Anteprima:
Il fiume alla foce nella seconda metà dell'800...
… nella seconda metà del
‘900, dopo la II guerra mondiale,…
… a fine ‘900, dopo la costruzione della diga
foranea (1997),…
… e agli inizi del 2000 (2005),
dopo che fu completato il braccio di levante con la darsena per le navi
(2005),…
Fine anteprima
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2002: I risultati dello stato ecologico del fiume, di Legambiente
Stazione prelievo
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Stato prelievo
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Popoli
S.S. 17 - Fiume Aterno
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Classe III
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Popoli - A
valle centro abitato
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Classe III
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Bussi -
Stazione Fs
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Classe III
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Tocco da
Casauria - A valle captazione Enel
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Classe III
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Bolognano
- A valle confluenza fiume Orta
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Classe III
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Scafa
|
Classe III
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Rosciano
|
Classe III
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Cepagatti
- Ponte Fascine
|
Classe III
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Cepagatti
- Ponte Villanova
|
Classe IV
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Cepagatti
- Contrada Buccieri
|
Classe IV
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Pescara -
Ponte circonvallazione (Ponte Capacchietti)
|
Classe IV
|
Pescara -
Ponte D'Annunzio
|
Classe IV
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Legenda
|
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Classe I
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Ambiente
non inquinato o comunque non alterato in modo sensibile
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Classe II
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Ambiente
con moderati sintomi di inquinamento o alterazione
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Classe III
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Ambiente
inquinato o comunque alterato
|
Classe IV
|
Ambiente
molto inquinato o comunque molto alterato
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Classe V
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Ambiente
fortemente inquinato e fortemente alterato
|
Riferimento normativo: Dlgs 11 Maggio 1999 n. 15 |
2002 - pagine riprese dall'archivio del sito web portodipescara.com, non più attivo:
Scarichi fognarii sulla costa nord e sud di Pescara
Carta nautica
I numeri in rosso contrassegnano gli scarichi a mare
di fiumi, fossi, fogne o condotte sottomarine di liquami.
Numero scarico a mare
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Denominazione scarico a
mare
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numero 1
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fiume Saline
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numero 2
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fosso Mazzocco
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numero 3
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fiume Pescara (nord e sud)
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numero 4
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condotta Vallelunga
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numero 5
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condotta Torrente Acquatorbida
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numero 6
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fosso Pretaro
|
numero 7
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condotta del Fiume Foro (Francavilla) |
Le condotte 5 e 7 sono regolarmente e ufficialmente
segnalate sulle carte nautiche.
2002 - Tutte sono
adagiate sul fondo del mare e si allungano dalla costa per 1 miglio e mezzo
(2.700 mt. circa) .
E' evidente che il tratto di mare che va dal fiume
Saline, di Montesilvano, all'inizio di Francavilla , praticamente quello
dei 7,5 Km che l'Agenzia Nazionale Per l'Ambiente (ANPA) nel 2002 aveva
definito, all'inizio della stagione, come esclusa dalle altre zone
d'Abruzzo che si potevano fregiare della definizione di buona qualità
delle acque, ha dei grossissimi problemi.
Stessa cosa avevano affermato su questo tratto la
Foundation for Environmental Education (FEE), organismo privato con sede
in Danimarca, assegnando la bandiera blu alle coste teramane
e a quella a sud di Ortona, e il Touring Club con Legambiente, che hanno
confermato questa situazione nel libro pubblicato insieme nel mese di
luglio.
E' evidente che questo tratto di costa ha bisogno di
cure particolari, visto che d'estate vi si riversano più di 200.000
cittadini, che hanno diritto di fare il bagno in acqua salata e pulita, e non
in acque inquinate.
Per cui bisogna che i nostri amministratori pubblici
si diano da fare parecchio e velocemente.
Sull'argomento vogliamo citare Alberto Ronchey
(Corriere della Sera 4/9/2002 ): " [...] a proposito della
spericolata devastazione ambientale [...] e riguardo alla società italiana, uno
scienzato del progetto Redifining Progress, Mathis Wackernagel , ci
avverte "se tutti vivessero come gli italiani, avremmo
bisogno di due pianeti o anche più" [...] ".
Fiume Saline
Foce del fiume Saline.
|
2002 - dal sito: Questa è la foce del fiume Saline, vista dalla riva sud.
Infatti l’ultimo comunicato dell’ARTA vieta la balneazione dalla foce
del fiume fino a 300 metri a nord della stessa, verso Silvi.
Il fatto che sia vietata la balneazione dalla foce
verso nord conferma che la corrente litoranea, come abbiamo sempre
sostenuto, confortati anche dalle fotografie aeree, (vedi link sul porto di
Pescara), dirige verso nord appunto.
agg. del 2013, luglio - Il Sindaco Di Mattia (2013) ha chiamato a raccolta gli amministratori dei
Comuni della vallata che interessa anche il fiume Fino e che vi scaricano in
modo da inquinare l’ambiente. Il Sindaco è determinato a bonificare tutto il
bacino, fortemente inquinato, come da esposto del WWF.
Ma abbiamo saputo che il Comune si accinge a discutere la costruzione di un
porto-isola turistico davanti a quella costa.
A parte le considerazioni tecniche da fare sul progetto stesso, non vediamo
come possa essere realizzato davanti a quel tratto di costa un altro
porticciolo (destinato a fare la fine di quello di Francavilla, a fianco
all'Alento ?), quando a 5 km di distanza c'è il bellissimo Marina di Pescara
che ha posti vuoti a sufficienza e un solo problema: l'imboccatura a mare.
