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mercoledì 17 febbraio 2016

Il fiume Pescara: aggiornamenti a partire dal 2002



Anteprima:

Il fiume alla foce nella seconda metà dell'800...

Paranze rientrano nel fiume dalla vecchia foce, nella seconda metà dell''800, del secolo scorso. Sullo sfondo i piroscafi alla fonda pronti a scaricare le merci (soprattutto il carbone) per mezzo dell'allìbo (trasferimento dalle navi a terra con i battelli).
Quando soffiava vento di scirocco levante le paranze rientravano con mure a sinistra, come nella foto; quando soffiava vento di tramontana e/o maestrale rientravano con mure a dritta.


… nella seconda metà del ‘900, dopo la II guerra mondiale,…

Il porto-canale, costruito ai primi del '900, si presentava così nel dopoguerra della II guerra mondiale, a metà secolo. Le correnti e le mareggiate da scirocco-levante avevano ammucchiato in mezzo secolo molta sabbia sulla parte sud del porto-canale, ora  zona chiamata dell'ex-COFA.
 
Lo stesso disegno di sopra, visto rovesciato dall'aereo. 1960.

… a fine ‘900, dopo la costruzione della diga foranea (1997),…


Il porto nel 200. Già sono visibili gli enormi interrimenti creati dalla diga foranea.

… e agli inizi del 2000 (2005), dopo che fu completato il braccio di levante con la darsena per le navi (2005),…

 
Il porto nel 2005. 
Il porto-canale e le sezioni longitudinali del porto e dell'avamporto, con le misure delle profondità come da progetto iniziale dell'ing. Mati nel 1868 (nel porto-canale) e come dovrebbero essere attualmente dopo la costruzione della diga e del braccio di levante.


Fine anteprima
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2002: I risultati dello stato ecologico del fiume, di Legambiente

Stazione prelievo
Stato prelievo
Popoli S.S. 17 - Fiume Aterno
Classe III
Popoli - A valle centro abitato
Classe III
Bussi - Stazione Fs
Classe III
Tocco da Casauria - A valle captazione Enel
Classe III
Bolognano - A valle confluenza fiume Orta
Classe III
Scafa
Classe III
Rosciano
Classe III
Cepagatti - Ponte Fascine
Classe III
Cepagatti - Ponte Villanova
Classe IV
Cepagatti - Contrada Buccieri
Classe IV
Pescara - Ponte circonvallazione (Ponte Capacchietti)
Classe IV
Pescara - Ponte D'Annunzio
Classe IV

Legenda
Classe I
Ambiente non inquinato o comunque non alterato in modo sensibile
Classe II
Ambiente con moderati sintomi di inquinamento o alterazione
Classe III
Ambiente inquinato o comunque alterato
Classe IV
Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato
Classe V
Ambiente fortemente inquinato e fortemente alterato

Riferimento normativo: Dlgs 11 Maggio 1999 n. 15




2002 -
 pagine riprese dall'archivio del sito web portodipescara.com, non più attivo: 



Scarichi fognarii sulla costa nord e sud di Pescara 

Carta nautica

I numeri in rosso contrassegnano gli scarichi a mare di fiumi, fossi, fogne o condotte sottomarine di liquami. 


Numero scarico a mare
Denominazione scarico a mare
numero 1
fiume Saline
numero 2
fosso Mazzocco
numero 3
fiume Pescara (nord e sud)
numero 4
condotta Vallelunga
numero 5
condotta Torrente Acquatorbida
numero 6
fosso Pretaro
numero 7

condotta del Fiume Foro (Francavilla)
Le condotte 5 e 7 sono regolarmente e ufficialmente segnalate sulle carte nautiche.

2002 - Tutte sono adagiate sul fondo del mare e si allungano dalla costa per 1 miglio e mezzo (2.700 mt. circa) .
E' evidente che il tratto di mare che va dal fiume Saline, di Montesilvano, all'inizio di Francavilla , praticamente quello dei 7,5 Km che l'Agenzia Nazionale Per l'Ambiente (ANPA) nel 2002 aveva definito, all'inizio della stagione, come esclusa dalle altre zone d'Abruzzo che si potevano fregiare della definizione di buona qualità delle acque, ha dei grossissimi problemi.

Stessa cosa avevano affermato su questo tratto la Foundation for Environmental Education (FEE), organismo privato con sede in Danimarca, assegnando la bandiera blu alle coste teramane e a quella a sud di Ortona, e il Touring Club con Legambiente, che hanno confermato questa situazione nel libro pubblicato insieme nel mese di luglio.

E' evidente che questo tratto di costa ha bisogno di cure particolari, visto che d'estate vi si riversano più di 200.000 cittadini, che hanno diritto di fare il bagno in acqua salata e pulita, e non in acque inquinate.

Per cui bisogna che i nostri amministratori pubblici si diano da fare parecchio e velocemente.

Sull'argomento vogliamo citare Alberto Ronchey (Corriere della Sera 4/9/2002 ): " [...] a proposito della spericolata devastazione ambientale [...] e riguardo alla società italiana, uno scienzato del progetto Redifining Progress, Mathis Wackernagel , ci avverte "se tutti vivessero come gli italiani, avremmo bisogno di due pianeti o anche più" [...] ".



Fiume Saline

 
Foce del fiume Saline.
2002 - dal sito: Questa è la foce del fiume Saline, vista dalla riva sud. Infatti l’ultimo comunicato dell’ARTA vieta la balneazione dalla foce del fiume fino a 300 metri a nord della stessa, verso Silvi.

Il fatto che sia vietata la balneazione dalla foce verso nord conferma che la corrente litoranea, come abbiamo sempre sostenuto, confortati anche dalle fotografie aeree, (vedi link sul porto di Pescara), dirige verso nord appunto.


agg. del 2013,  luglio - Il Sindaco Di Mattia (2013) ha chiamato a raccolta gli amministratori  dei Comuni della vallata che interessa anche il fiume Fino e che vi scaricano in modo da inquinare l’ambiente. Il Sindaco è determinato a bonificare tutto il bacino, fortemente inquinato, come da esposto del WWF.

Ma abbiamo saputo che il Comune si accinge a discutere la costruzione di un porto-isola turistico davanti a quella costa. 
A parte le considerazioni tecniche da fare sul progetto stesso, non vediamo come possa essere realizzato davanti a quel tratto di costa un altro porticciolo (destinato a fare la fine di quello di Francavilla, a fianco all'Alento ?), quando a 5 km di distanza c'è il bellissimo Marina di Pescara che ha posti vuoti a sufficienza e un solo problema: l'imboccatura a mare.
Dicono che il porticciolo-isola di Montesilvano verrebbe realizzato con soldi dell'UE.

Ma perchè non sono quelli anche soldi nostri, che potrebbero essere invece dirottati (solo per fare un esempio) sul Marina di Pescara e modificarne l'imboccatura, problematica da sempre ?



