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venerdì 23 settembre 2016

CONSIGLI NON RICHIESTI SUL TAGLIO DELLA DIGA FORANEA



Nel mese di luglio scorso abbiamo letto la notizia che, con la nomina di Gianluca Marcantonio al Consiglio Sup. dei LL.PP., la priorità sarà il taglio della diga foranea, come asseriva il professionista  in un’intervista al quotidiano Il Centro del 14/7.

Il prossimo 26 settembre, il Consiglio Superiore dei LL.PP. si pronuncerà sulla definitiva soluzione da dare all’assetto del porto di Pescara con l’approvazione del PRP o della nostra Proposta alternativa.

Ora, se il taglio della diga è quello previsto dal PRP, cioè a ¾ circa di essa verso NW per creare lo sfogo al fiume deviato, qui non ci pronunciamo di nuovo avendo già espresso la nostra forte avversione alla deviazione del fiume nelle Osservazioni fatte in fase di Valutazione Ambientale (http://portodipescara.blogspot.it/2015/12/osservazioni-allavviso-di-deviazione.html  ) e anche precedentemente nelle Osservazioni allo studio di compatibilità idraulica del DHI  (http://portodipescara.blogspot.it/2015/10/i-commenti-alla-verifica-idraulica-di.html  ).

Ma se il taglio della diga riguarda i circa 100 metri della sua punta sud, volendo dare realizzazione ad un porto-canale con l’assetto verso NE come previsto nella nostra Proposta, allora bisogna che il Consiglio adegui il piano delle priorità  dei lavori, altrimenti la risacca da levante, una volta tagliata la punta sud della diga per circa 100 metri, farà scempio dei pescherecci ormeggiati nel canale fino a quando sarà completato il nuovo molo sud, così come è venuto fuori dalle consultazioni verbali e scritte con la marineria locale.

La scaletta dei lavori insomma dovrà essere rivista in funzione della presenza nel canale dei pescherecci ormeggiati durante i lavori, pescherecci che torneranno in mare la prossima settimana dopo il fermo-tecnico di un mese e mezzo.

Ricordiamo a tale scopo che i problemi più grossi, negli anni ’80, i pescherecci e le navi li ebbero quando furono lisciate le palafitte dei due vecchi moli guardiani e dentro il canale, dove essi ormeggiano, l’acqua “ribolliva” per la risacca che si creava soprattutto con mare da levante, procurando ad essi non pochi danni e disagi ai loro comandanti.

                                                          Figura 1: il taglio della diga previsto dal PRP                                                                                               

E’ ben visibile del disegno di progetto e fra le batimetrie l’accumulo di secca che si forma sottovento alla punta del braccio di levante, secca che si vuole evitare in fase di sistemazione dell’assetto del porto con l’arretramento della banchina di levante e una diversa angolazione della punta del braccio di levante.(v. immagine seguente)


Figura 2: il taglio della punta sud diga previsto nella Proposta alternativa, tratto che verrebbe ad insistere  nel nuovo canale della nuova imboccatura del porto.


Se la soluzione che adotterà il Consiglio sarà quella di realizzare  la nostra Proposta, secondo noi bisogna che la priorità venga data alla costruzione del nuovo molo sud, che comprende anche l’arretramento della banchina di levante della darsena e il taglio della punta nord del braccio di levante (di colore rosso nel disegno).

L’arretramento della banchina prevede infatti che venga smussata la punta del braccio di levante per evitare che sottoflutto ad essa si formi quel piccolo cumulo di interrimenti che abbiamo visto raffigurato nelle batimetrie ufficiali della figura 1 e che ha creato non pochi problemi alla navigazione dei pescherecci e della petroliera anche in tempi recenti.

L’ideale perciò, secondo noi, sarebbe che venga non solo smussata quella punta ma che venga arretrata la banchina di levante, con lo scopo di allungare anche quella di riva, di circa 30/50 metri,  in modo da avere più spazio per il bacino di evoluzione al centro della darsena e due banchine (quella di riva e quella di levante) più lunghe.

Se l’Amministrazione non dovesse ritenere opportuno l’arretramento della banchina di levante (di 30/50 metri) riteniamo comunque che la punta nord del braccio di levante debba essere smussato come nel disegno, proprio ad evitare che crei sottovento quell’accumulo di figura 1.