Dicono che il porticciolo-isola di Montesilvano verrebbe realizzato con
soldi dell'UE.
Ma perchè non sono quelli anche soldi nostri, che potrebbero essere invece
dirottati (solo per fare un esempio) sul Marina di Pescara e modificarne l'imboccatura, problematica da
sempre ?
Fosso Mazzocco - (tra Pescara e Montesilvano)
sbocco a mare di fosso Mazzocco (fra Pescare Montesilvano), visto dalla spiaggia |
2002: Durante la stagione invernale il fosso è aperto e scarica
continuamente e direttamente a mare.
D’estate, viene chiuso poiché raccoglie liquami, della cui provenienza le stesse Amministrazioni non riescono a fare un censimento.
D’estate, viene chiuso poiché raccoglie liquami, della cui provenienza le stesse Amministrazioni non riescono a fare un censimento.
Il retroterra è comunque abbastanza
popolato.
In effetti nel fosso Mazzocco defluiscono le acque di troppo della rete fognante, nella quale confluiscono sia le acque di fogna che quelle di pioggia.
Quando piove, infatti, la portata delle fogne aumenta e non può essere mandata integralmente all’impianto di depurazione, per cui l’eccedenza di portata viene scaricata nel Mazzocco.
Però capita non di rado che, come quest’anno, ci siano temporali estivi frequenti.
Si contava sulla circostanza che le acque di fogna scaricate fossero diluite da una maggiore portata d’acqua di pioggia e fossero quindi meno dannose e inquinanti; peccato però che le acque di prima pioggia soprattutto quando cadono dopo un periodo di siccità, dilavino tutta la porcheria che si è accumulata.
A quel punto il fosso non riesce a contenere più l’acqua mista a liquami che vi si accumula e trabocca direttamente sulla spiaggia e nel mare.
E nessuno riesce ad avvisare in tempo i bagnanti della nuova situazione relativa alla balneabilità del tratto di mare antistante, di quello verso nord e soprattutto verso sud (rotonda Paolucci a Pescara), venendo di solito i temporali con perturbazioni da nord.
In effetti nel fosso Mazzocco defluiscono le acque di troppo della rete fognante, nella quale confluiscono sia le acque di fogna che quelle di pioggia.
Quando piove, infatti, la portata delle fogne aumenta e non può essere mandata integralmente all’impianto di depurazione, per cui l’eccedenza di portata viene scaricata nel Mazzocco.
Però capita non di rado che, come quest’anno, ci siano temporali estivi frequenti.
Si contava sulla circostanza che le acque di fogna scaricate fossero diluite da una maggiore portata d’acqua di pioggia e fossero quindi meno dannose e inquinanti; peccato però che le acque di prima pioggia soprattutto quando cadono dopo un periodo di siccità, dilavino tutta la porcheria che si è accumulata.
A quel punto il fosso non riesce a contenere più l’acqua mista a liquami che vi si accumula e trabocca direttamente sulla spiaggia e nel mare.
E nessuno riesce ad avvisare in tempo i bagnanti della nuova situazione relativa alla balneabilità del tratto di mare antistante, di quello verso nord e soprattutto verso sud (rotonda Paolucci a Pescara), venendo di solito i temporali con perturbazioni da nord.
Fosso Vallelunga (4)
E' un fosso che scende a mare attraversando la valle fra Colle Pineta e Colle San Silvestro, e sbocca nel sottopasso visibile nella foto, in viale Primo Vere, al villaggio Alcione.
fosso Vallelunga, visto dal mare
|
2002: Questo è un fosso vicino ai confini con Francavilla al Mare,
perennemente causa di inquinamento delle acque antistanti,
salvo rari casi.
Come si vede dalla foto, comunque le spiagge vicine sono normalmente frequentate da bagnanti.
Le analisi dell’ARTA cosa dicono in proposito?
L’anno passato, ma anche quest’anno, dimostravano che c’era in quella zona un notevole inquinamento: e allora perché ci sono i bagnanti sulla spiaggia?
Come si vede dalla foto, comunque le spiagge vicine sono normalmente frequentate da bagnanti.
Le analisi dell’ARTA cosa dicono in proposito?
L’anno passato, ma anche quest’anno, dimostravano che c’era in quella zona un notevole inquinamento: e allora perché ci sono i bagnanti sulla spiaggia?
Condotta Torrente Acquatorbida (5)
2002: Come si vede dalla carta
nautica, dove è segnalata ai fini della navigazione e pesca, il fosso
Acquatorbida, che scende da
San Silvestro, raccoglie i liquami di quella zona che
vengono intubati, probabilmente senza essere depurati, e mandati, con la
condotta che è visibile sulla carta nautica, fino ad
un miglio e mezzo al largo, poco più a sud del porto turistico.
Con una barca, andando sul punto di fuoriuscita, quando c’è mare calmo, si può vedere una bolla di acqua dolce e di liquami che vengono a galla (si sa che l’acqua dolce è più leggera dell’acqua salata avendo un peso specifico minore):
la fuoriuscita in superficie delle acque dolci e inquinate della condotta acquatorbida, a poca distanza a sud-est dal Marina. |
A questo punto viene da fare una considerazione: come
mai si permette che acque non depurate e comunque contenente liquami vengano
riversate in mare ad 1 solo miglio e mezzo dalla costa ?
Fosso Pretaro (6)
2002: Scende dalle colline di
San Silvestro e non ci sono segnalazioni particolari da fare, tranne che il
livello di inquinamento
delle sue acque è di solito sopra i valori della
norma.