Fosso Mazzocco - (tra  Pescara e Montesilvano)

sbocco a mare di fosso Mazzocco (fra Pescare Montesilvano), visto dalla spiaggia

2002:  Durante la stagione invernale il fosso è aperto e scarica continuamente e direttamente a mare.
D’estate, viene chiuso poiché raccoglie liquami, della cui provenienza le stesse Amministrazioni non riescono a fare un censimento.
Il retroterra è comunque abbastanza popolato.
In effetti nel fosso Mazzocco defluiscono le acque di troppo della rete fognante, nella quale confluiscono sia le acque di fogna che quelle di pioggia.
Quando piove, infatti, la portata delle fogne aumenta e non può essere mandata integralmente all’impianto di depurazione, per cui l’eccedenza di portata viene scaricata nel Mazzocco.
Però capita non di rado che, come quest’anno, ci siano temporali estivi frequenti.
Si contava sulla circostanza che le acque di fogna scaricate fossero diluite da una maggiore portata d’acqua di pioggia e fossero quindi meno dannose e inquinanti; peccato però che le acque di prima pioggia soprattutto quando cadono dopo un  periodo di siccità, dilavino tutta la porcheria che si è accumulata.
A quel punto il fosso non riesce a contenere più l’acqua mista a liquami che vi si accumula e trabocca direttamente sulla spiaggia e nel mare.
E nessuno riesce ad avvisare in tempo i bagnanti della nuova situazione relativa alla balneabilità del tratto di mare antistante, di quello verso nord e soprattutto verso sud (rotonda Paolucci a Pescara), venendo di solito i temporali con perturbazioni da nord.


Fosso Vallelunga (4)

 E' un fosso che scende a mare attraversando la valle fra Colle Pineta e Colle San Silvestro, e sbocca nel sottopasso visibile nella foto, in viale Primo Vere, al villaggio Alcione.



fosso Vallelunga, visto dal mare

2002: Questo è un fosso vicino ai confini con Francavilla al Mare, perennemente causa di inquinamento delle acque antistanti, 
salvo rari casi.
Come si vede dalla foto, comunque le spiagge vicine sono normalmente frequentate da bagnanti.
Le analisi dell’ARTA cosa dicono in proposito?
L’anno passato, ma anche quest’anno, dimostravano che c’era in quella zona un notevole inquinamento: e allora perché ci sono i bagnanti sulla spiaggia?


Condotta Torrente Acquatorbida (5)

2002: Come si vede dalla carta nautica, dove è segnalata ai fini della navigazione e pesca, il fosso Acquatorbida, che scende da 
San Silvestro, raccoglie i liquami di quella zona che vengono intubati, probabilmente senza essere depurati, e mandati, con la 
condotta che è visibile sulla carta nautica, fino ad un miglio e mezzo al largo, poco più a sud del porto turistico.

Con una barca, andando sul punto di fuoriuscita, quando c’è mare calmo, si può vedere una bolla di acqua dolce e di liquami che vengono a galla (si sa che l’acqua dolce è più leggera dell’acqua salata avendo un peso specifico minore):

la fuoriuscita in superficie delle acque dolci e inquinate della condotta acquatorbida, a poca distanza a sud-est dal Marina.

A questo punto viene da fare una considerazione: come mai si permette che acque non depurate e comunque contenente liquami vengano riversate in mare ad 1 solo miglio e mezzo dalla costa ?


Fosso Pretaro (6)

2002: Scende dalle colline di San Silvestro e non ci sono segnalazioni particolari da fare, tranne che il livello di inquinamento 
delle sue acque è di solito sopra i valori della norma.


Condotta fiume Foro - a sud di Francavilla (7)

2002: Vale quanto detto anche per lo scarico numero 5, condotta Acquetorbide, e cioè che scende dalla collina di San Silvestro.
Ammesso e non concesso che si possano scaricare a mare direttamente le acque di fogna.

Considerazioni postume del 2013: a parte il bacino del fiume Saline (e del fiume Fino), per cui il Sindaco Di Mattia si sta attivando per la sua bonifica, le condizioni ambientali degli altri 6 scarichi a mare quali sono oggi, nel 2013 ?  



2 Agosto 2012 - Legambiente ha organizzato il solito giro d'Italia con la Goletta verde per valutare lo stato delle acque di balneazione ed eventuali opere costiere macroscopicamente invasive sull'ambiente. Ed è ritornata a Pescara e come sempre abbiamo cercato di collaborare con il loro staff (il Presidente Abruzzo, Angelo Di Matteo e il direttore Antonio Sangiuliano):




Foto all'infrarosso termico del consorzio C.I.S.I.G. del 1999: le acque fredde e  inquinate del fiume (di colore blu) sbattono contro la diga foranea e sfociano verso NW, a sinistra nella foto,  in direzione del centro città (di colore verde)  e verso la periferia nord ( di colore giallo, fino all'altezza della rotonda Paolucci). Man mano che le acque si riscaldano cambiano colore passando dal blu, al verde, al giallo. All'estrema sinistra nella foto, in alto, di nuovo il colore verde-giallo del fiume Saline, a Montesilvano, anch'esso inquinato.  Il colore rosso rappresenta la zona di mare dove i due  fiumi non arrivano. Ma dopo i temporali vi arrivano gli scarichi di Fosso Mazzocco di Montesilvano, quando il "troppo pieno" del fosso trabocca (si trova circa un paio di cm. a sx del limite giallo sulla cartina). E vi arrivano dopo i temporali estivi  provenienti da nord,  che li spingono verso Pescara (rotonda Paolucci). 
Verso SE, a destra nella foto, (vedi anche le foto sotto)  il fiume sfocia al largo dall'imboccatura di scirocco del porto, completato nel 2005, con la costruzione del braccio di levante. La carica batterica del fiume naturalmente diminuisce man mano che ci si allontana dal porto-canale. Dal 1999 ad oggi la situazione è sostanzialmente la stessa, soprattutto dopo la costruzione del braccio di levante, 2005. 
La soluzione ? Ad oggi potrebbe essere quella indicata nella Proposta.


Ma la spiaggia sotto i vecchi trabocchi insabbiati del molo nord non è interessata dal flusso d'acqua dolce e inquinata del fiume (foto all'infrarosso del 2001, prima della costruzione del braccio di levante) per via della spinta della sua corrente e del gioco delle correnti marine generate dai venti dominanti.


                       Le zone di prelevamento di Legambiente nel 2012: fuori campo, a sud, il fosso Vallelunga


Da Il Centro del 3 agosto (Laura Venuti)



Da Il Centro del 4 agosto 2012- di Ylenia Gifuni-(... Quanto alla città di Pescara, sono stati prelevati tre campioni, due dei quali “altamente inquinati”. Parliamo del fosso Vallelunga e della spiaggia sul lungomare Matteotti, all' incrocio con via Balilla. Inquinata la zona a largo della diga foranea a 400 metri dalla battigia. L’allarme degli ambientalisti contrasta con il parere espresso dal direttore tecnico dell’Arta Giovanni Damiani, che parla di «dati in parte condizionati dalle piogge dei giorni immediatamente precedenti ai campionamenti»).

