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mercoledì 8 gennaio 2020

Verso la costruzione del Piano Regolatore Portuale


Dopo le ultime riunioni fra L'Autorità Portuale del Medio Adriatico di Ancona, il Provveditorato OO.PP. di Lazio-Abruzzo-Sardegna e la Regione Abruzzo è chiaro che l'Amministrazione si avvia a completare il progetto di Piano Regolatore Portuale (PRP), pur modificato con l'eliminazione della darsena pescherecci a ovest del fiume deviato (v. immagine seguente):


Il PRP senza la darsena pescherecci a ovest del fiume deviato (croce di colore rosso)




























D'altronde con la realizzazione del varco nella diga foranea e la costruzione del pennello a protezione della nuova imboccatura è stata realizzata la prima parte del PRP (1° bando dei lavori, v. immagine seguente):



il porto di Pescar a Maggio del 2019: è stato aperto il varco nella diga foranea, che sarà la nuova imboccatura del porto-canale, ed è stato costruito il pennello a protezione della stessa.


I portatori di interesse del porto (la stessa marineria e la sua Associazione Armatori, gli spedizionieri e i petrolieri di Abruzzo Costiero -Di Properzio-) sono tutti d'accordo nel proseguire i lavori di costruzione del PRP, dopo aver concordato con il Provveditorato alle opere pubbliche e con l'Autorità Portuale l'eliminazione della darsena pescherecci: le barche dei pescatori rientreranno nel nuovo porto-canale che si formerà con la deviazione del fiume dal Ponte del Mare fino al varco aperto nella diga.

Per cui tornare indietro, a questo punto e con queste determinazioni, ci sembra difficile.

E difficile ci sembra che si possa cominciare una nuova procedura del PRP con l'adozione della nostra Proposta alternativa, che continuiamo a ritenere migliore del PRP, ma che allungherebbe ancora di anni la soluzione dell'assetto portuale della città di Pescara; ritardi che finora hanno privato l'economia cittadina di tutti i traffici marittimi, passeggeri e merci (carburanti).

Questo non significa che le osservazioni contrarie al PRP, da noi espresse finora, siano venute meno soprattutto per quanto riguarda i dragaggi futuri del porto-canale e del bacino commerciale e della sua difficile imboccatura.

Però, se ci sembra che quest'ultima non si possa modificare in meglio in alcun modo, invece per il nuovo porto-canale riteniamo possibili alcune modifiche che lo renderebbero almeno migliore sotto il profilo della sicurezza della navigazione all'imboccatura e della eliminazione della risacca all'ormeggio, che comprometterebbe l'agitazione interna nel porto-canale e quindi la sicurezza in banchina per i pescherecci.

Come da me descritto nel lavoro "Le imboccature di porti e porticcioli", la sicurezza all'imboccatura del porto e la sicurezza all'ormeggio sono i due elementi da cui, da entrambi, non si può prescindere nella costruzione di un porto. 
Venendo meno anche solo uno dei due aspetti, un porto non sarebbe quel rifugio sicuro in caso di burrasca, motivo che è alla base della sua costruzione.

Se un porto non è sicuro proprio quando c'è burrasca, che porto è ?

Per quanto riguarda il primo punto, la sicurezza all'imboccatura del nuovo porto-canale, scrivevamo nelle nostre Osservazioni al PRP che essa è troppo stretta (70 metri): infatti già adesso i pescatori si lamentano dell'imboccatura attuale del porto, che è rivolta a scirocco, ed è pur larga 180 metri, ma che li costringe a mettere la barca di traverso al mare mosso per rientrare quando c'è burrasca dal 1° quadrante (nord e nord-est).
Figuriamoci se l'imboccatura è stretta solo 70 metri !
I pescherecci, soprattutto i più grandi che sono quelli che con più probabilità devono rientrare sotto burrasca, non avrebbero lo spazio sufficiente a manovrare in sicurezza.

La proposta dei pescatori è quella di allargare l'imboccatura fino a 120 metri e sembra che il Provveditorato alle OO.PP. abbia già recepito questa osservazione e programmato di allargare l'imboccatura, come espresso dall'ing. Bentivoglio nel corso dell'audizione dei primi di luglio scorso con la Commissione Trasporti del Senato e della Camera presso il Ministero delle Infrastrutture.