Condotta fiume Foro - a sud di
Francavilla (7)
2002: Vale quanto detto anche per lo scarico numero 5, condotta Acquetorbide, e
cioè che scende dalla collina di San Silvestro.
Ammesso e non concesso che si
possano scaricare a mare direttamente le acque di fogna.
Considerazioni postume del 2013: a parte il bacino del
fiume Saline (e del fiume Fino), per cui il Sindaco Di Mattia si sta attivando
per la sua bonifica, le condizioni ambientali degli altri 6 scarichi a mare
quali sono oggi, nel 2013 ?
2 Agosto 2012 - Legambiente ha organizzato il solito giro
d'Italia con la Goletta verde per valutare lo stato delle acque
di balneazione ed eventuali opere costiere macroscopicamente
invasive sull'ambiente. Ed è ritornata a Pescara e come sempre abbiamo
cercato di collaborare con il loro staff (il Presidente Abruzzo, Angelo Di
Matteo e il direttore Antonio Sangiuliano):
|
Foto
all'infrarosso termico del consorzio C.I.S.I.G. del 1999: le acque fredde e
inquinate del fiume (di colore blu) sbattono contro la diga foranea e
sfociano verso NW, a sinistra nella foto, in direzione del centro città
(di colore verde) e verso la periferia nord ( di colore giallo, fino
all'altezza della rotonda Paolucci). Man mano che le acque si riscaldano
cambiano colore passando dal blu, al verde, al giallo. All'estrema sinistra
nella foto, in alto, di nuovo il colore verde-giallo del fiume Saline, a
Montesilvano, anch'esso inquinato. Il colore rosso rappresenta la zona
di mare dove i due fiumi non arrivano. Ma dopo i temporali vi arrivano
gli scarichi di Fosso Mazzocco di Montesilvano, quando il "troppo
pieno" del fosso trabocca (si trova circa un paio di cm. a sx del limite
giallo sulla cartina). E vi arrivano dopo i temporali estivi
provenienti da nord, che li spingono verso Pescara (rotonda
Paolucci).
Verso SE,
a destra nella foto, (vedi anche le foto sotto) il fiume sfocia al
largo dall'imboccatura di scirocco del porto, completato nel 2005, con la
costruzione del braccio di levante. La carica batterica del fiume
naturalmente diminuisce man mano che ci si allontana dal porto-canale. Dal
1999 ad oggi la situazione è sostanzialmente la stessa, soprattutto dopo la
costruzione del braccio di levante, 2005.
La
soluzione ? Ad oggi potrebbe essere quella indicata nella Proposta.
|
Ma la
spiaggia sotto i vecchi trabocchi insabbiati del molo nord non è interessata
dal flusso d'acqua dolce e inquinata del fiume (foto all'infrarosso del 2001,
prima della costruzione del braccio di levante) per via della spinta della
sua corrente e del gioco delle correnti marine generate dai venti dominanti.
|
Le zone di prelevamento di Legambiente nel 2012:
fuori campo, a sud, il fosso Vallelunga
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Da Il Centro del 3 agosto (Laura Venuti)
|
Da Il
Centro del 4 agosto 2012- di Ylenia Gifuni-(... Quanto alla città di
Pescara, sono stati prelevati tre campioni, due dei quali “altamente
inquinati”. Parliamo del fosso Vallelunga e della spiaggia sul lungomare
Matteotti, all' incrocio con via Balilla. Inquinata la zona a largo della diga
foranea a 400 metri dalla battigia. L’allarme degli ambientalisti contrasta con
il parere espresso dal direttore tecnico dell’Arta Giovanni
Damiani, che parla di «dati in parte condizionati dalle piogge dei
giorni immediatamente precedenti ai campionamenti»).
Cioè,
che cosa vuol dire ? Che la pioggia è inquinata ?
da Il Centro del 3 agosto (Laura Venuti)
|
Quello che Goletta verde ha verificato, a distanza di 12 anni (si era nel 2000), quanto denunciato già allora insieme all'Ass. Pescatori Borgomarino, è: la diga ha finito per interrare tutto l'avamporto, con la concausa della presenza del braccio di levante e dell'apporto dei sedimenti del fiume.
Ottobre 2012 - da una richiesta di accesso agli atti pubblici
fatta nei giorni scorsi dal WWF sono venuti fuori dati allarmanti sulle
condizioni del fiume, dati che gli addetti ai lavori conoscevano peraltro già
dai primi di Novembre 2011. Cioè un anno fa:
for a living planet
|
COMUNICATO STAMPA del 08-10-2012
ll Pescara: fiume in agonia
Risultati shock dalle analisi ARTA sulla canaletta del Porto di Pescara.
Mercurio, idrocarburi e altri inquinanti.
ll 47% dei campioni mostra tossicità acuta “molto alta”.
Il WWF: la strada del bando per rimuovere i sedimenti è ormai obbligata, la
politica accetti che la bonifica dei fiumi è una priorità per la regione.
l sedimenti del Fiume Pescara alla foce sono inquinati da mercurio e
da altre sostanze pericolose e mostrano gravi livelli di tossicità acuta.
Lo dicono le analisi e la relativa relazione dell'ARTA sui sedimenti
accumulatisi nella cosiddetta “canaletta” del Porto di Pescara (si tratta
dell'area tra i due moli).
I referti delle analisi sono stati consegnati al WWF durante un accesso
agli atti svoltosi presso l'ARTA martedì scorso. Il campionamento risale
all'ottobre del 2011 e i primi risultati, come, ad esempio, quelli sul
mercurio, erano già disponibili agli inizi di novembre 2011 mentre altri, come
quelli per la valutazione della tossicità, ai primi di gennaio 2012.