Cioè, che cosa vuol dire ? Che la pioggia è inquinata ?



da Il Centro del 3 agosto (Laura Venuti)


Quello che Goletta verde ha verificato, a distanza di 12 anni (si era nel 2000), quanto denunciato già allora insieme all'Ass. Pescatori Borgomarino, è: la diga ha finito per interrare tutto l'avamporto, con la concausa della presenza del braccio di levante e dell'apporto dei sedimenti del fiume.


Ottobre 2012 -  da una richiesta di accesso agli atti pubblici fatta nei giorni scorsi dal WWF sono venuti fuori dati allarmanti sulle condizioni del fiume, dati che gli addetti ai lavori conoscevano peraltro già dai primi di Novembre 2011. Cioè un anno fa:








for a living planet


COMUNICATO  STAMPA  del 08-10-2012

ll Pescara:  fiume  in agonia

Risultati shock dalle analisi ARTA sulla canaletta del Porto di Pescara. Mercurio, idrocarburi e altri inquinanti.
ll 47% dei campioni mostra tossicità acuta “molto alta”.

Il WWF: la strada del bando per rimuovere i sedimenti è ormai obbligata, la politica accetti che la bonifica dei fiumi è una priorità per la regione.
 l sedimenti del Fiume Pescara alla foce sono inquinati da mercurio e da altre sostanze pericolose e mostrano gravi livelli di tossicità acuta. 
Lo dicono le analisi e la relativa relazione dell'ARTA sui sedimenti accumulatisi nella cosiddetta “canaletta” del Porto di Pescara (si tratta dell'area tra i due moli). 
I referti delle analisi sono stati consegnati al WWF durante un accesso agli atti svoltosi presso l'ARTA martedì scorso. Il campionamento risale all'ottobre del 2011 e i primi risultati, come, ad esempio, quelli sul mercurio, erano già disponibili agli inizi di novembre 2011 mentre altri, come quelli per la valutazione della tossicità, ai primi di gennaio 2012.
Nella Relazione dell'ARTA allegata ai campioni si può leggere che su un totale di 17 campioni:

“ii mercurio: per 76 campioni le concentrazioni sono superiori a mg/kg  1.05 (0,4 mg/kg, Livello Chimico di Base, ndr).

Per n. 70 campioni risulta superato anche il LCL (0,63 mg/kg) (Livello Chimico Limite, ndr), mentre per n.4 i valori  di concentrazione sono prossimi a tale valore”.

Inoltre, con riferimento ai valori cautelativi di concentrazione delle sostanze pericolose prioritarie (Tabella 2. 3. C dello stesso Manuale APAT-ICRAM), si osservano superamenti per i  seguenti  parametri: Benzofluorantene (in n. 3 campioni), Benzo (g, h, i) perilene (in n. 1 campione), Indeno ( 1,2, 3, c, d) pirene (in n.2 campioni)."*
L'ARTA segnala superamenti degli LCL anche per Rame (n.1 campione) e, per i limiti della  152/2006 per i suoli  ad uso residenziale (anche se l'appIicazione di tale normativa ai sedimenti  marino-costieri è oggetto di discussione, ndr), anche in tutti i campioni analizzati.  
Nella parte finale della relazione si può leggere:
"Riassumendo, su n. 17 campioni analizzati. . . In tutti i campioni, ad eccezione di uno, (. . .), risultano superati i valori LCB e solo in cinque casi non sono superati anche i  valori di LCL. Per tre campioni, le concentrazioni di composti che compaiono tra le sostanze pericolose prioritarie superano i valori cautelativi di concentrazione indicate nella Tabella 2. 3. C.
Dai risultati del test di tossicità acuta con Vibrio fischeri; il 47% dei sedimenti analizzati presentano una tossicità molto alta, il 24 % una tossicità medio-alta  e  il restante 29% rientrano in colonna  A della Tabella 2.4 del suddetto Manuale”.

Durante l`accesso agli atti è emersa anche una nota del Ministero dell' Ambiente con cui, nel trasferire alcune competenze sul dragaggio alla Regione Abruzzo, si può leggere: “A tal proposito si segnala che l’ISPRA, con la nota n. 245/P del 9 marzo 2012 che per pronto confronto si allega, in base all'ultima valutazione delle Misurazioni  analitiche che portarono all'emanazione del Decreto PNM-DEC-2011-573 del 20 settembre 2011 (il decreto che acconsentiva allo sversamento in mare, NDR), "valuta che non vi siano le condizioni per lo svolgimento delle attività di dragaggio con immersione deliberata dei sedimenti in mare”

Dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo “ll fiume Pescara è un malato acuto cui nessuno sta praticando cure. Siamo stati per mesi sommersi da polemiche infinite su “DDT si e DDT no” su una parte minimale dei fanghi da dragare nell'avamporto quando già c'erano dati così preoccupanti prodotti dalla stessa ARTA. Grazie all'accesso agli atti, abbiamo appreso dell'esistenza di una nota dell'lSPRA che il 9 marzo 2012 chiudeva sostanzialmente la vicenda. 

Nel 2007, durante l'iter di perimetrazione del Sito di Bonifiche di Bussi, scrivemmo che l'inquinamento interessava il fiume fino alla foce, chiedendo l'inclusione dell'intera asta fluviale o, almeno, dei principali sbarramenti dietro i quali si erano accumulati milioni di metri cubi di sedimenti provenienti da monte. È il caso dell'invaso ENEL di Alanno-Piano d'Orta. Allegammo uno studio avente per oggetto proprio la distribuzione del mercurio alla foce del fiume Pescara, pubblicato nel 2004 su una rivista scientifica internazionale dal Prof. Giaccio e colleghi dell'Università di Chieti. In questo studio il mercurio era indicato come presente con le stesse concentrazioni riscontrate a fine 2011 dall'ARTA.

Il Ministero decise di includere nel Sito di Bonifica solo gli invasi ma chiese alla Regione Abruzzo e all'ARTA di provvedere a monitorare lo stato dei sedimenti  lungo tutta l'asta fluviale. 
Ad oggi, a 4 anni dalla perimetrazione del SIN di Bussi, non ci risulta essere stato attuato né il Piano di Caratterizzazione del sito né il monitoraggio dei sedimenti lungo tutto il fiume Pescara. 
Tale situazione è inaccettabile perché non ci permette di capire se l'inquinamento che vediamo è la “coda” di fenomeni di sversamento a monte ormai conclusi e i cui effetti a valle si stanno esaurendo oppure se dobbiamo aspettarci addirittura un ulteriore peggioramento senza gli urgenti interventi di bonifica necessari sul fiume.

Le istituzioni sembrano prese da tutt'altro visto che si riesce a far riunire il consiglio regionale ben 14 volte per tagliare la riserva naturale del Borsacchio al fine di far costruire qualche palazzina mentre sostanzialmente si ignora una situazione ambientale ed economica cosi compromessa che tocca direttamente i cittadini e il mondo produttivo.