Naturalmente tale modifica deve essere attuata prima della costruzione del nuovo molo sud del nuovo tratto di foce del porto-canale, che sarà largo 70 metri, poichè l'imboccatura deve essere raccordata con tale tratto (v. immagine seguente):



il nuovo tratto di foce del porto-canale: dove si notano la nuova imboccatura larga 120 metri, il nuovo tratto di foce largo 70 metri (e profondo 5 metri) e la strozzatura immodificabile sotto il Ponte del mare, larga 42 metri (i due piloni del ponte certamente non possono essere spostati).




Secondo queste nuove determinazioni la nuova imboccatura sarebbe orientata per nord-est, greco-45°, come i moli guardiani della vecchia imboccatura del porto-canale, ma larga 120 metri, il che darebbe ai pescherecci più grandi (sono lunghi da 30 a 35 metri) la possibilità di manovrare in sicurezza sia in caso di burrasca dal I che dal II quadrante (v. particolare nell'immagine seguente):



particolare della nuova imboccatura del porto-canale di Pescara, larga 120 metri, con l'allargamento dell'imboccatura (croce di colore rosso) ottenuto con un ulteriore taglio della diga foranea.

Questo per quanto riguarda l'imboccatura.

Però per quanto riguarda il secondo punto di queste (nuove) osservazioni, cioè la sicurezza all'ormeggio, si ritiene che bisogna  evitare che la risacca arrivi dentro il nuovo porto-canale.

Secondo quanto stabilito dal PRP, il nuovo tratto di foce sarà costruito con pareti lisce, con una profondità di 5 metri e una larghezza fra i due nuovi moli di 70 metri.

Ora, soprattutto in caso di traversia da levante e greco-levante, è evidente che il moto ondoso si insinuerà fra i due nuovi moli (risacca) ed avrà anche un'accelerazione a causa del restringimento dai 120 metri dell'imboccatura ai 70 metri del nuovo tratto di foce fino al Ponte del mare (dove la larghezza, immodificabile a causa della presenza dei due piloni del ponte, passerà a 42 metri).

La risacca determinerà un rilevante moto ondoso dentro il porto-canale e comprometterà la sicurezza dell'ormeggio dei pescherecci alle banchine.
Cioè si riprodurrà quel fenomeno che decretò la fine del vecchio porto-canale, quando vennero lisciate con una soletta di cemento le palafitte su cui poggiavano i moli stessi.
Le palafitte erano state costruite proprio per smorzare la risacca e infatti fino a quando non vennero lisciate (anni '80) dentro il vecchio porto-canale c'era sempre calma piatta all'ormeggio anche se fuori del porto infuriava la burrasca.


Quindi la proposta che giriamo al Provveditorato OO.PP di Roma e all'Autorità Portuale del Centro Adriatico di Ancona è quella almeno di costruire su palafitte i due nuovi moli del fiume deviato, come nella foto sottostante, dal Ponte del Mare fino alla nuova imboccatura:


un'immagine del vecchio molo nord del port-canale: sono in evidenza le palafitte su cui poggiavano i moli e le celle anti-risacca, alternate ad esse.


Risolto il problema della risacca naturalmente rimane il problema della manutenzione dei fondali del nuovo porto-canale e del bacino commerciale con dragaggi costanti e annuali e con l'uso continuativo della vasca di colmata, che va annualmente svuotata e riempita di nuovo con i materiali dei nuovi dragaggi, almeno fino a quando i fanghi del fiume saranno inquinati e non potranno essere scaricati direttamente in mare.

Quindi le future Amministrazioni dovranno costantemente finanziare i dragaggi per evitare che i due bacini si interrino, ostacolando la manovrabilità dei pescherecci e dei traghetti o della petroliera, e evitando che la città corra il rischio di "andare sott'acqua" in caso di piena del fiume.

Ricordo a tal proposito che la piena del dicembre 2013 defluì facilmente in mare senza incontrare ostacolo nei fondali, e senza esondare quindi verso la città, proprio perchè il porto canale era stato da poco dragato con il dragaggio straordinario di 250.000 mc  (i fondali erano puliti).

L'Autorità Portuale del Medio Adriatico di Ancona e il Provveditorato alle Opere Pubbliche di Lazio e Abruzzo si faranno carico di queste attenzioni verso il Porto di Pescara per far sì che ritorni a funzionare sia come porto per i pescherecci sia per le attività commerciali e del traffico passeggeri, e salvaguardino la città dal rischio esondazione del fiume ?




Gennaio 2020































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