Nella Relazione dell'ARTA allegata ai campioni si può leggere che su un
totale di 17 campioni:
“ii mercurio: per 76 campioni le concentrazioni sono superiori a mg/kg
1.05 (0,4 mg/kg, Livello Chimico di Base, ndr).
Per n. 70 campioni risulta superato anche il LCL (0,63 mg/kg) (Livello
Chimico Limite, ndr), mentre per n.4 i valori di concentrazione sono
prossimi a tale valore”.
Inoltre, con riferimento ai valori cautelativi di concentrazione delle
sostanze pericolose prioritarie (Tabella 2. 3. C dello stesso Manuale APAT-ICRAM),
si osservano superamenti per i seguenti parametri: Benzofluorantene
(in n. 3 campioni), Benzo (g, h, i) perilene (in n. 1 campione), Indeno ( 1,2,
3, c, d) pirene (in n.2 campioni)."*
L'ARTA segnala superamenti degli LCL anche per Rame (n.1 campione) e, per i
limiti della 152/2006 per i suoli ad uso residenziale (anche se
l'appIicazione di tale normativa ai sedimenti marino-costieri è oggetto
di discussione, ndr), anche in tutti i campioni analizzati.
Nella parte finale della relazione si può leggere:
"Riassumendo, su n. 17 campioni analizzati. . . In tutti i campioni,
ad eccezione di uno, (. . .), risultano superati i valori LCB e solo in cinque
casi non sono superati anche i valori di LCL. Per tre campioni, le
concentrazioni di composti che compaiono tra le sostanze pericolose prioritarie
superano i valori cautelativi di concentrazione indicate nella Tabella 2. 3. C.
Dai risultati del test di tossicità acuta con Vibrio fischeri; il 47% dei
sedimenti analizzati presentano una tossicità molto alta, il 24 % una tossicità
medio-alta e il restante 29% rientrano in colonna A della
Tabella 2.4 del suddetto Manuale”.
Durante l`accesso agli atti è emersa anche una nota del Ministero dell'
Ambiente con cui, nel trasferire alcune competenze sul dragaggio alla Regione
Abruzzo, si può leggere: “A tal proposito si segnala che l’ISPRA, con la
nota n. 245/P del 9 marzo 2012 che per pronto confronto si allega, in
base all'ultima valutazione delle Misurazioni analitiche che
portarono all'emanazione del Decreto PNM-DEC-2011-573 del 20 settembre 2011 (il
decreto che acconsentiva allo sversamento in mare, NDR), "valuta che non
vi siano le condizioni per lo svolgimento delle attività di dragaggio con
immersione deliberata dei sedimenti in mare”
Dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo “ll fiume
Pescara è un malato acuto cui nessuno sta praticando cure. Siamo stati per mesi
sommersi da polemiche infinite su “DDT si e DDT no” su una parte minimale dei
fanghi da dragare nell'avamporto quando già c'erano dati così preoccupanti
prodotti dalla stessa ARTA. Grazie all'accesso agli atti, abbiamo appreso
dell'esistenza di una nota dell'lSPRA che il 9 marzo 2012 chiudeva
sostanzialmente la vicenda.
Nel 2007, durante l'iter di perimetrazione del Sito di Bonifiche di Bussi,
scrivemmo che l'inquinamento interessava il fiume fino alla foce, chiedendo
l'inclusione dell'intera asta fluviale o, almeno, dei principali sbarramenti
dietro i quali si erano accumulati milioni di metri cubi di sedimenti provenienti
da monte. È il caso dell'invaso ENEL di Alanno-Piano d'Orta. Allegammo uno
studio avente per oggetto proprio la distribuzione del mercurio alla foce del
fiume Pescara, pubblicato nel 2004 su una rivista scientifica internazionale
dal Prof. Giaccio e colleghi dell'Università di Chieti. In questo studio il
mercurio era indicato come presente con le stesse concentrazioni riscontrate a
fine 2011 dall'ARTA.
Il Ministero decise di includere nel Sito di Bonifica solo gli invasi ma
chiese alla Regione Abruzzo e all'ARTA di provvedere a monitorare lo stato dei
sedimenti lungo tutta l'asta fluviale.
Ad oggi, a 4 anni dalla perimetrazione del SIN di Bussi, non ci risulta
essere stato attuato né il Piano di Caratterizzazione del sito né il
monitoraggio dei sedimenti lungo tutto il fiume Pescara.
Tale situazione è inaccettabile perché non ci permette di capire se
l'inquinamento che vediamo è la “coda” di fenomeni di sversamento a monte ormai
conclusi e i cui effetti a valle si stanno esaurendo oppure se dobbiamo aspettarci
addirittura un ulteriore peggioramento senza gli urgenti interventi di bonifica
necessari sul fiume.
Le istituzioni sembrano prese da tutt'altro visto che si riesce a far
riunire il consiglio regionale ben 14 volte per tagliare la riserva naturale
del Borsacchio al fine di far costruire qualche palazzina mentre
sostanzialmente si ignora una situazione ambientale ed economica cosi
compromessa che tocca direttamente i cittadini e il mondo produttivo.
Chiediamo al Presidente del Consiglio Regionale, Pagano: non è il caso di
convocare 14 volte ii consiglio regionale per affrontare ii tema dei fiumi
abruzzesi ridotti a fogne, per discutere dello stato delle bonifiche in Abruzzo
e, magari, del Piano di Tutela delle Acque che più che riqualificare mira a
derogare agli obiettivi di qualità europei dei fiumi?