Chiediamo al Presidente del Consiglio Regionale, Pagano: non è il caso di convocare 14 volte ii consiglio regionale per affrontare ii tema dei fiumi abruzzesi ridotti a fogne, per discutere dello stato delle bonifiche in Abruzzo e, magari, del Piano di Tutela delle Acque che più che riqualificare mira a derogare agli obiettivi di qualità europei dei fiumi?

Ci domandiamo, ad esempio, se il gruppo PD in Regione continuerà a impegnarsi allo spasimo per sostenere il progetto TOTO di cementificio e megacava a Bussi con i 50 milioni di euro destinati alla bonifica oppure se capirà che è necessario spendere quelle poche risorse tutte e subito per bonificare la discarica “Tremonti” posta proprio sul fiume Pescara.

La politica deve fare delle scelte precise visto che sono ormai evidenti i costi collettivi che derivano da un fiume cosi inquinato. 
In tale situazione critica, avendo anche una vasca di colmata inservibile (?, ndr), il bando annunciato dal Provveditorato per il dragaggio è (era) sostanzialmente un passo obbligato.
Bastava leggere anche solo i primi referti ARTA del novembre 2011 sopra citati per capirlo oppure dare retta alle note del WWF dell'agosto 2011.

Leggeremo il bando con attenzione perché vogliamo che tutto proceda nel migliore dei modi  e in tempi strettissimi. 
Abbiamo una classe dirigente che è arrivata ad evocare populisticamente misure d'emergenza a basso costo, come se buttare a mare** il mercurio possa divenire un atto da statisti e di lungimiranza politica e civica se fatto con norme speciali.
Abbiamo amministratori che da un lato non sono consapevoli  del livello di degrado in cui viviamo e che allo stesso tempo non riescono ad accettare l’esistenza ormai consolidata di precise norme ambientali da far rispettare, visto che impiegano costantemente il loro tempo a immaginare soluzioni per aggirarle.

Il Fiume Pescara non merita tutto ciò.


Augusto De Sanctis, responsabile acque Abruzzo 



*Tra l'altro il WWF ricorda che il Decreto del Ministero dell'Ambiente 56/2009 su alcuni limiti di qualità dei sedimenti marino-costieri e delle acque di transizione, per alcune delle sostanze citate pone limiti di legge ancora più restrittivi rispetto al Manuale ICRAM-APAT.
**visto che per quella cifra si può solo immaginare una soluzione di questo genere.



Giugno 2013 - riprendiamo da Primadanoi.it


Inquinamento fiumi: Wwf:«fallimento totale di una intera classe dirigente».
Allertata ancora la magistratura e L’Unione Europea.




ABRUZZO. I risultati dello stato di salute dei fiumi abruzzesi sono impietosi. Mentre l’europa fissa per il prossimo anno parametri e obiettivi da raggiungere la nostra regione si permette addirittura di arretrare rispetto a quell’obiettivo.

Troppi fiumi sono ancora ammorbati da scoli selvaggi e diretti, molti depuratori lavorano ancora male ed i controlli non sono evidentemente suffcienti. Altro capitolo sconcertante riguarda la gestione politica del sistema idrografico locale.
Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Abruzzo riassume il tutto in un concetto semplice: «la situazione evidenziata dai dati Arta  segna il fallimento di un'intera classe dirigente, sia a livello delle strutture regionali sia per quanto riguarda le aziende chiamate a gestire il Servizio Idrico Integrato, che comprende la depurazione».
I risultati pessimi dunque sono la prova di una incompetenza “alta”. I problema per il Wwf è che la stessa regione abbia investito quasi nulla rispetto alle previsioni dei relativi Piani d'Ambito e nello stesso tempo hanno accumulato debiti per centinaia di milioni di euro. 

«Lo stato pietoso di molti fiumi nelle aree a maggior valore turistico della Regione (Parco d'Abruzzo, costa teramana e chietina)», dice Di Tizio, «è potenzialmente foriero di un gravissimo impatto sull'economia regionale. Tra gli altri, il Commissario dell'ATO Caputi, che è anche storico dirigente regionale responsabile proprio del settore acque, e il Commissario per l'emergenza dell'Aterno-Pescara Goio ad oggi non paiono poter vantare risultati gestionali positivi. È sorprendente che in tale contesto, la Giunta Regionale nel 2010 abbia varato, tra le fortissime contestazioni dei soli ambientalisti e di pochi comuni - Fossacesia e Farindola - e sostanzialmente senza un dibattito nella società abruzzese e nel Consiglio regionale, un Piano di Tutela delle Acque dai contenuti del tutto inaccettabili sia per le norme palesemente dilatorie per il raggiungimento della stato di qualità “buono”, per molti fiumi rimandate al 2027, sia per quelle vantaggiose per i grandi concessionari dell'idroelettrico a scapito degli interessi dell'ambiente e del comparto turistico. Tale Piano ha visto incredibilmente il passaggio favorevole per la Valutazione di Incidenza Ambientale in Comitato CCR-V.I.A. nonostante la chiara insufficienza delle norme ivi previste per la tutela dei corsi d'acqua a maggiore importanza naturalistica della Regione. Clamoroso è il comportamento degli uffici del Genio Civile e dell'Autorità di Bacino che continuano ad istruire, anche con pareri positivi, procedure amministrative per la concessione di nuove derivazioni e captazioni, anche su fiumi ormai ridotti praticamente al collasso. Infine, appare desolante il comportamento di molti comuni preposti alla pianificazione urbanistica che continuano ad ignorare l'effetto dirompente della diffusione capillare di insediamenti abitati e aree artigianali/industriali sull'effettiva capacità di erogare i servizi di base come la depurazione. Per queste ragioni riteniamo ormai necessario rinnovare alla radice la classe dirigente regionale e delle strutture connesse alla gestione delle acque».

L’ombra di interessi economici che possano essi stessi inquinare la gestione dell’ambiente è un fatto che nessuno fuga.
 Augusto De Sanctis, referente acque del Wwf Abruzzo spiega invece che molti dei problemi di oggi affondano le radici nella pessima gestione dei depuratori.
«Per cambiare rotta è necessario procedere immediatamente alla radicale revisione ed approvazione in Consiglio Regionale del Piano di Tutela, recependo le osservazioni delle Associazioni ambientaliste sul Deflusso Minimo Vitale, hydropeaking, concessioni, ecc.. Bisogna attuare una verifica delle concessioni già esistenti al fine di migliorare la situazione dei tratti fluviali compromessi assicurando un maggiore rilascio assicurando una adeguata tutela delle aree Natura2000 attraverso misure specifiche da inserire nei redigenti Piani di Gestione di SIC e ZPS. Serve adottare una norma di salvaguardia specifica per bloccare lo diffusione di edifici nelle aree agricole e fermare lo sprawl urbano, vietando l'installazione di strutture produttive in aree artigianali/industriali non servite da adeguati servizi di depurazione (impianti dedicati). Riteniamo opportuno integrare il Comitato CCR-VIA e la struttura che redige le istruttorie con personale di chiara fama internazionale per quanto riguarda l'impegno per la tutela delle acque».