Insomma, le ipotesi per la realizzazione dei lavori sono due:

  1. o durante i lavori i pescherecci si trasferiscono in Ortona: ma questo non lo vuole nemmeno l’ultimo dei pescatori perché quel porto è scoperto a scirocco e li costringerebbe a montare la guardia anche quando dovrebbero riposare nelle loro case di Pescara, al minimo accenno di vento da SE, come hanno verificato sulla loro pelle quando dovettero traslocare colà nel 2012 (il porto di Pescara era chiuso alla navigazione);
  2. oppure i lavori vengono fatti lasciando che i pescherecci continuino a lavorare normalmente, entrando ed uscendo dal porto, di notte solitamente, quando si presume che i lavori siano fermi.

In questo secondo caso, che riteniamo il migliore, un’ipotesi di lavoro potrebbe essere quella di far avanzare la costruzione del nuovo molo sud di 20/30 metri e contemporaneamente accorciare la diga di altrettanti metri, in modo da lasciare sempre aperta una imboccatura di 80/100 metri, che man mano si sposterebbe da SE a ESE, poi ad E e infine a NE, che è quella dell’assetto finale.

In pratica, i lavori dovrebbero avanzare come veniamo a precisare in questi disegni seguenti:

Figura 3: progressione lavori TAV I: arretramento della banchina di levante e inizio del nuovo molo sud, con un’angolazione diversa dalla punta del vecchio braccio di levante. Taglio dei primi 30 metri di diga foranea.

 
Figura 4: progressione lavori TAVOLA II: taglio di altri 30 metri di diga foranea e costruzione di altro tratto di pari misura del nuovo molo sud.


Se, durante i lavori, è possibile lasciare per i pescherecci man mano un varco per entrare ed uscire dal porto, riteniamo che per la petroliera Galatea sia impossibile scaricare nel periodo in cui il porto sarà in costruzione.
Perciò i lavori dovranno procedere il più alacremente possibile per non danneggiare il traffico petrolifero per troppo tempo, dovendo la società Abruzzo Costiero far ricorso ai camion per approvvigionarsi.


Figura 5: progressione lavori TAVOLA III: taglio dell’ultimo tratto di diga foranea. Le strisce blù indicano l’angolo di traversia dentro la darsena, oltre il quale bisogna che venga allungato il molo nord, fino a raggiungere l’angolo di 30/35°.

 
Figura 6: progressione lavori TAVOLA IV: costruzione del nuovo molo sud e allungamento della pipe-line per la petroliera.


Sui due nuovi moli, naturalmente COSTRUITI SU PALAFITTE E CAMERE DI DISSIPAZIONE (v. foto sottostante), dovranno essere previste due pipeline per permettere alla petroliera di scaricare di volta in volta sottovento ad uno di essi e fuori dalla darsena, allungando la pipeline esistente fino ai due punti di attracco previsti per la petroliera.


Figura 7: le palafitte e le camere di dissipazione che erano alla base dei vecchi moli guardiani, poi lisciate negli anni ’80, operazione che determinò la forte risacca dentro al canale di ormeggio delle navi e dei pescherecci.


Figura 8: progressione lavori tavola V: costruzione del nuovo molo nord a partire dall’attacco della diga foranea.


Figura 9: progressione lavori TAVOLA VI: costruzione della banchina di NW della darsena. Un’ultima modifica da fare alla Proposta è quella che riguarda una minore inclinazione dell’ultimo tratto della banchina, vicino alla diga foranea e alla nuova vasca di colmata (di colore rosso chiaro), per evitare che sottovento ad esso si formi un possibile interrimento.


L’ultimo tratto della nuova banchina di NW della darsena, quello vicino alla diga e alla nuova vasca di colmata, dovrebbe essere più inclinato rispetto al disegno redatto precedentemente (di colore rosso chiaro)  in modo da favorire maggiormente il deflusso dei sedimenti del fiume e impedire che una posizione troppo a traverso crei interrimenti sottoflutto.

Se si guarda con attenzione nelle immagini quel tratto era stato disegnato più a traverso e con due tratti ad angolazione diversa. In pratica bisognerebbe creare una diagonale fra i due punti estremi di essi.

La costruzione della banchina di NW della darsena si potrebbe anche anticipare per evitare che le acque inquinate del fiume vadano ad invadere per un’altra stagione le acque di balneazione, come è accaduto nel corso del 2016.                                                                      
E perciò potrebbe essere il primo lotto da costruire.

Infatti si ritiene che passeranno alcuni anni prima che il nuovo depuratore di Pescara, programmato dalla Regione nel Masterplan, venga realizzato e prima che il fiume venga bonificato come ci impone la Unione Europea.


Figura 10: progressione lavori TAVOLA VII: costruzione della nuova vasca di colmata e della “terrazza a veder le stelle” sulla vecchia vasca di colmata, svuotata e bonificata dai fanghi del dragaggio del 2012/2013.