Ci domandiamo, ad esempio, se il gruppo PD in Regione continuerà a
impegnarsi allo spasimo per sostenere il progetto TOTO di cementificio e
megacava a Bussi con i 50 milioni di euro destinati alla bonifica oppure
se capirà che è necessario spendere quelle poche risorse tutte e subito
per bonificare la discarica “Tremonti” posta proprio sul fiume Pescara.
La politica deve fare delle scelte precise visto che sono ormai evidenti i
costi collettivi che derivano da un fiume cosi inquinato.
In tale situazione critica, avendo anche una vasca di colmata inservibile
(?, ndr), il bando annunciato dal Provveditorato per il dragaggio è (era)
sostanzialmente un passo obbligato.
Bastava leggere anche solo i primi referti ARTA del novembre 2011 sopra
citati per capirlo oppure dare retta alle note del WWF dell'agosto 2011.
Leggeremo il bando con attenzione perché vogliamo che tutto proceda nel
migliore dei modi e in tempi strettissimi.
Abbiamo una classe dirigente che è arrivata ad evocare populisticamente
misure d'emergenza a basso costo, come se buttare a mare** il mercurio possa
divenire un atto da statisti e di lungimiranza politica e civica se fatto con
norme speciali.
Abbiamo amministratori che da un lato non sono consapevoli del
livello di degrado in cui viviamo e che allo stesso tempo non riescono ad
accettare l’esistenza ormai consolidata di precise norme ambientali da far
rispettare, visto che impiegano costantemente il loro tempo a immaginare soluzioni
per aggirarle.
Il Fiume Pescara non merita tutto ciò.
Augusto De Sanctis, responsabile acque Abruzzo
*Tra l'altro il WWF ricorda che il Decreto del Ministero dell'Ambiente
56/2009 su alcuni limiti di qualità dei sedimenti marino-costieri e delle
acque di transizione, per alcune delle sostanze citate pone limiti di
legge ancora più restrittivi rispetto al Manuale ICRAM-APAT.
**visto che per quella cifra si può solo immaginare una soluzione di questo
genere.
Giugno 2013 - riprendiamo da Primadanoi.it
Inquinamento
fiumi: Wwf:«fallimento totale di una intera classe dirigente».
Allertata ancora la magistratura e
L’Unione Europea.
ABRUZZO. I risultati dello stato di salute dei fiumi abruzzesi sono
impietosi. Mentre l’europa fissa per il prossimo anno parametri e obiettivi da
raggiungere la nostra regione si permette addirittura di arretrare rispetto a
quell’obiettivo.
Troppi fiumi sono ancora ammorbati da scoli selvaggi e diretti, molti depuratori lavorano ancora male ed i controlli non sono evidentemente suffcienti. Altro capitolo sconcertante riguarda la gestione politica del sistema idrografico locale.
Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Abruzzo riassume il tutto in un concetto semplice: «la situazione evidenziata dai dati Arta segna il fallimento di un'intera classe dirigente, sia a livello delle strutture regionali sia per quanto riguarda le aziende chiamate a gestire il Servizio Idrico Integrato, che comprende la depurazione».
I risultati pessimi dunque sono la prova di una incompetenza “alta”. I problema per il Wwf è che la stessa regione abbia investito quasi nulla rispetto alle previsioni dei relativi Piani d'Ambito e nello stesso tempo hanno accumulato debiti per centinaia di milioni di euro.
Troppi fiumi sono ancora ammorbati da scoli selvaggi e diretti, molti depuratori lavorano ancora male ed i controlli non sono evidentemente suffcienti. Altro capitolo sconcertante riguarda la gestione politica del sistema idrografico locale.
Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Abruzzo riassume il tutto in un concetto semplice: «la situazione evidenziata dai dati Arta segna il fallimento di un'intera classe dirigente, sia a livello delle strutture regionali sia per quanto riguarda le aziende chiamate a gestire il Servizio Idrico Integrato, che comprende la depurazione».
I risultati pessimi dunque sono la prova di una incompetenza “alta”. I problema per il Wwf è che la stessa regione abbia investito quasi nulla rispetto alle previsioni dei relativi Piani d'Ambito e nello stesso tempo hanno accumulato debiti per centinaia di milioni di euro.
«Lo stato pietoso di molti fiumi nelle aree a maggior valore turistico della Regione (Parco d'Abruzzo, costa teramana e chietina)», dice Di Tizio, «è potenzialmente foriero di un gravissimo impatto sull'economia regionale. Tra gli altri, il Commissario dell'ATO Caputi, che è anche storico dirigente regionale responsabile proprio del settore acque, e il Commissario per l'emergenza dell'Aterno-Pescara Goio ad oggi non paiono poter vantare risultati gestionali positivi. È sorprendente che in tale contesto, la Giunta Regionale nel 2010 abbia varato, tra le fortissime contestazioni dei soli ambientalisti e di pochi comuni - Fossacesia e Farindola - e sostanzialmente senza un dibattito nella società abruzzese e nel Consiglio regionale, un Piano di Tutela delle Acque dai contenuti del tutto inaccettabili sia per le norme palesemente dilatorie per il raggiungimento della stato di qualità “buono”, per molti fiumi rimandate al 2027, sia per quelle vantaggiose per i grandi concessionari dell'idroelettrico a scapito degli interessi dell'ambiente e del comparto turistico. Tale Piano ha visto incredibilmente il passaggio favorevole per la Valutazione di Incidenza Ambientale in Comitato CCR-V.I.A. nonostante la chiara insufficienza delle norme ivi previste per la tutela dei corsi d'acqua a maggiore importanza naturalistica della Regione. Clamoroso è il comportamento degli uffici del Genio Civile e dell'Autorità di Bacino che continuano ad istruire, anche con pareri positivi, procedure amministrative per la concessione di nuove derivazioni e captazioni, anche su fiumi ormai ridotti praticamente al collasso. Infine, appare desolante il comportamento di molti comuni preposti alla pianificazione urbanistica che continuano ad ignorare l'effetto dirompente della diffusione capillare di insediamenti abitati e aree artigianali/industriali sull'effettiva capacità di erogare i servizi di base come la depurazione. Per queste ragioni riteniamo ormai necessario rinnovare alla radice la classe dirigente regionale e delle strutture connesse alla gestione delle acque».