In considerazione della gravissima situazione riscontrata il WWF ha deciso di chiedere un intervento alla Commissione Europea affinché persegua l'Italia per la situazione dei fiumi abruzzesi e la mancanza di un'adeguata gestione della depurazione nonché di una corretta gestione delle procedure connesse al rilascio delle concessioni di derivazione delle acque. Inoltre, dopo aver inviato già un esposto sulla situazione economica-finanziaria delle aziende di gestione delle acque a tutte le procure, verrà inviato alla magistratura un esposto specifico allegando il presente dossier affinché si valutino le eventuali responsabilità delle diverse situazioni specifiche. 


Giugno 2013 - 
riprendiamo da:


21/06/2013

Fiumi come cloache. Partono gli esposti
Due terzi dei corsi d’acqua non rispettano gli standard europei. Dossier del Wwf.




PESCARA- Trasformati in cloache a cielo aperto e scippati sempre più spesso delle loro acque per scopi irrigui, idroelettrici e industriali. «Per i fiumi in Abruzzo va sempre peggio: due terzi dei corsi d’acqua sono lontani dagli obiettivi di qualità fissati dalla Commissione Europea nel 2000. In due anni poi un terzo dei fiumi è stato declassato e il dieci per cento è stato bollato come pessimo». Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Abruzzo, snocciola i dati del dossier fresco di stampa che documenta l’inquinamento dei nostri fiumi e conferma l’inglorioso primato conquistato dall’Abruzzo nei giorni scorsi, quando il ministero della Salute ha diffuso il rapporto sulle acque di balneazione. L’Abruzzo è la regione con le maggiori criticità, per colpa dei fiumi-fogna e degli scarichi pirata. Nel dossier il Wwf ha elaborato i dati dell'Arta relativi alla campagna di monitoraggio del 2011. Oltre 100 le stazioni lungo i corsi d'acqua, cinque invece le classi di qualità: pessima, scadente, sufficiente, buona ed elevata. «L'obiettivo di raggiungere lo stato "buono"entro il 2015, come impone la direttiva n. 60 della Commissione Europea, si sta allontanando sempre di più, visto che il trend è in peggioramento - afferma Di Tizio -. Ormai il 68% delle stazioni di campionamento non rientra nella classe di qualità "buona", ma è precipitata nella “pessima”, nella “scadente” o in quella “sufficiente”. Nel 2011 l'Abruzzo ha visto aumentare in modo vertiginoso i casi da maglia nera: ben il 10% delle stazioni monitorate (12 su 118) figura nella classe “pessima”. Nel 2009 erano solo 3 e nel 2008 appena una». «Pessimo» risulta lo stato di qualità del Calvano, del Cerrano, del Piomba e del Vibrata, in provincia di Teramo, del Feltrino e dell'Arielli nel Chietino, del Turano, dell'Imele e del Fosso La Raffia nell’Aquilano. Tra il 2009 e il 2011 anche i due principali fiumi abruzzesi, il Sangro e l'Aterno-Pescara, hanno visto peggiorare la loro qualità: da “buona” a “sufficiente” e “scadente” il Sangro, da “sufficiente” a “scadente” l’Aterno-Pescara (tranne una sola stazione, risultata “sufficiente”). La provincia dell'Aquila è quella che presenta la percentuale maggiore di non conformità (75%) rispetto agli obiettivi fissati dalla Commissione Europea; seguono le province di Chieti (74%), Pescara (63%) e Teramo (58%). Il Teramano è la provincia che ha peggiorato maggiormente la propria situazione, con il 57% delle stazioni declassate (Chieti il 39%, L'Aquila il 32% e Pescara il 18%). «La qualità dei fiumi ha un impatto impressionante sull'economia turistica della regione, come attesta anche il rapporto 2013 sulle acque di balneazione del ministero della Salute - commenta Di Tizio -. La stragrande maggioranza delle nostre foci fluviali non rispetta i parametri di legge. I dati dell’Arta fotografano il fallimento di un'intera classe dirigente: parliamo della Regione e anche delle aziende che gestiscono il servizio idrico integrato, compresa la depurazione. Queste aziende, nonostante non abbiano investito quasi nulla rispetto alle previsioni dei Piani d'Ambito, hanno accumulato debiti per centinaia di milioni di euro». Alla Regione il Wwf contesta il varo di un Piano di tutela delle acque che da un lato rinvia al 2017 il raggiungimento della stato di qualità “buono” per molti fiumi e dall’altro prevede norme vantaggiose per i grandi concessionari dell'idroelettrico, «a scapito degli interessi dell'ambiente e del turismo». Per cambiare rotta «bisogna dunque rivedere radicalmente quel Piano», aggiunge Augusto De Sanctis, referente acque del Wwf. In attesa che la politica si muova, l’associazione chiederà alla Commissione Europea di perseguire l’Italia per lo stato dei fiumi abruzzesi e per l’inadeguata gestione dei depuratori. Intanto il dossier con i dati, insieme a un esposto, sta già viaggiando per planare sui tavoli delle Procure.

Paola De Angelis

16 giugno 2013 - clicca qui  Analisi ARTA  - (per conferma) vedere a pagina 2, alla voce 300 mt a nord del molo nord del porto.

28 Settembre 2013 -  apprendiamo che si sapeva ufficialmente tutto sul fiume Pescara già dal 1972: (leggi qui)
  
Novembre 2013 -   esondazione del fiume in alcuni punti iniziali del porto-canale dopo l'eccezionale pioggia. La situazione del porto-canale: (leggi qui).
  
Marzo 2014 -   rapporto shock dell' I.S.S. (Istituto Superiore di Sanità): la discarica di rifiuti tossici di Bussi, a fianco del fiume Pescara, è altamente tossica,


il sito della discarica di Bussi tra l'autostrada e il fiume Pescara (nelle cosiddette Gole di Popoli)


acqua inquinata dai rubinetti per 700.000 cittadini
  1.  articolo Primadanoi.it
  2. articolo Il Fatto Quotidiano.it
  3. articolo Il Fatto Quotidiano.it
  4. tutta la cronistoria
  5. la Mont-Edison sapeva già tutto

Sono esattamente 15 anni che denunciamo la situazione delle acque del fiume Pescara e in 15 anni la Politica non è riuscita a fare niente per migliorarla. 


8 aprile 2015: che bellezza ! l'acqua di balneazione della costa davanti alla foce è inquinata, come pure buona parte di quella abruzzese, che è di qualità "scarsa" (secondo i parametri europei)
E adesso i cittadini dovranno anche pagare le multe europee, oltre che non poter fare il bagno.
Non sarebbe stato meglio che questi nostri soldi fossero stati spesi per i depuratori invece che per pagare multe alla UE ???

Il grafico del Forum H2O mostra il confronto con le altre regioni adriatiche italiane:



Per i particolari clicca quì.