A tal proposito si leggano le Osservazioni fatte in fase di Valutazione Ambientale per la creazione della scogliera soffolta:




Figura 11: progressione lavori TAVOLA VIII: costruzione della nuova imboccatura del Marina con moli su palafitte.


Ci sembra strano che finora la Camera di Commercio, proprietaria del Marina, non abbia richiesto dei finanziamenti per modificare l’imboccatura del Marina, croce dei diportisti che vi ormeggiano le loro barche più grandi e di quelli che vorrebbero fermarvisi ma non possono a causa della bassissima profondità dell’imboccatura. 

L’occasione della sistemazione del porto commerciale è ghiotta per trovare una soluzione anche al Marina, creando anche un bacino esterno profondo per gli yacht con maggiore pescaggio, residenti o di passaggio. A tal proposito si leggano le valutazioni fatte nel seguente studio: http://portodipescara.blogspot.it/2013/04/il-porto-turistico-marina-di-pescara.html .


Figura 12: CREAZIONE DELLA BANCHINA DELLA MADONNINA



L’ultima operazione da fare dentro al porto-canale è la realizzazione della nuova banchina della Madonnina, che serve allo scopo di velocizzare la corrente nel canale ed evitare il ricircolo dei sedimenti, e inoltre creare delle nuove banchine per il cantiere e lo scalo di alaggio e una banchina per lo scarico del pescato o per l’appoggio a quelle barche che dovessero effettuare grosse operazioni di manutenzione: cambio motore, verricelli, etc…

A tal proposito si leggano le Osservazioni fatte in fase di V.A. di cui sopra: http://portodipescara.blogspot.it/2015/12/osservazioni-allavviso-di-deviazione.html



Figura 13: creazione di un canale di sfogo per una piena con tempi di ritorno di 200 anni, sotto la nuova banchina della Madonnina. Il canale occuperebbe lo spazio demaniale concesso al Circolo Canottieri che non ne ha bisogno in quanto può ritornare alla vecchia sede sul fiume.


Inoltre sotto la nuova banchina bisognerebbe creare un canale di scolo di emergenza per una piena eccezionale, che darebbe un ulteriore sfogo alla maggiore quantità di acqua (si ricordi quella ultima del 2013).

Per terminare i lavori è necessario un dragaggio generale per riportare i fondali del canale alle quote di progetto: quello interno alla batimetria di – 4 di profondità (sono passati già 3 anni dall’ultimo dragaggio) a cominciare dal Circolo Canottieri, usando la nuova vasca di colmata,  e quello più esterno per riportare di nuovo la canaletta a – 4 mt di profondità, e la darsena e il canale della nuova imboccatura alle BATIMETRIE  NATURALI  indicate in pianta (-6,5/-7 nella darsena e da -7 mt fino ai -12 metri della nuova imboccatura), che tali rimarranno negli anni successivi secondo i nostri calcoli.                                                                                                                                                   
I fanghi del nuovo dragaggio dovrebbero essere esenti dalla presenza di mercurio, o altre sostanze chimiche, essendo esso stato eliminato con quello del 2012/2013, salvo verifiche di nuove perdite dalla discarica Tremonti di Bussi (come sembra dalle ultime notizie da noi ricevute).

E’ noto che il mercurio o altre sostanze chimiche viaggiano attaccati ai sedimenti e non in sospensione nell’acqua del fiume, come spiegato dal prof. Giaccio, dell’Università D’Annunzio, durante il primo convegno sul porto, nel 2000.

E quindi anche la loro lavorazione nella nuova vasca di colmata dovrebbe essere più semplice al fine di un loro riciclaggio a terra.

A tal proposito è da valutare una possibilità, che ci è stata prospettata ultimamente, di fare un dragaggio con idrovore e laboratorio di lavorazione che abbiamo previsto sulla nuova vasca di colmata ( ing. Vallese).

Dopo il primo anno si vedrà se i sedimenti del fiume nel canale saranno 30.000 mc, come abbiamo previsto, o 50.000 come potrebbe continuare ad essere, uguali cioè al volume storico annuale di sedimentazione in esso.

Ma noi riteniamo che il raddrizzamento del canale mediante la nuova banchina della Madonnina renderà più veloce la corrente ed impedirà il deposito dei sedimenti del fiume nei pressi di essa, come spiegato nelle Osservazioni allo studio del DHI.       


Tutto quanto sopra  è quanto ci preme segnalare all’Amministrazione per la progressione dei lavori in modo che ci siano meno problemi possibili alle attività dei pescherecci durante i lavori di costruzione del nuovo porto.


Si inviano codeste riflessioni, sperando di aver fatto cosa gradita.




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