L’ombra di interessi economici che possano essi stessi inquinare la gestione dell’ambiente è un fatto che nessuno fuga.
Augusto De Sanctis, referente acque del Wwf Abruzzo spiega invece che molti dei problemi di oggi affondano le radici nella pessima gestione dei depuratori.
«Per cambiare rotta è necessario procedere immediatamente alla radicale revisione ed approvazione in Consiglio Regionale del Piano di Tutela, recependo le osservazioni delle Associazioni ambientaliste sul Deflusso Minimo Vitale, hydropeaking, concessioni, ecc.. Bisogna attuare una verifica delle concessioni già esistenti al fine di migliorare la situazione dei tratti fluviali compromessi assicurando un maggiore rilascio assicurando una adeguata tutela delle aree Natura2000 attraverso misure specifiche da inserire nei redigenti Piani di Gestione di SIC e ZPS. Serve adottare una norma di salvaguardia specifica per bloccare lo diffusione di edifici nelle aree agricole e fermare lo sprawl urbano, vietando l'installazione di strutture produttive in aree artigianali/industriali non servite da adeguati servizi di depurazione (impianti dedicati). Riteniamo opportuno integrare il Comitato CCR-VIA e la struttura che redige le istruttorie con personale di chiara fama internazionale per quanto riguarda l'impegno per la tutela delle acque».
In considerazione della gravissima situazione riscontrata il WWF ha deciso di chiedere un intervento alla Commissione Europea affinché persegua l'Italia per la situazione dei fiumi abruzzesi e la mancanza di un'adeguata gestione della depurazione nonché di una corretta gestione delle procedure connesse al rilascio delle concessioni di derivazione delle acque. Inoltre, dopo aver inviato già un esposto sulla situazione economica-finanziaria delle aziende di gestione delle acque a tutte le procure, verrà inviato alla magistratura un esposto specifico allegando il presente dossier affinché si valutino le eventuali responsabilità delle diverse situazioni specifiche.
Giugno 2013 - riprendiamo da:
21/06/2013
Fiumi come cloache. Partono gli esposti
Due terzi dei corsi d’acqua non rispettano gli standard europei. Dossier
del Wwf.
PESCARA- Trasformati in cloache
a cielo aperto e scippati sempre più spesso delle loro acque per scopi irrigui,
idroelettrici e industriali. «Per i fiumi in Abruzzo va sempre peggio: due
terzi dei corsi d’acqua sono lontani dagli obiettivi di qualità fissati dalla
Commissione Europea nel 2000. In due anni poi un terzo dei fiumi è stato
declassato e il dieci per cento è stato bollato come pessimo». Luciano Di
Tizio, presidente del Wwf Abruzzo, snocciola i dati del dossier fresco di
stampa che documenta l’inquinamento dei nostri fiumi e conferma l’inglorioso
primato conquistato dall’Abruzzo nei giorni scorsi, quando il ministero della
Salute ha diffuso il rapporto sulle acque di balneazione. L’Abruzzo è la
regione con le maggiori criticità, per colpa dei fiumi-fogna e degli scarichi
pirata. Nel dossier il Wwf ha elaborato i dati dell'Arta relativi alla campagna
di monitoraggio del 2011. Oltre 100 le stazioni lungo i corsi d'acqua, cinque
invece le classi di qualità: pessima, scadente, sufficiente, buona ed elevata.