16 novembre 2015: 
vietata la pesca delle vongole sul tratto di mare davanti a Pescara (clicca qui)





23 novembre 2015: 
Dossier di Augusto De Sanctis, del Forum H2O, sugli scarichi dei depuratori abruzzesi: (clicca qui)




11 febbraio 2016: Continua la scoperta di scarichi abusivi nel fiume Pescara:





19 Febbraio 2016: Balneazione Pescara, situazione gravissima:
«allarme sanitario e turismo rischia batosta».
Leggi tutto:
clicca quì e leggi.

Il mare davanti a Pescara continua ad essere fortemente inquinato dagli scarichi abusivi e non lungo il fiume Pescara e dal sistema fognario della città che non è adeguato alle esigenze di una popolazione di circa 150.000 abitanti (il depuratore è tarato per 60.000) e che d’estate raggiunge anche i 250.000 abitanti.
Inoltre, come già rilevato dalle notizie dei mesi e degli anni precedenti (vedi sopra), gli scarichi abusivi lungo il fiume, fino a Bussi,  si contano a centinaia.
Questi scarichi si sommano a quelli delle fogne cittadine che non riescono ad arrivare al depuratore (piccolo e inadeguato) a causa di un sistema fognario inefficiente.
Queste seguenti sono le mappe del sistema fognario della città di Pescara, che abbiamo ricevuto da un accesso agli atti fatto dal partito politico SEL all’A.C.A. (società che gestisce il depuratore e le fogne). 
Ognuno può controllare, ingrandendo l’immagine,  e verificare la bontà del sistema fognario cittadino: 
Figura 1: mappa fogne Pescara Nord


Figura 2: mappa fogne Pescara Sud
 
Figura 3: mappa fogne Pescara Ovest


16 marzo 2016: Le discariche di Bussi? Inquinano ancora, parola di Arta Abruzzo. 


Sostanze oltre limiti, una ritenuta cancerogena ancora in falda. Eppure                                sono stati spesi milioni…. (clicca quì)



il sito industriale  di Bussi


18 marzo 2016: scoperti e sequestrati 3 depuratori nel pescarese che inquinano:
                                 A Manoppello, Lettomanoppello, Tocca da Casauria. ACA, indagati in due.

                     clicca quì     

CP e CFS insieme hanno scoperto i tre depuratori. Gli scarichi individuati con il sistema cartografico GIS.




23 marzo 2013: 

COMUNICATO STAMPA della CAPITANERIA DI PORTO.

INQUINAMENTO DEL FIUME PESCARA: LA GUARDIA COSTIERA ACCERTA LA PRESENZA DI UNO SCARICO DIRETTO FOGNARIO, DI GROSSA PORTATA, IN LOCALITA’ VILLA RASPA DI SPOLTORE
Continua senza sosta la campagna di tutela ambientale che dalla decorsa stagione estiva la Capitaneria di porto di Pescara sta operando sull’intero alveo del Fiume Pescara per accertare quali siano le principali fonti d’inquinamento del porto e del mare. Dopo i sequestri che uomini della Guardia Costiera hanno eseguito venerdì scorso sui depuratori di Manoppello e Lettomanoppello - Santa Liberata, è già stata segnalata alla competente Autorità Giudiziaria la presenza di uno scarico diretto fognario, di grossa portata, in località Villa Raspa di Spoltore.
Durante il sorvolo di un tratto del Fiume Pescara un Elicottero AW139 NEMO del 3° Nucleo Aereo della Guardia Costiera, di stanza a Pescara, aveva rilevato, attraverso il proprio avanzato sistema di scoperta elettro-ottico FLIR (ForwardLooking Infra-Redsensor), che permette una a scansione all’infrarosso del territorio/acque marittime sorvolate, un’anomalia termica (differenza di temperatura) tra i reflui provenienti da un collettore di scarico ed il Fosso del Seminario, corpo idrico ricettore, quest’ultimo successivamente direttamente convogliato sul Fiume Pescara.
L’anomalia, prontamente segnalata, veniva quindi analizzata ed investigata dagli uomini del Nucleo di Polizia Marittima della Capitaneria di porto che eseguivano immediati campionamenti dei reflui immessi attraverso la predetta condotta sul fosso, rilevando un notevole superamento dei limiti suggeriti dal Testo Unico Ambientale. In particolare i campioni, dal punto di vista microbiologico, evidenziavano un valore di Escherichia Coli pari a 34.000.000 (trentaquattromilioni) UFC/100ml a fronte di un valore massimo consigliato non superiore a 5.000 UFC/100ml.
L’intervento posto in essere dai tecnici dell’ACA  Spa (Azienda Comprensoriale Acquedottistica), ente gestore della condotta, giunti sul posto a seguito della segnalazione degli uomini della Guardia Costiera permetteva di accertare che il copioso sversamento avveniva da un pozzetto, a causa dell’intasamento della condotta a valle del pozzetto stesso. Le acque fognarie della condotta ostruita pertanto non venivano convogliate al depuratore di Pescara di Via Raiale, ma sfociavano direttamente nel fiume attraverso il Fosso del Seminario dove i reflui si sversavano. Lo sversamento era di entità tale che il copioso flusso di reflui aveva già provocato un notevole sgottamento del terreno circostante al pozzetto stesso.
A seguito dell’accertamento dei fatti i responsabili tecnici dell’azienda venivano deferiti alla competente A.G. per i reati di getto pericoloso di cose ed inquinamento ambientale.
L’attività della Capitaneria di porto, che ha già permesso di scovare numerose fonti d’inquinamento del fiume e di deferire i responsabili alle competenti Autorità, continuerà nei prossimi giorni nell’intento di cercare di migliorare le attuali precarie condizioni delle acque del fiume Pescara, in gran parte responsabili dell’inquinamento delle acque costiere limitrofe alla foce, notoriamente adibite alla balneazione nel corso della stagione estiva.-














































M

4 aprile 2016: di nuovo  divieto di pesca delle vongole nostrane lungo la costa pescarese,                                   entro i 500 metri dalla riva.


            
Leggi tutto: clicca quì.

Ma noi abbiamo saputo in via riservata che anche le cozze presenti sulla piattaforma al largo del porto di Pescara (a tre miglia circa verso sud-est, davanti al Villaggio Alcione) sono inquinate da salmonella.
Quelle cozze non sono state mai inquinate negli anni passati. 
Per cui ci viene da dubitare che il fenomeno dell'inquinamento, che viene trasportato dal flusso del fiume Pescara, negli ultimi mesi è peggiorato in quantità e composizione.
Dipende sicuramente dal sistema fognario della città di Pescara, e dell'entroterra (Spoltore, Chieti, Francavilla, S. Giovanni Teatino, etc...), che negli ultimi tempi è esploso come un problema notevole.
I depuratori non funzionano o sono assenti.
Molti scarichi di interi quartieri sono abusivi e vanno direttamente nel fiume.
Le conseguenze non possono essere che queste.


