisce l'articolo di cui sopra).

Evidentemente i giochi sottobanco al Piano Regolatore Portuale di Pescara sono enormi. 
E anche quelli per la ricostruzione della città de L'aquila, dove pure l'ing. Carlea aveva dimostrato le sue capacità istituzionali.

Quanto ai guasti arrecati al porto di Pescara, che seguiamo da anni particolarmente, siamo costretti a volgere l'attenzione ai tecnici che l'hanno progettato, o che hanno fatto per esso lo studio di impatto ambientale, o che l'hanno avallato: rispettivamente, il Genio Civile OO.MM. di Ancona (redattore della variante al PRP del 1997), l’ing. Noli (che ha fatto lo studio di impatto ambientale della diga con la societàESTRAMED), e  l’ing. De Girolamo (che ha avallato nel 2001 la costruzione successiva del braccio di levante come presidente della Commissione ANPA-Ministero/Comune).

A conferma di quanto abbiamo sempre fatto presente, ultimamente, il 29 ottobre 2013, lo stesso ing. Noli, durante il convegno promosso in Provincia dall'ex-commissario al dragaggio Guerino Testa e dai comitati civici dell'ex sindaco D'alfonso, ha affermato a proposito della diga foranea  (abbiamo il sonoro registrato):

 “Questa è la situazione del porto di Pescara al 2004: si vede bene come il pennacchio del Pescara si disponga verso la spiaggia, diciamo, dalle due parti del porto. Questo è l’effetto della diga foranea che era stata realizzata prima del 2004 e era stata progettata dalla società ESTRAMED che era una società esperta nel campo”...
…”In realtà questa diga foranea, che ha dato tanti fastidi, dal punto di vista tecnico sembrava realizzato bene. In effetti, lo confesso, non mi ero accorto di questo problema grosso che nasceva e che era determinato sia dall’insabbiamento di tutta la parte portuale sia dalla migrazione di tutta la corrente del fiume verso le due parti del porto ed in particolare verso la spiaggia a nord-ovest”...  



la locandina del convegno !!!


Ora, che Noli dica che non aveva previsto, nel fare l'impatto ambientale per la diga, che questa potesse creare interrimenti dimostra la bontà delle ns. intuizioni, comunicate nella lettera del febbraio 2000 a tutte le autorità civili e militari prima della costruzione del braccio di levante, e poi esplicate nella relazione: Correnti, venti costieri e interrimenti.

Ma dimostra anche, se proprio non si voleva ascoltare un comitato di semplici cittadini e professionisti locali, che nessun ascolto diede l'ing. De Girolamo (incaricato nel 2001 a presiedere la commissione ANPA che avallò la costruzione del braccio di levante) sia alla relazione del dicembre 1999 dell'ing. Matteotti, noto luminare di fluidodinamica dell'Università di Padova, (chiamato dall'assessore di allora, Carlo Masci, dopo un lungo chiarimento con noi al mare, sotto l'ombrellone) sia a quella dell'arch. Polacco, uno dei più grossi esperti italiani di pianificazione portuale, chiamato per mecenatismo e a nostra insaputa da Filippo Antonio De Cecco, allora presidente della SAGA (aeroporto), a cui avevamo indirizzato la lettera.

(L'ing. Matteotti  ci confidò nel 2005 o 2006, quando lo contattammo perchè il sindaco D'alfonso sembrava voler sentire le sue opinioni sul porto dopo una riunione al Ministero, che ancora non aveva ricevuto dal Comune la parcella per la sua relazione. Non sappiamo come è andata poi la storia).

Adesso Noli e De Girolamo, secondo noi, dato che sono i responsabili del guasto attuale del porto, dovrebbero stare zitti e non venire a fare convegni. 
Nel 2000, avevamo detto che il porto di Pescara avrebbe dovuto fare "il passo giusto secondo la gamba". Sarebbe dovuto diventare un piccolo porto per un traghetto con la Croazia e per piccole navi passeggeri "d'elite". Oltre che per il consolidato traffico petrolifero. 
Ma in sintonia con l'ambiente e soprattutto con i paraggi marittimi, costituiti da bassi fondali sabbiosi.  
E invece il porto che hanno per forza voluto si è tutto insabbiato ed è restato chiuso per più di un anno, nel 2012.
E per assurdo (o per paura ?), l’allora sindaco Luciano D'alfonso ha affidato  il nuovo PRP di Pescara proprio a coloro che hanno sbagliato tutto.

Solo grazie alle capacità dell'ing. Carlea e dello staff del Provveditorato si è ritornati pian piano, con l'effettuazione del dragaggio, alla quasi normalità e si aspettava che dessero un assetto "possibile" al porto, o recependo le ns. indicazioni del 2000, e la nostra Proposta, o quelle del PRP  o altre eventuali.

Anche se quest'ultimo PRP è stato contestato fortemente nella fase di VAS (nel novembre 2012) da 20 soggetti, fra cui i più importanti sono i comandanti dei pescherecci del porto (TUTTI), l’Associazione Armatori di Pescara, l’Ordine degli Ingegneri di Pescara e il WWF. 

Ma la VAS, dopo un anno, ancora non ha detto se quelle Osservazioni sono giuste o sbagliate.

L'occhio vigile, competente e fuori dai giochi politici dell'ing. Carlea ci rassicurava che, qualsiasi fossero state le soluzioni che lui e il Provveditorato avessero preso per definire l'assetto del porto dopo il dragaggio, sarebbero comunque state le migliori possibili per la città di Pescara, anche se avessero dato torto alle nostre Osservazioni.
Invece adesso non siamo così fiduciosi.

Cosa devono pensare i cittadini pescaresi e gli operatori del porto dei politici che hanno avallato tali errori progettuali e avallano tutt’ora soluzioni che vengono da chi finora ha solo sbagliato ?

E cosa devono pensare del Governo Letta, in carica dal 28 aprile 2013, se ha permesso che si svolgessero i giochi raccontati dalla stampa su citata nel Ministero delle Infrastrutture (retto dall’on. Maurizio Lupi) ?

Certo, se la Corte dei Conti avesse occhi e orecchie…



1 commento:

  1. Giusta cronistoria. Ho letto anche l'articolo su" Prima di noi" di ieri. Disamina perfetta. C'è poco da dire, solo gli stolti non cambiano mai idea nonostante gli influssi della politica che sta distruggendo questo paese. C'è una petizione con un certo numero di firme per i nuovi moli del porto sulla quale abbiamo riscontrato una buona sintonia e che è ben diversa dal faraonico, e perciò irrealizzabile, progetto alternativo. Portiamola avanti, divulghiamo, facciamo sentire. A disposizione. Cordialità. Dott.Lo Stracco Cav. Vincenzo

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