«L'obiettivo di raggiungere lo stato "buono"entro il 2015, come
impone la direttiva n. 60 della Commissione Europea, si sta allontanando sempre
di più, visto che il trend è in peggioramento - afferma Di Tizio -. Ormai il
68% delle stazioni di campionamento non rientra nella classe di qualità
"buona", ma è precipitata nella “pessima”, nella “scadente” o in
quella “sufficiente”. Nel 2011 l'Abruzzo ha visto aumentare in modo vertiginoso
i casi da maglia nera: ben il 10% delle stazioni monitorate (12 su 118) figura
nella classe “pessima”. Nel 2009 erano solo 3 e nel 2008 appena una». «Pessimo»
risulta lo stato di qualità del Calvano, del Cerrano, del Piomba e del Vibrata,
in provincia di Teramo, del Feltrino e dell'Arielli nel Chietino, del Turano,
dell'Imele e del Fosso La Raffia nell’Aquilano. Tra il 2009 e il 2011 anche i
due principali fiumi abruzzesi, il Sangro e l'Aterno-Pescara, hanno visto
peggiorare la loro qualità: da “buona” a “sufficiente” e “scadente” il Sangro,
da “sufficiente” a “scadente” l’Aterno-Pescara (tranne una sola stazione,
risultata “sufficiente”). La provincia dell'Aquila è quella che presenta la
percentuale maggiore di non conformità (75%) rispetto agli obiettivi fissati
dalla Commissione Europea; seguono le province di Chieti (74%), Pescara (63%) e
Teramo (58%). Il Teramano è la provincia che ha peggiorato maggiormente la
propria situazione, con il 57% delle stazioni declassate (Chieti il 39%,
L'Aquila il 32% e Pescara il 18%). «La qualità dei fiumi ha un impatto
impressionante sull'economia turistica della regione, come attesta anche il
rapporto 2013 sulle acque di balneazione del ministero della Salute - commenta
Di Tizio -. La stragrande maggioranza delle nostre foci fluviali non rispetta i
parametri di legge. I dati dell’Arta fotografano il fallimento di un'intera
classe dirigente: parliamo della Regione e anche delle aziende che gestiscono
il servizio idrico integrato, compresa la depurazione. Queste aziende,
nonostante non abbiano investito quasi nulla rispetto alle previsioni dei Piani
d'Ambito, hanno accumulato debiti per centinaia di milioni di euro». Alla
Regione il Wwf contesta il varo di un Piano di tutela delle acque che da un
lato rinvia al 2017 il raggiungimento della stato di qualità “buono” per molti
fiumi e dall’altro prevede norme vantaggiose per i grandi concessionari
dell'idroelettrico, «a scapito degli interessi dell'ambiente e del turismo».
Per cambiare rotta «bisogna dunque rivedere radicalmente quel Piano», aggiunge
Augusto De Sanctis, referente acque del Wwf. In attesa che la politica si
muova, l’associazione chiederà alla Commissione Europea di perseguire l’Italia
per lo stato dei fiumi abruzzesi e per l’inadeguata gestione dei depuratori.
Intanto il dossier con i dati, insieme a un esposto, sta già viaggiando per
planare sui tavoli delle Procure.
Paola De Angelis
16 giugno 2013 - clicca qui Analisi ARTA - (per conferma) vedere a pagina
2, alla voce 300 mt a nord del molo nord del porto.
28 Settembre 2013 - apprendiamo che si sapeva
ufficialmente tutto sul fiume Pescara già dal 1972: (leggi qui)
Novembre 2013 - esondazione del fiume in alcuni punti iniziali
del porto-canale dopo l'eccezionale pioggia. La situazione del
porto-canale: (leggi qui).
Marzo 2014 - rapporto shock dell' I.S.S. (Istituto Superiore di Sanità):
la discarica di rifiuti tossici di Bussi, a fianco del fiume Pescara, è
altamente tossica,
il sito della discarica di Bussi tra l'autostrada e
il fiume Pescara (nelle cosiddette Gole di Popoli)
|
acqua inquinata dai rubinetti per 700.000 cittadini
|
- articolo Primadanoi.it
- articolo Il Fatto Quotidiano.it
- articolo Il Fatto Quotidiano.it
- tutta la cronistoria
- la Mont-Edison sapeva già tutto
Sono esattamente 15 anni che denunciamo la situazione delle acque del fiume Pescara e in 15 anni la Politica non è riuscita a fare niente per migliorarla.
8 aprile 2015: che bellezza ! l'acqua di balneazione della costa davanti
alla foce è inquinata, come pure buona parte di quella abruzzese, che è di
qualità "scarsa" (secondo i parametri europei).
E adesso i cittadini
dovranno anche pagare le multe europee, oltre che non poter fare il bagno.
Non sarebbe stato meglio
che questi nostri soldi fossero stati spesi per i depuratori invece che per
pagare multe alla UE ???
Il grafico del Forum H2O
mostra il confronto con le altre regioni adriatiche italiane:
Per i particolari clicca quì.
16 novembre 2015: vietata la pesca delle vongole sul tratto di mare davanti a Pescara (clicca qui)
23 novembre 2015: Dossier di Augusto De Sanctis, del Forum H2O, sugli scarichi dei depuratori abruzzesi: (clicca qui)
11 febbraio 2016: Continua la scoperta di scarichi abusivi nel fiume
Pescara:
19 Febbraio 2016: Balneazione Pescara, situazione gravissima:
«allarme sanitario e turismo rischia batosta».
Leggi tutto:clicca quì e leggi. |
Il mare davanti a Pescara
continua ad essere fortemente inquinato dagli scarichi abusivi e non lungo il fiume Pescara e
dal sistema fognario della città che non è adeguato alle esigenze di una
popolazione di circa 150.000 abitanti (il depuratore è tarato per 60.000) e che
d’estate raggiunge anche i 250.000 abitanti.
Inoltre, come già rilevato
dalle notizie dei mesi e degli anni precedenti (vedi sopra), gli scarichi abusivi lungo il
fiume, fino a Bussi, si contano a
centinaia.
Questi scarichi si sommano a
quelli delle fogne cittadine che non riescono ad arrivare al depuratore
(piccolo e inadeguato) a causa di un sistema fognario inefficiente.
Queste seguenti sono le mappe del sistema
fognario della città di Pescara, che abbiamo ricevuto da un accesso agli atti
fatto dal partito politico SEL all’A.C.A. (società che gestisce il depuratore e le fogne).
Ognuno può controllare,
ingrandendo l’immagine, e verificare la
bontà del sistema fognario cittadino:
Figura 1: mappa fogne Pescara Nord |
Figura 2: mappa fogne Pescara Sud |
16 marzo 2016: Le discariche di Bussi? Inquinano ancora, parola di Arta Abruzzo.