28 aprile 2016: 

ancora sequestri di depuratori e fosse non biologiche in affluenti del fiume Pescara da parte della CP-Guardia Costiera a Villa Badessa (Rosciano) e C.da Palozzo (Cepagatti):







 



Ininterrottamente portata avanti sin dalla scorsa estate, la campagna di tutela ambientale condotta dalla Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Pescara sull’intero alveo del Fiume Pescara, per accertare quali siano le principali fonti d’inquinamento del porto e del mare, fa registrare nuovi risultati: di fatti, dopo i sequestri dei depuratori di Manoppello e Lettomanoppello - Santa Liberata, oltre che di uno scarico diretto fognario in località Villa Raspa di Spoltore, sono stati posti sotto sequestro in data odierna, su ordine dell’Autorità Giudiziaria, due impianti di raccolta dei reflui fognari ubicati in frazione Palozzo del Comune di Cepagatti ed in località Villa Badessa del Comune di Rosciano.
In entrambi i casi si è trattato di una scorretta gestione di rifiuti liquidi che, non svuotati dalle fosse settiche nelle quali erano depositati, ruscellavano finendo nelle acque del Torrente Nora, affluente della sinistra idraulica del Fiume Pescara. In particolare, nel primo caso (quello in frazione Palozzo) è stata accertata la presenza di una fossa settica, ubicata nelle immediate vicinanze dell’argine fluviale, dalla quale si sversavano direttamente nel Torrente Nora rifiuti liquidi caratterizzati da un elevatissimo inquinamento microbiologico (il valore dell’Escherichia Coli ammontava a 23.000.000 UFC/100 ml. a fronte di un limite legislativo pari a 5.000 UFC/100 ml.). Nel secondo caso (quello di Villa Badessa), è invece stata rilevata la presenza di una fossa settica posta a valle del depuratore ivi esistente che, addirittura sconosciuta al personale della società di gestione dell’impianto stesso, non essendo mai svuotata “cedeva”, tramite collegamento sotterraneo, i propri reflui su un fossato nei pressi dell’argine del Torrente Nora.
Iscritti nel registro degli indagati i responsabili tecnici dell’ente gestore degli impianti per i reati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, getto pericoloso di cose ed inquinamento ambientale.
Gli accertamenti già condotti dalla Capitaneria di porto hanno messo in luce la presenza, sul territorio dell’intera provincia di Pescara, di centinaia di queste fosse settiche/imhoff che, se non gestite/svuotate in maniera appropriata, possono contribuire in maniera determinante all’inquinamento microbiologico dei corsi d’acqua. Considerato l’imminente inizio della stagione, l’auspicio è quindi che gli uffici tecnici dei comuni della provincia provvedano a verificare quali siano i similari impianti presenti sul proprio territorio e se gli stessi siano svuotati con la necessaria periodicità.
Nell’ambito della campagna di tutela ambientale la Capitaneria di porto ha anche provveduto a segnalare, alle competenti Autorità della provincia dell’Aquila, per le necessarie verifiche, che alcuni campionamenti hanno evidenziato superamenti dei parametri microbiologici anche sulle acque dei Fiumi Sagittario ed Aterno, prima dell’immissione degli stessi nel Fiume Pescara.


L’attività della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Pescara continuerà nei prossimi giorni nell’intento di migliorare le precarie condizioni delle acque dei fiumi sfocianti in mare, in gran parte responsabili dell’inquinamento delle acque costiere limitrofe alle foci, notoriamente adibite alla balneazione nel corso della stagione estiva.-

CAPITANERIA DI PORTO DI PESCARA, Telefono: 085/694040 - Telefax: 085/4510117                                                 Sito Web: www.pescara.guardiacostiera.ite.mail: cppescara@mit.gov.it        


25 maggio 2016:
                           
anche fosso Vallelunga, a sud di Pescara, compromesso (vedi articoli precedenti): analisi non buone,


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e sul fiume Saline, a nord di Pescara, trovate fogne abusive che non vanno al depuratore (che non funziona). E mentre l'estate si avvicina il numero dei residenti sulla costa si triplica a Pescara, Francavilla, Citta S.Angelo, Silvi e Montesilvano:



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26 maggio 2016: ancora sversamenti abusivi nei fiumi abruzzesi scoperti dalla CP...



INQUINAMENTO DEL FIUME PESCARA: 
LA GUARDIA COSTIERA SEQUESTRA UN ALTRO IMPIANTO E INDIVIDUA DUE NUOVI SCARICHI FOGNARI
Continua a dare importanti risultati la campagna di tutela ambientale che sta fortemente impegnando, ormai dalla scorsa stagione estiva, gli uomini della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Pescara sugli alvei dei fiumi della provincia di Pescara, per accertare quali siano le principali fonti d’inquinamento del porto e del mare.
Dopo il sequestro di due frantoi oleari a Chieti scalo, dei depuratori di Manoppello, Lettomanoppello - Santa Liberata e di Rosciano - Villa Badessa, della discarica di Villa Carmine di Montesilvano, della fossa settica della frazione Palozzo di Cepagatti e l’individuazione uno scarico diretto fognario, di grossa portata, in località Villa Raspa di Spoltore, in data odierna è stata sottoposta a sequestro un’altra fossa settica/Imhoff in località Vallemare del Comune di Cepagatti dalla quale, attraverso una condotta non autorizzata, i reflui fognari non adeguatamente depurati si sversavano nelle acque del Torrente Nora, affluente della sinistra idraulica del Fiume Pescara, determinando un grave inquinamento microbiologico delle acque; elevatissima, infatti, è risultata la carica batteriologica dei reflui campionati (il valore dell’Escherichia Coli accertato è risultato essere pari a 4.400.000 UFC/100 ml. a fronte di un limite legislativo pari a 5.000 UFC/100 ml.), provenienti dall’impianto che non veniva svuotato sin dal mese di maggio 2014.
Iscritti nel registro degli indagati i responsabili tecnici dell’ente gestore dell’impianto, per i reati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, getto pericoloso di cose ed inquinamento ambientale.
Negli ultimi giorni gli uomini della Capitaneria di porto – Guardia costiera hanno pure individuato, in località Santa Teresa del Comune di Spoltore, due diverse condotte di acque nere che, per mancanza di un breve tratto di collegamento con la linea fognaria principale di adduzione al depuratore di Pescara, scaricavano i propri reflui nel Fiume Pescara. In particolare, sia nel primo caso, accertato all’incrocio tra la via Mare Adriatico e Via Tordino, che nel secondo, riscontrato nei pressi di uno stabilimento industriale, i reflui non depurati si sversavano in fossi di acque meteoriche provenienti dalle limitrofe aree collinari, confluendo successivamente nel Fiume Pescara. In entrambi i casi, quanto scoperto ha determinato l’attivazione del soggetto gestore delle linee fognarie che ha già provveduto, attraverso i dovuti lavori, a realizzare quanto necessario affinché le acque nere fossero immediatamente convogliate sulle linee di adduzione al depuratore di Pescara.  
La scorsa settimana inoltre, nella Zona industriale di Pescara, dove sono stati già accertati notevoli superamenti dei previsti parametri microbiologici, è stata condotta, in collaborazione con la Polizia Provinciale, una vasta operazione di polizia ambientale in occasione della quale, attraverso l’impiego di venti militari, è stata sottoposta a controllo la gestione dei rifiuti/scarichi da parte di venti attività commerciali/industriali, riscontrando l’anomala presenza di numerosi insediamenti non ancora collegati alla condotte fognarie della zona, che accumulano le acque nere in fosse settiche/Imhoff, quasi sempre non svuotate da lungo tempo.
L’attività della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Pescara continuerà nei prossimi giorni nell’intento di migliorare ancor più le precarie condizioni delle acque dei fiumi sfocianti in mare, fermo restando che l’attività di polizia ambientale sin qui condotta si è dimostrata idonea anche a richiamare l’attenzione di tutti sulle problematiche legate all’inquinamento ambientale dei corsi d’acqua, provocando spesso un impulso di autoverifica dei propri sistemi di depurazione da parte dei numerosi soggetti interessati, primi fra tutti quelli deputati a gestire le linee fognarie.-


L’occasione è gradita per porgere cordiali saluti.
__________________________________________
2° Capo Np GAMBUTO Giuseppe
Ufficio Relazione Esterne
Segreteria del Direttore Marittimo
Piazza della Marina, 1 65126 - PESCARA
tel: 085/694040 (int. 153) - Fax: 085/4510117



02/06/2016: l'inquinamento alla foce del Pescara peggiora...


Leggi tutto quì



12.09.2016: ma nonostante questi controlli gli scarichi abusivi sul Fiume sono ancora tantissimi e il degrado delle sue acque è ancora enorme. Vedi il seguente video amatoriale di Lorenzo Bosi:





22/10/2016:
Comunicato stampa del Forum H2O del 22/10/2016
Povero fiume Pescara! Ordinanza raggelante.
Impianto totalmente e notoriamente fuori controllo da anni, analisi sugli scarichi per mesi manomesse secondo la Procura. Non solo arsenico oltre i limiti nei fanghi.
E nel 2015, ad emergenza del mare conclamata e nonostante Bussi, gli intercettati ridevano.
Lunedì a Pescara conferenza stampa sul ruolo della Regione Abruzzo e degli organismi di controllo.
"Le acque prelevate presentano una colorazione scura tendente al marrone, con evidenti concentrazioni schiumose, maleodoranti ed irritanti": è la descrizione annotata nei verbali di prelievo allo scarico nel fiume Pescara del Depuratore di Chieti così come riportata nell'ordinanza della Procura di l'Aquila dell'inchiesta Panta Rei. Risultati di prelievi fatti in pieno agosto 2015, nonostante da mesi fosse conclamata l'emergenza balneazione in Abruzzo! D'altro lato ci sono intercettazioni in cui si dice "papale, papale" che addirittura il percolato stava andando nel Pescara.
A parte le questioni relative a reati che ovviamente spetterà ai giudici valutare ed accertare, quello che sconvolge però è il quadro generale che emerge, visto che l'impianto ha un'autorizzazione per una potenzialità di trattamento (sic!) annuale di 14.630.000 mc di reflui da fognatura (scarichi civili di Chieti) a cui si aggiungono ben 220.000 mc di rifiuti liquidi (circa 200 piscine olimpioniche per capirci). Questi ultimi erano quelli che provenivano anche da altre regioni e addirittura da discariche (percolato!).
Sono sconvolgenti i dati e la situazione complessiva del depuratore (sic!) descritta nei minimi dettagli nell'ordinanza.
Ne riportiamo solo alcuni.
Il 18, 20 e 21 agosto 2015 vengono fatti prelievi allo scarico del depuratore nel fiume. Il 18 e il 20 agosto oltre i limiti tabellari sono vari parametri: Escherichia coli, Fenoli e Azoto ammoniacale. Il 21 agosto solidi sospesi, BOD5, COD, Azoto ammoniacale e Fenoli.
Nei fanghi destinati a discarica in un campionamento fatto dagli inquirenti il 2/12/2015 oltre all'Arsenico erano oltre i limiti di ammissibilità in discariche per rifiuti non pericolosi anche Nichel, Antimonio, Zinco e Carbonio organico disciolto DOC.
L'inchiesta in alcuni casi si concentra a fini di accertamento dei reati su alcune situazioni specifiche dove si riescono ad incrociare le varie risultanze degli accertamenti (intercettazioni; analisi degli inquirenti, documenti ed elaborati sequestrati ecc.).
Ci sono però aspetti generali. Ad esempio, nell'ordinanza si legge che su 148 tabelle sequestrate presso gli uffici del Consorzio relative alle analisi dello scarico nel fiume del Depuratore relative a circa sei mesi ben 53 (pari al 36% dei casi) riportavano analisi che secondo la Procura, anche sulla base di testimonianze di dipendenti del Consorzio stesso, erano state falsificate. In altri 13 casi (un ulteriore 9% del totale) le analisi non le avevano proprio fatte.
Si ricorda altresì che la stessa ARTA aveva segnalato nel 2014 che su 23 controlli ben 13 (il 54%) erano risultati non conformi: 5 per il parametro NH4, 4 per Escherichia coli, 3 per Tossicità acuta e 1 per Fosforo totale.
Infine c'erano problemi strutturali gravissimi, con addirittura buchi nelle vasche, di cui uno grande come una mano, da cui i liquidi andavano direttamente nel terreno sottostante.
Insomma, una situazione del tutto fuori controllo. Quello che è letteralmente devastante per la credibilità del sistema ambientale della regione è che tutto ciò è avvenuto per anni, dopo il caso di Bussi e addirittura in piena emergenza balneazione. Nel 2015 gli intercettati però ridevano della condizione del loro impianto.
Lunedì 24 ottobre alle ore 11:30 presso la Libreria Primo Moroni a Pescara il Forum H2O terrà una conferenza stampa di ulteriore approfondimento, soprattutto sul ruolo degli enti deputati al controllo e alla trasparenza e, in particolare, sulle clamorose omissioni della Regione Abruzzo in materia di Autorizzazione Integrata Ambientale.

Forum Abruzzese Movimenti per l'Acqua





29/10/2016: allarmante ! 

il corso del fiume Aterno-Pescara


Trovato dall'IZS (Istituto Zooprofillattico Sperimentale di Teramo) ancora un inquinamento enorme nei pesci del fiume Pescara: leggi quì tutta la ricerca.


11/02/2017:                                                                                                                                          
Bussi, l’inquinamento è aumentato: ecco le carte avute da un accesso agli atti di F. H2O    Forum H2o: «basta accanimento analitico, serve giustizia e bonifica. Ora»


13/02/2017:                                                                                                                                                 








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Maggio 2011 - (ultimo aggiornamento 11 febbraio 2017)

NB: La relazione del'Istituto Idrografico di Stato di Pescara è del 2002. Gli aggiornamenti sono successivi.

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