Sostanze oltre limiti, una ritenuta cancerogena ancora in falda. Eppure sono stati spesi milioni…. (clicca quì)
il sito industriale di Bussi |
18 marzo 2016: scoperti e sequestrati 3 depuratori nel pescarese che inquinano:
A Manoppello, Lettomanoppello, Tocca da Casauria. ACA, indagati in due.
A Manoppello, Lettomanoppello, Tocca da Casauria. ACA, indagati in due.
clicca quì
M
4 aprile 2016: di nuovo divieto di pesca delle vongole nostrane lungo la costa pescarese, entro i 500 metri dalla riva.
Leggi tutto: clicca quì. |
Ma noi abbiamo saputo in via riservata che anche le cozze presenti sulla piattaforma al largo del porto di Pescara (a tre miglia circa verso sud-est, davanti al Villaggio Alcione) sono inquinate da salmonella.
Quelle cozze non sono state mai inquinate negli anni passati.
Per cui ci viene da dubitare che il fenomeno dell'inquinamento, che viene trasportato dal flusso del fiume Pescara, negli ultimi mesi è peggiorato in quantità e composizione.
Dipende sicuramente dal sistema fognario della città di Pescara, e dell'entroterra (Spoltore, Chieti, Francavilla, S. Giovanni Teatino, etc...), che negli ultimi tempi è esploso come un problema notevole.
I depuratori non funzionano o sono assenti.
Molti scarichi di interi quartieri sono abusivi e vanno direttamente nel fiume.
Le conseguenze non possono essere che queste.
28 aprile 2016:
ancora sequestri di depuratori e fosse non biologiche in affluenti del fiume Pescara da parte della CP-Guardia Costiera a Villa Badessa (Rosciano) e C.da Palozzo (Cepagatti):
Ininterrottamente
portata avanti sin dalla scorsa estate, la campagna di tutela ambientale condotta
dalla Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Pescara sull’intero alveo del
Fiume Pescara, per accertare quali siano le principali fonti d’inquinamento del
porto e del mare, fa registrare nuovi risultati: di fatti, dopo i sequestri dei
depuratori di Manoppello e Lettomanoppello - Santa Liberata, oltre che di uno scarico
diretto fognario in località Villa Raspa di Spoltore, sono stati posti sotto
sequestro in data odierna, su ordine dell’Autorità Giudiziaria, due impianti di
raccolta dei reflui fognari ubicati in frazione Palozzo del Comune di Cepagatti
ed in località Villa Badessa del Comune di Rosciano.
In
entrambi i casi si è trattato di una scorretta gestione di rifiuti liquidi che,
non svuotati dalle fosse settiche nelle quali erano depositati, ruscellavano
finendo nelle acque del Torrente Nora, affluente della sinistra idraulica del
Fiume Pescara. In particolare, nel primo caso (quello in frazione Palozzo) è
stata accertata la presenza di una fossa settica, ubicata nelle immediate
vicinanze dell’argine fluviale, dalla quale si sversavano direttamente nel
Torrente Nora rifiuti liquidi caratterizzati da un elevatissimo inquinamento
microbiologico (il valore dell’Escherichia Coli ammontava a 23.000.000 UFC/100
ml. a fronte di un limite legislativo pari a 5.000 UFC/100 ml.). Nel secondo
caso (quello di Villa Badessa), è invece stata rilevata la presenza di una
fossa settica posta a valle del depuratore ivi esistente che, addirittura
sconosciuta al personale della società di gestione dell’impianto stesso, non
essendo mai svuotata “cedeva”, tramite collegamento sotterraneo, i propri
reflui su un fossato nei pressi dell’argine del Torrente Nora.
Iscritti
nel registro degli indagati i responsabili tecnici dell’ente gestore degli
impianti per i reati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, getto
pericoloso di cose ed inquinamento ambientale.
Gli
accertamenti già condotti dalla Capitaneria di porto hanno messo in luce la
presenza, sul territorio dell’intera provincia di Pescara, di centinaia di
queste fosse settiche/imhoff che, se non gestite/svuotate in maniera
appropriata, possono contribuire in maniera determinante all’inquinamento
microbiologico dei corsi d’acqua. Considerato l’imminente inizio della
stagione, l’auspicio è quindi che gli uffici tecnici dei comuni della provincia
provvedano a verificare quali siano i similari impianti presenti sul proprio
territorio e se gli stessi siano svuotati con la necessaria periodicità.
Nell’ambito
della campagna di tutela ambientale la Capitaneria di porto ha anche provveduto
a segnalare, alle competenti Autorità della provincia dell’Aquila, per le
necessarie verifiche, che alcuni campionamenti hanno evidenziato superamenti
dei parametri microbiologici anche sulle acque dei Fiumi Sagittario ed Aterno,
prima dell’immissione degli stessi nel Fiume Pescara.
L’attività
della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Pescara continuerà nei
prossimi giorni nell’intento di migliorare le precarie condizioni delle acque
dei fiumi sfocianti in mare, in gran parte responsabili dell’inquinamento delle
acque costiere limitrofe alle foci, notoriamente adibite alla balneazione nel
corso della stagione estiva.-
CAPITANERIA DI PORTO DI PESCARA, Telefono: 085/694040 - Telefax: 085/4510117 Sito Web: www.pescara.guardiacostiera.it –e.mail: cppescara@mit.gov.it
_________________________________________________________________________________________________________Maggio 2011 - (ultimo aggiornamento 11 febbraio 2017)
NB: La relazione del'Istituto Idrografico di Stato di Pescara è del 2002. Gli aggiornamenti sono successivi.
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